Autore: bisco Data: To: hackmeeting Oggetto: Re: [Hackmeeting] social network e politica
On Thu, 22 Mar 2018 00:03:19 +0100
jops <jops@???> wrote:
> Premetto che il mio intervento non era finalizzato a ragionare sul
> caso cambridge analytica, quello si sapeva o si poteva immaginare.
> Sto semplicemente chiedendo: i/le compagn* che sono su facebook sono
> dei deficienti oppure siamo noi i deficienti che ce ne preoccupiamo(e
> vogliamo starne fuori)?
> Ed e' su questo che voglio ragionare.
>
> ok, si cerca di fare. Si scrivono libri, si fanno incontri (e noi in
> hacklabbo lo scorso anno ne abbiamo fatti un botto). Ma poi se ad
> esempio vado a fare delle ricerche su tutti gli spazi in cui c'e'
> stato il massimo dell'avanguardismo digitale italiano (ovvero
> l'hackmeeting, sto provocando eh!), delle radio piu' vicino a questa
> realta', delle case editrici, e anche di qualche hacklab (o fablab
> addirittura) mi ritrovo delle belle e imbarazzanti pagine facebook.
> E non voglio fare la lista per non imbarazzarci troppo.
>
Non vorrei uscire dal discorso della deficienza mutuamente esclusiva
tra chi sta su facebook e chi no, ma credo che se un gruppo politico
decide di utilizzare un qualsiasi social network (MSAck usa Twitter,
che ci è sembrato meno peggio degli altri mainstream, ma la
MensaOccupata [con cui MSAck condivide buona parte del percorso
politico] ha una pagina facebook, nonostante i nostri sforzi) lo
dovrebbe fare con la consapevolezza che tutta l'attività che si
svolge lì (post, interazioni, grafi sociali, preferenze) è il materiale
su cui facebook fonda il suo business.
La ragione per cui si usano i social network è {,l'illusione del}la
visibilità e la speranza di raggiungere quante più persone possibile.
Tutto ciò in cambio di un qualcosa che non è tangibile e a cui si dà
poca importanza: la privacy. Che poi gli utenti raggiunti siano sempre
gli stessi e che praticamente si sia autoreferenziali, è un dato che
viene trascurato, ma nel frattempo si è fatta promozione su facebook.
L'utilizzo giusto di facebook, imho, non esiste o quantomeno non è
individuabile con certezza: è tutto troppo complesso per ridursi a due
hint su come diventare rumore per la profilazione o su come "portare
danno" alla piattaforma di turno.
Allora che si fa? Ci arrendiamo a quello che ci viene imposto
dall'alto? Oppure proviamo ad utilizzare ciò che abbiamo per le
nostre esigenze? Se proprio non se ne può fare a meno, esiste
un compromesso accettabile nell'uso dei social network: porta fuori
l'utente, ovvero fa' in modo che l'utente possa fruire del contenuto al
di fuori dell'ecosistema facebook. La pratica, applicabile a qualsiasi
social network, si traduce in:
- scrivere il contenuto sul proprio sito
- pubblicizzare su $social_network il proprio contenuto
- far arrivare gli utenti di $social_network sul proprio sito
Il risultato? Beh, si spera che prima o poi una parte di questi utenti
visiteranno autonomamente il tuo sito, senza dover passare per un
veicolo di informazione molto costoso, anche se non la compravendita
non si effettua con moneta.
>
> Questo che significa:
> i deficienti siamo noi che ce ne preoccupiamo e che in pratica quello
> che diciamo non conta niente
>
Sì, noi siamo abbastanza testardi (non direi deficienti) che
continuiamo a preoccuparci de* compagn* che invece ci ascoltano
molto poco.
>
> A me sembra che l'unica cosa in questa lista su cui c'e' stato un
> minimo di consenso e' stato quello di non fare mai una pagina
> facebook per nessun hackmeeting. E guarda caso da un punto di visto
> comunicativo i nostri eventi usano principalmente mezzi analogici
> (warmup), locandine stampate, servizi autogestiti etc senza usare
> facebook e non mi sembra che siano deserti. Anzi.
> Quindi che dire, e' proprio necessaria la comunicazione via facebook o
> qualcuno e' deficiente?
> E quindi siamo noi i deficienti che non approfittiamo anche di quella
> spinta, oppure gli altri che usano quella spinta?
>
per quella che è la mia esperienza, l'attività di propaganda
tradizionale (o analogica, come l'hai definita tu) viene fatta
comunque, anche dai gruppi politici che utilizzano facebook.
il problema sorge quando facebook viene usato per dirsi cose sensibili..
>
> ecco forse l'unico commento che secondo me va al punto. Non sul
> discorso della deficienza di cui abbiamo gia' ampiamente trattato.
> Ma sul fatto che c'e' bisogno evidente di strumenti di comunicazione,
> ci sono pochi mezzi a disposizione e gli unici usabili (non parlo di
> usabilita' delle ux ma di appeal politico) non ci appartengono.
> Una volta si usavano i nostri, indymedia bonanima ce la ricordiamo
> tutt*, quindi direi ragioniamo su robe esistenti, alternative o
> qualcosa da usare, riscrivere o magari rifare.
>
gli strumenti mancano, certo, ma manca anche una strategia
efficace per arrivare alle persone, soprattutto quelle vicine.
a volte, sinceramente, mi sento un cretino a cercare di far comprendere
ai/alle compagni/e che la nostra riflessione sull'utilizzo della
tecnologia non è solo paranoia, ma una maggiore consapevolezza.
vogliamo rifare una roba tipo indymedia? rifacciamola se può servire a
qualcosa.