[Pacifistat] Pacifistat: la necessità della riforma con l'ab…

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著者: Romana Mancini
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To: pacifistat
題目: [Pacifistat] Pacifistat: la necessità della riforma con l'abrogazione della messa alla prova e dell'estinzione del reato, per i reati sessuali commessi da minorenni.

Questo caso di cronaca che vi giro deve farci riflettere sul fatto che, quando i reati sessuali o a sfondo sessuale, sono commessi da minorenni, non si può parlare di veri minorenni, perchè di fatto "l'attrezzo" lo sanno usare.
Nella maggior parte dei casi si tratta di minori che hanno subito abusi sessuali, in famiglia per la maggior parte, spesso dal padre o da altre persone (a volte vicini, nonni ecc) e per questo non sono realmente minorenni perchè pur avendo un'età
inferiore ai 18 anni, di fatto conoscono le reazioni sessuali del corpo.
Per questo motivo non è vero che sono inconsapevoli, al contrario sono perfettamente consci della gravità di quell'atto e non è
vero che si pentono, perchè è il loro modo di vendicarsi della società.
Questo istinto di vendetta se lo portano dietro per tutta la vita, diventando spesso violentatori seriali o stupratori seriali, il termine è usato attualmente ancora solamente per i killer, ma questi reati sono gravissimi perchè le vittime non possono dimenticarli.
Quando ad agire è il gruppo di minorenni la situazione è ancora più grave, perchè resta coeso per tutta la vita.
Il loro divertimento è quello di infastidire, intimidire, minacciare la vittima, i casi sono centinaia.
La riforma della giustizia minorile è assolutamente necessaria e deve prevedere l'abrogazione dell'ingiusto istituto della messa alla prova, che è del tutto assurdo in quanto è lapalissiano che il minore che sa che per restare libero deve comportarsi correttamente si comporta per quel breve periodo di tempo (in genere neanche due anni) bene, anzi c'è un loro modo tipico di esprimersi "Adesso faccio il bravo" che la dice lunga sul "pentimento" che secondo sacerdoti e assistenti sociali dovrebbero provare.
L'estinzione di questi reati è l'espressione della scarsa considerazione che la giustizia ancora nutre per le minorenni e per le donne in genere. I MINORENNI DEVONO SCONTARE LE PENE ED ESSERE ALLONTANATI A VITA DALLE VITTIME, ALLE QUALI LO STATO DOVREBBE DARE VITALIZI.
Violentarono in branco una 15enne: «Ora hanno capito, reato estinto»

di Nicola Sorrentino
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Sequestrarono e violentarono una ragazza di 15 anni, dentro un garage, a turno. Quella sera erano in cinque. Dopo un anno, il gup estingue il reato per i componenti di quel branco di giovanissimi: «Hanno compreso la gravità di quanto fecero all’epoca». Così è stato deciso due giorni fa dal giudice Giovan Francesco Fiore, che ha accolto la tesi della Procura dei minori, rappresentata dal pm Antonella Ciccarella.


L’antefatto riporta la data del 26 giugno 2016, quando a San Valentino Torio, cinque ragazzi spinsero nell’oscurità una ragazza di 15 anni di Sarno, per poi violentarla a turno. La minore conosceva uno dei cinque e fu attirata, con l’inganno, nel buio di quel complesso di garage appartenenti ad un supermercato. Quella sera, la ragazza era diretta alla villa comunale, dove spesso trascorreva le serate. Dopo la violenza, con lei rimase solo uno dei cinque, che attese all’esterno che un parente la venisse a riprendere, per portarla a casa. Il giorno dopo il branco fu individuato e arrestato dai carabinieri del reparto territoriale di Nocera Inferiore. Uno finì ai domiciliari, aveva 17 anni ed era il più grande di tutti. Gli altri sparsi tra le carceri di Nisida e Airola. Dopo qualche mese, il gruppo iniziò un percorso di recupero in comunità. La cosiddetta «messa alla prova», chiesta dagli avvocati difensori e prevista dal codice penale, che portò alla sospensione del processo per tutti. E il risultato di quel percorso in comunità è stato superato positivamente, come sostengono procura e gip, leggendo le relazioni degli assistenti sociali. Giovedì 29 Marzo 2018, 06:30 - Ultimo aggiornamento: 29-03-2018 09:08
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