[NuovoLab] A Genova a sostegno Mediterranea Saving Humans

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Author: Antonio Bruno
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Subject: [NuovoLab] A Genova a sostegno Mediterranea Saving Humans



A sostegno di Mediterranea Saving Humans.




[ http://www.labottegadelbarbieri.org/wp-content/uploads/2018/10/MediterrAnea-viaTerraLOGO.jpg ]




Siamo artisti, scrittori e cittadini a sostegno di Mediterranea Saving Humans, la rete civica che sulla via delle migrazioni di mare sta garantendo la presenza di una nave di monitoraggio e soccorso, la Mare Jonio. La nave è finanziata attraverso il nostro crowdfunding, a cui chiunque può contribuire.


Perché lo facciamo?
Perché non è normale essere costretti a scappare dalle proprie case, dai propri Paesi.
Non è normale mettere a rischio la propria vita e quella dei propri cari nel tentativo di vivere l’unica possibilità di mantenersi in vita e avere ancora una prospettiva di futuro.
Ma ancora meno normale è che un paese come il nostro, che ha vissuto una migrazione massiccia e disperata nel corso delle diverse epoche storiche, non sia capace di accogliere e cogliere quella ricchezza che è sempre venuta dai popoli in movimento e dalle culture che portavano con sé.
Così abbiamo comperato una nave e l’abbiamo messa in mare.
Sembrava impossibile, ma abbiamo usato la forza dei deboli che quando si mettono assieme spostano le montagne, perché non potevamo fare diversamente. Le statistiche ci dicono che in media otto persone al giorno muoiono nel tentativo di attraversare il Mar Mediterraneo e arrivare sulle nostre coste. Morti che vengono “festeggiati” dalla retorica che ci sta governando come otto problemi in meno nel nostro Paese. Per noi sono otto sofferenze in più al giorno di cui dobbiamo farci carico.
Bisogna decidere: o si sta con chi festeggia quelle morti oppure si sta con chi compera una nave e solca quei mari a portare soccorso. Ancora una volta bisogna parteggiare, ancora una volta ci è chiesto di essere partigiani e partigiane.

Video della conferenza stampa su https://mediterranearescue.org/news/mediterranea-la-via-di-terra/

LE RAGIONI DELLA “VIA DI TERRA”
Abbiamo atteso a lungo che la politica europea si facesse carico dell’atto umanitario ineludibile di salvare le vite che si mettono per mare, a rischio di enormi pericoli, per cercare scampo da guerre, povertà e carestia. Le scelte europee sembrano però andare in altra direzione: si alzano muri, si chiudono porti, si erigono chilometri di filo spinato a protezione di una fittizia sicurezza economica e nel frattempo negli ultimi nove mesi sono morte più di 1700 persone tra uomini, donne e bambini. Noi non possiamo più stare a guardare. Un gruppo di realtà molto diverse – associazioni, singoli cittadini e cittadine, attivisti, politici a titolo proprio che hanno dato in garanzia i propri beni personali – hanno compiuto la scelta di acquistare una nave, la Mare Jonio, che oggi solca il tratto di mediterraneo tra la Libia, Malta e Italia. Sembra una follia, ma la vera follia è voltare le spalle alla perdita di vite umane che ogni notte contribuiscono a rendere il mediterraneo un cimitero di senza nome. Per questa ragione abbiamo deciso di sostenere con i corpi, con i volti e con le nostre risorse la via di mare di Mediterranea, affiancandoci la nostra via di terra. In 9 città italiane – e speriamo che altre si aggiungano presto – dal 24 al 30 ottobre più di cento artisti e artiste, scrittori e scrittrici, intellettuali e persone a vario titolo con una visibilità da offrire, saliranno su altrettanti palcoscenici per leggere o dare musica a una pagina di letteratura, a una riflessione personale o a una testimonianza sui temi dell’accoglienza, del viaggio e della solidarietà. Lo facciamo per raccogliere fondi per la nave, ma soprattutto per mostrare che c’è un paese diverso, che si riconosce nel modello di accoglienza di Riace, che sogna un’Europa aperta e non impaurita, capace di condividere le ricchezze che ha e riconoscere quelle che arrivano. Non lo facciamo per salvarli, ma per salvarci, perché insieme a loro ogni notte sta affogando anche la nostra coscienza e la nostra possibilità di essere più forti delle nostre paure.








    * 28 ottobre, ore 21, Genova Teatro Modena