Re: [Hackmeeting] social network e politica

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Autore: nessuno
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To: hackmeeting
Oggetto: Re: [Hackmeeting] social network e politica
Il 2018-03-23 09:21 Accattone ha scritto:
> On 22/03/2018 23:35, bisco wrote:
>> On Thu, 22 Mar 2018 00:03:19 +0100
>> jops <jops@???> wrote:
>>
>>> Premetto che il mio intervento non era finalizzato a ragionare sul
>>> caso cambridge analytica, quello si sapeva o si poteva immaginare.
>>> Sto semplicemente chiedendo: i/le compagn* che sono su facebook sono
>>> dei deficienti oppure siamo noi i deficienti che ce ne preoccupiamo(e
>>> vogliamo starne fuori)?
>>> Ed e' su questo che voglio ragionare.
>>>


>> L'utilizzo giusto di facebook, imho, non esiste o quantomeno non è
>> individuabile con certezza: è tutto troppo complesso per ridursi a due
>> hint su come diventare rumore per la profilazione o su come "portare
>> danno" alla piattaforma di turno.


>>>
>>> ecco forse l'unico commento che secondo me va al punto. Non sul
>>> discorso della deficienza di cui abbiamo gia' ampiamente trattato.
>>> Ma sul fatto che c'e' bisogno evidente di strumenti di comunicazione,
>>> ci sono pochi mezzi a disposizione e gli unici usabili (non parlo di
>>> usabilita' delle ux ma di appeal politico) non ci appartengono.
>>> Una volta si usavano i nostri, indymedia bonanima ce la ricordiamo
>>> tutt*, quindi direi ragioniamo su robe esistenti, alternative o
>>> qualcosa da usare, riscrivere o magari rifare.
>>>
>>
>> gli strumenti mancano, certo, ma manca anche una strategia
>> efficace per arrivare alle persone, soprattutto quelle vicine.
>> a volte, sinceramente, mi sento un cretino a cercare di far comprendere
>> ai/alle compagni/e che la nostra riflessione sull'utilizzo della
>> tecnologia non è solo paranoia, ma una maggiore consapevolezza.
>>
>> vogliamo rifare una roba tipo indymedia? rifacciamola se può servire a
>> qualcosa.
>
>
> Mi pare che la discussione sia giunta in un vicolo cieco, che poi è il
> solito: sottrarsi (e far sottrarre la ggente) da Facebook, proporre
> alternative sapendo già che non funzioneranno, contemplare la sconfitta
> pieni di livore, consolarsi con il cappuccio della felpa fin sopra gli
> occhi.
>
> Prova ad aggiungere un pezzo al discorso, non so se avrà qualche effetto
> interessante, lo spero. Facebook ha più di 2 miliardi di utenti nel
> mondo. In Italia sono 30 milioni. Facebook ha la capacità di conoscere
> ognun* di quest* utenti meglio di chiunque altr*, inclusi parenti,
> amic*, partner [0]. Probabilmente anche meglio di ess* stess*. Se non è
> così, lo sarà presto, considerata la velocità con cui la tecnologia procede.
>


> Noi come ci vogliamo inserire in questo scenario? Vogliamo continuare a
> dire che "No, non si fa!" sortendo effetti pari a zero e assistendo
> impotenti al consolidarsi di questo potere? Oppure vogliamo aprire delle
> vertenze con chi sta operando tutto questo? Sì, roba nuova intendo. Any
> idea?
>
> Saluti vertenti,
> Accattone
> > [0]
> http://www.richardbenjamintrust.co.uk/uploads/finalreports/2013/DStillwell.pdf


Nessuna idea:piuttosto comprendere che rompere la verità è come dare la
tua password
al nemico invece che ad un amico...
ma quì non si tratta di password ma di un applicazione e dei nuovi
poveri di questo
inizio di millennio, che vedono nello sviluppatore di turno un qualcosa
a cui consegnare
le proprie idee caso mai: e se mi accorgono che sbagliano vado in
facebook italia e
divento progammatore anche io o chiamo aranzulla e seguo la sua guida
per farli bannare?
Penso piuttosto che l"immaginazione ancora una volta sia sta utilizzata
per violare la nostra verità,
come puoi leggere nell"ultimo link e che siamo messi male
se twitter oggi è l unica alternativa di facebook: speriamo eltra
qualcosa di nuovo,
qualcuno ricordava la piattaforma di indymedia...


Facebook ha oscurato Cambridge Analytica venerdì, tre anni dopo aver
scoperto che aveva
infranto le regole del social network acquistando illegalmente i dati
raccolti dall’app
‘thisisyourdigitallife’, messa a punta dall’accademico russo-americano
Aleksandr Kogan
https://tecnologia.libero.it/facebook-affonda-a-wall-street-2-19321

http://tg24.sky.it/mondo/2018/03/23/scandalo-facebook-perquisizione-cambridge-analytica.html

“La possibilità di ottenere dati degli amici tramite API” — Application
Programming Interface,
l’insieme di strumenti forniti a un programmatore che intenda realizzare
una applicazione,
in questo caso per Facebook — “con il permesso dell’utente era
dettagliata nelle nostri
condizioni di utilizzo”, scrive Stamos in un thread Twitter poi da lui
stesso rimosso,
contestando l’uso della definizione da parte di Guardian e Times.
“Possiamo condannare”
il comportamento di Kogan e Cambridge Analytica “dandone al contempo una
descrizione accurata”.
Scopo il 'micro-targeting' comportamentale con messaggi psicografici.
l vero scandalo sollevato dal caso Cambridge Analytica, in fondo, sta
tutto qui.
Non un "data breach", ma un "breach of trust". Non una violazione
informatica, ma della fiducia
degli utenti. Una violazione dovuta a un errore di gioventù, esploso un
decennio dopo.
Forse rendere il mondo sempre “aperto e connesso”, come Zuckerberg
ripete dalla creazione
del social network o quasi, non è il paradiso che si aspettava.
Ricorda di citare la fonte:
https://www.valigiablu.it/facebook-cambridge-analytica-scandalo/