Il Lun 30 Set 2019, 14:09 <piuttosto@???> ha scritto:
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> questa manfrina del dialogo è molto fastidiosa: ora la responsabilità
> sarà di chi si è sentito a disagio dai suoi comportamenti, che non si è
> impegnata abbastanza a rieducare un universitario con tutti i tempi
> l'intelletto e gli strumenti necessari per farlo da sé?
> ennamo, su
>
Guarda, ti racconto una storia. Nel mio ufficio c'è una collega dalla
conversazione non molto brillante, poco avvenente, che raramente fa pausa
pranzo con gli altri e tende a stare per conto proprio, anche se poi è
disponibile quando le chiedi qualcosa di lavoro e anche quando le chiedi un
favore, come un cambio turno. Alla macchinetta del caffé tutti ne parlano
male, dicendo che non sa lavorare. La deridono ma poi nessuno va mai a
dirle in faccia quello che pensa. Niente di particolarmente innovativo, no?
Ecco, i social sono questa roba qua moltiplicata per mille. Qualcuno non mi
piace, allora ne parlo male in rete. Dove però invece di raggiungere cinque
o dieci persone ne raggiungo cinquemila. L'ultimo post della tizia da cui è
partita la segnalazione a vice (
https://medium.com/@selamie/remove-richard-stallman-appendix-a-a7e41e784f88)
<
https://medium.com/@selamie/remove-richard-stallman-appendix-a-a7e41e784f88>
è un condensato di associazioni un po' strampalate e di condanne indiziarie
senza appello, buone per raccogliere un sacco di bei like.
Non mi piace fare la parte del vecchio, ma io vedo molto chiaramente
diffondersi nelle nuove generazioni questa modalità di relazione, che è
totalmente distruttiva. E che impedisce anche di distinguere. Perché una
cosa sono gli abusi e le violenze, tutta un'altra cosa è essere poco
attraenti in questa società sempre più omologata e violentemente
conformista.