[nuovopci] Avviso ai naviganti 75 - La Repubblica Pontificia…

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Auteur: \(nuovo\) Partito comunista italiano
Date:  
À: Npci Inter
Sujet: [nuovopci] Avviso ai naviganti 75 - La Repubblica Pontificia e i guai di Bergoglio
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_ AVVISO AI NAVIGANTI 75_

31 agosto 2017

2017, CENTENARIO DELLA GLORIOSA RIVOLUZIONE D’OTTOBRE, LA SVOLTA NELLA
STORIA DELL’UMANITÀ

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LA REPUBBLICA PONTIFICIA E I GUAI DI BERGOGLIO

"Accoglienza dei fratelli", "controllo dei flussi migratori", "prima
gli italiani", "aiutiamoli a casa loro"? No, grazie!

GLI IMMIGRATI, LA MOBILITAZIONE REAZIONARIA E LA RIVOLUZIONE SOCIALISTA


Una delle tesi del Manifesto Programma [7] del (nuovo)Partito comunista
italiano più indigeste agli esponenti della sinistra borghese è quella
della Repubblica Pontificia. Nel capitolo 2.1.1.2 [8] del nostro MP noi
spieghiamo che dopo la Seconda Guerra Mondiale la Corte Pontificia è
diventata il governo occulto e di ultima istanza della Repubblica
Italiana. Essa dispone di un potere completamente irresponsabile e dai
contorni indefiniti (una monarchia costituzionale senza costituzione
vincolante e quindi senza limiti di potere): questo con il pieno accordo
della borghesia italiana e dell'imperialismo USA e dopo che il gruppo
dirigente del PCI aveva rinunciato a proseguire la rivoluzione
socialista sviluppando i risultati raggiunti con la vittoria contro i
nazifascisti. Nello stesso contesto indichiamo anche che, con la
putrefazione del regime DC iniziata negli anni '90, la Chiesa Cattolica
aveva assunto e avrebbe dovuto assumere un ruolo sempre più palese nel
governo del paese. È proprio quello che in questi giorni la sta
coinvolgendo nella mobilitazione reazionaria che, in Italia come negli
altri paesi imperialisti, ha gli immigrati come bersaglio principale.

A conferma delle nostre tesi sulla Repubblica Pontificia e del
coinvolgimento crescente della Corte Pontificia con la sua Chiesa
Cattolica nella mobilitazione reazionaria, riportiamo qui di seguito dal
sito del _Corriere della Sera_ (11 agosto 2017) l'articolo _ La svolta
della Chiesa sui migranti dopo l'incontro segreto con Gentiloni [9]_ che
illustra, riferendo un caso concreto e attuale, come funziona il governo
della Repubblica Pontificia.

_ REGOLE E ACCOGLIENZA_

Milano, 11 agosto 2017 - 22:19

LA SVOLTA DELLA CHIESA SUI MIGRANTI DOPO L’INCONTRO SEGRETO CON
GENTILONI

_Il premier si è ritrovato un mese fa con papa Francesco a casa
dell'arcivescovo Angelo Becciu, numero due della Segreteria di Stato_

di Luigi Accattoli, Dino Martirano

ROMA Due antefatti con protagonista il Papa spiegano il nuovo
atteggiamento della Cei sui migranti, che la vede favorevole alla
stretta del governo su Ong e scafisti: un invito di Francesco ai
governanti perché gestiscano con «prudenza» l'apertura agli immigrati,
fatto il 1° novembre scorso; un incontro fino a oggi restato riservato
del Papa con il premier Paolo Gentiloni, un mese fa in casa
dell'arcivescovo Angelo Becciu, numero due della Segreteria di Stato. È
toccato poi a Becciu, cui compete il rapporto con i governanti italiani,
ascoltare e consigliare sia gli esponenti del nostro mondo politico sia
il vertice dell'episcopato perché la «solidarietà» papale e vaticana con
l'Italia trovasse sbocchi concreti.

IL PRONUNCIAMENTO FATTO GIOVEDÌ DAL CARDINALE GUALTIERO BASSETTI,
presidente della Conferenza Episcopale Italiana (Cei), che richiamava
con lo stesso «vigore» sia la necessità dell'accoglienza sia quella di
«un'etica della responsabilità e del rispetto della legge», costituisce
la prima applicazione all'Italia della linea della «prudenza» indicata
da Francesco il novembre scorso, durante il volo di rientro dalla
Svezia.

«Credo che in teoria non si può chiudere il cuore a un rifugiato, ma ci
vuole anche la prudenza dei governanti: devono essere molto aperti a
riceverli, ma anche fare il calcolo di come poterli sistemare»: così
aveva parlato il Papa in quell'occasione. Alla vigilia della visita a
Milano del marzo scorso, in un'intervista al mensile Scarp de' Tenis
Francesco aveva completato quel ragionamento, riconoscendo che
l'impegno all'accoglienza va inteso come dovere di «accogliere tutti
coloro che si possono accogliere», perché «non c'è posto per tutti».

DEL DOVERE E DEI LIMITI DELL’ACCOGLIENZA IL PAPA AVEVA POI PARLATO IL 10
GIUGNO SCORSO con il presidente Mattarella e poco dopo con il nostro
premier Paolo Gentiloni nell'incontro riservato a casa dell'arcivescovo
Becciu. Durante la visita al Colle, Bergoglio aveva detto: «Grazie
signor presidente, per quello che state facendo, per la generosità
dell'Italia nei confronti dei profughi e degli immigrati». E Mattarella
aveva risposto: «È un nostro dovere Santità. Speriamo che anche la
comunità internazionale e l'Unione Europea se ne facciano sempre più
carico». Poi, nel discorso pronunciato nei giardini del Quirinale, il
Papa aveva aggiunto: «Per quanto riguarda il vasto e complesso fenomeno
migratorio è chiaro che poche Nazioni non possono farsene carico
interamente, assicurando un'ordinata integrazione dei nuovi arrivati nel
proprio tessuto sociale...».

SONO DUNQUE MOLTE LE TAPPE, E LE PREMESSE, CHE CONDUCONO ALLE
DICHIARAZIONI del capo dei vescovi italiani favorevoli alle regole
volute dal governo per le Ong e alla stretta sugli scafisti. La sera
precedente (mercoledì) il ministro dell'Interno Marco Minniti -- forte
anche di una blindatura sulla linea dura contro i mercanti di esseri
umani avallata dal Quirinale e da Palazzo Chigi con le due note di
lunedì -- ha poi completato il giro di consultazioni nei palazzi
vaticani recandosi nella sede della Cei per incontrare il cardinale
Bassetti. E proprio dopo le spiegazioni del responsabile del Viminale,
che ha illustrato il complesso modulo di intervento sul fronte
immigrazione, il presidente della Cei ha fatto le sue considerazioni
sugli scafisti e su chi organizza gli aiuti umanitari: «Per difendere i
deboli nessuno può spalleggiare tali criminali».

11 agosto 2017 (modifica il 12 agosto 2017 | 08:39)

Noi non siamo in grado di confermare se i singoli fatterelli riportati
dai due giornalisti su Corsera sono veri. Ma veri o non veri i singoli
fatti, il solo fatto che un simile articolo è stato pubblicato su
Corsera di per se stesso dimostra che relazioni e ruoli come quelli
descritti dai due giornalisti sono verosimili per gli ambienti della
classe dominante.

Il governo di Paolo Gentiloni sta attuando misure decise da Matteo Renzi
ma che i nemici personali di Renzi (Maurizio Bersani & C) non avrebbero
potuto sostenere con le elezioni alle porte e che invece, pur
lamentandosi e recalcitrando, hanno sostenuto dietro il paravento della
continuità del governo. L'apertura delle ostilità del governo Gentiloni
contro le Organizzazioni Non Governative (ONG) che operano nel
Mediterraneo, l'intesa con le milizie libiche per fermare con le armi i
migranti e il peggioramento del trattamento dei migranti sono misure per
cui il governo deve far valere apertamente l'avallo della Corte
Pontificia. Questa a sua volta non può che avallare la linea del governo
Renzi-Gentiloni contro i migranti come avalla quella contro le masse
popolari italiane, dato che una linea opposta richiederebbe un
rivolgimento generale del sistema politico ed economico del paese, il
programma del Governo di Blocco Popolare [10] e in definitiva
l'instaurazione del socialismo. Anche di fronte all'emigrazione, in
definitiva l'unica soluzione positiva per le masse popolari italiane è
la trasformazione socialista del sistema sociale (la rivoluzione
socialista fino a instaurare il socialismo). Non vi sono alternative.
Stante la crisi in corso, la mobilitazione reazionaria delle masse
popolari (la guerra tra poveri) è la via obbligata di chi cerca di
mantenere in vita l'attuale sistema sociale. La Corte Pontificia e la
sua Chiesa Cattolica sono costrette a mettersi su questa strada quali
che siano le buone intenzioni e le buone parole di papa Francesco e le
acrobazie di parole e di metodi dei Gesuiti che con lui hanno preso in
mano la direzione della Chiesa. Questo obbligo emerge in Italia prima e
più che negli altri paesi, proprio per il ruolo governativo che la Corte
Pontificia esercita nel nostro paese.

Che ruolo ha in Italia (come negli altri paesi imperialisti) l'afflusso
dei migranti dai paesi oppressi dal sistema imperialista mondiale?
Consideriamo la questione nei suoi aspetti principali.

Anzitutto si tratta solo dei migranti poveri e comunque delle masse
popolari provenienti dai paesi oppressi, non dei migranti in generale:
nessun problema per i ricchi (quale che sia la loro razza, religione e
paese d'origine) che vengono in Italia a farsi i comodi loro, da
turisti, da affaristi o anche a stabilirvisi. Quindi il "diritto degli
uomini a migrare" è una questione tirata in ballo solo per confondere le
acque. La questione dei migranti non è una questione di "diritti umani
in generale" e non è neanche una questione di razza o di religione: è
una questione di classe. Riguarda gli immigrati di ogni razza e
religione che mossi dalla miseria, dalla precarietà e dalle guerre, si
riversano dai paesi oppressi e dagli ex paesi socialisti nei paesi
imperialisti in cerca di lavoro e delle condizioni di una vita
dignitosa. Essi si trovano in concorrenza con le classi sfruttate dei
paesi imperialisti, anch'esse sempre più private del lavoro e delle
condizioni di una vita dignitosa, alla stessa maniera in cui ovunque e
sempre, e in un periodo di crisi più che mai, se non si ribellano
insieme, gli sfruttati dal capitale si fanno concorrenza tra loro,
individuo contro individuo: ogni differenza di razza, di religione, di
lingua e altro viene usata (giovani e pensionati, donne e uomini,
lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi, dipendenti pubblici e
dipendenti privati, settentrionali e meridionali, ecc.).

Come è nata l'attuale ondata migratoria?

L'attuale ondata migratoria è stata iniziata e viene incrementata
dall'esaurimento nei paesi oppressi della prima ondata della rivoluzione
proletaria con i connessi movimenti di liberazione nazionale
antimperialisti e antifeudali e dalla ricolonizzazione delle vecchie
colonie che i paesi imperialisti hanno intrapreso negli ultimi decenni
del secolo scorso come rimedio alla crisi per sovrapproduzione assoluta
di capitale iniziata a partire dalla metà degli anni '70. Questo ha
distrutto nei paesi oppressi le condizioni di vita esistenti senza
crearne di migliori come invece stavano facendo i movimenti
rivoluzionari in corso: ha esteso l'estrazione di materie prime, creato
imprese minerarie e industriali a massimo sfruttamento e volte
all'esportazione, ha occupato grandi estensioni di terra per farne
piantagioni destinate ad alimentare il mercato internazionale delle
derrate alimentari e delle materie prime industriali, ha cacciato la
popolazione dalle campagne estendendo l'urbanesimo, ha moltiplicato le
guerre intestine promosse da gruppi imperialisti concorrenti e le
aggressioni da parte dei paesi facenti parte della Comunità
Internazionale degli imperialisti europei, statunitensi e sionisti.
Interi paesi sono stati sconvolti socialmente, economicamente e
politicamente, alcuni Stati sono stati addirittura dissolti (Somalia,
Afghanistan, Iraq, Libia, Yemen). Grandi masse si sono messe in marcia
verso i paesi imperialisti dell'Europa e dell'America del Nord e hanno
contribuito, contribuiscono e sono dalla borghesia imperialista usati
per alimentare un processo comunque già in corso: eliminare le conquiste
di civiltà e di benessere strappate dalle masse popolari dei paesi
imperialisti nel periodo del capitalismo dal volto umano.

I nuovi arrivati nei paesi imperialisti si combinano con il crescente
numero di lavoratori precari, di emarginati e di poveri creati nei paesi
imperialisti stessi dal progredire della crisi generale del capitalismo.
I promotori della mobilitazione reazionaria mobilitano questi contro i
nuovi arrivati. Per mantenere il proprio potere sulle popolazioni
locali, in tutti i paesi imperialisti la borghesia imperialista sempre
più fa affidamento sulla mobilitazione delle masse popolari locali
contro i nuovi arrivati. La mobilitazione reazionaria delle masse
popolari nei paesi imperialisti diventa sempre più mobilitazione contro
gli immigrati, mobilitazione nella guerra per respingere gli immigrati,
mobilitazione nella "guerra al terrorismo", mobilitazione nelle guerre
in corso nei paesi oppressi.

"Controllo dei flussi migratori", "prima gli italiani", "aiutiamoli a
casa loro", "non si può accogliere tutta la miseria del mondo" sono
parole d'ordine e linee politiche che sempre più sostituiscono le
politiche "buoniste" promosse dalla sinistra borghese, dalle ONG e dalle
istituzioni filantropiche e caritative della buona accoglienza e
dell'integrazione. Le masse popolari locali sono sempre più maltrattate,
private delle conquiste (sanità, casa, istruzione, servizi pubblici) e
dei diritti strappati, emarginate. È quindi facile trasformare la loro
resistenza in mobilitazione contro i nuovi arrivati: la guerra dei
poveri contro i poveri è per i ricchi l'alternativa alla guerra dei
poveri contro i ricchi.

Non è il numero dei nuovi arrivati né sono le condizioni oggettive che
impediscono l'integrazione dei nuovi arrivati nei paesi imperialisti. Lo
impedisce il fatto che anche tra la popolazione dei paesi imperialisti,
migranti o non migranti, si estendono comunque precarietà,
disoccupazione ed emarginazione. I nuovi arrivati accrescono la
concorrenza a cui ogni individuo e gruppo dei precari, dei disoccupati e
degli emarginati locali deve comunque far fronte. Oggi l'Italia è un
paese con un ricambio generazionale di circa 400 mila persone all'anno e
il numero di nuovi nati diminuisce di anno in anno. Integrare ogni anno
un centinaio di migliaia di persone in più provenienti dall'estero, come
se invece della natalità decrescente vi fosse un numero stabile o
crescente di nuovi nati, non porrebbe problemi irresolubili se il paese
non fosse già sconvolto da precarietà, disoccupazione ed emarginazione
nonostante la natalità decrescente.

Per questo l'immigrazione non porrà problemi irresolubili al futuro
Governo di Blocco Popolare e tanto meno al successivo governo
socialista. Integreremo i nuovi arrivati nel tessuto produttivo e
sociale del paese allo stesso modo in cui integreremo tutti i precari,
i disoccupati e gli emarginati italiani. Di particolare per gli
immigrati ci sarà che mobiliteremo, formeremo e sosterremo tutti quelli
di loro che sono capaci e disposti a diventare forze rivoluzionarie per
porre fine alla rovina dei rispettivi paesi di origine e coinvolgerli
nella seconda ondata della rivoluzione proletaria di cui il nostro paese
sarà promotore e attore. Non saremo in concorrenza per non essere
travolti nella miseria e nel degrado, ma uniti nella costruzione del
nuovo mondo che risulterà dalla solidarietà e cooperazione dei nuovi
paesi socialisti.

Quali che siano le intenzioni e l'astuzia dei Gesuiti, per loro natura
la Corte Pontificia e la sua Chiesa Cattolica non possono fare una
simile operazione e non a caso non la fanno. Sta ora alle note risorse
dei Gesuiti che con Bergoglio hanno preso apertamente la direzione della
Corte Pontificia, provare a conciliare il più a lungo possibile la
condotta pratica imposta dalla crisi economica e politica della
borghesia con le buone parole (sull'accoglienza dei fratelli e contro il
dio denaro, per costruire ponti e non muri, ecc.) e le buone opere a
difesa dell'influenza morale che la Chiesa Cattolica ha ancora oggi su
una parte cospicua delle masse popolari del nostro paese e di alcuni dei
paesi da cui provengono i migranti. Ma quanto più apertamente la Chiesa
Cattolica dovrà avallare le cattive azioni del governo, tanto più
difficile sarà il compito dei Gesuiti. In Italia il capitalismo dal
volto umano aveva reso facile il governo occulto e irresponsabile della
Corte Pontificia: quell'epoca è finita. La borghesia elimina una dopo
l'altra le conquiste che i lavoratori avevano strappato sulla scia della
prima ondata della rivoluzione proletaria sollevata nel mondo intero
dalla vittoria della Rivoluzione d'Ottobre e dalla costruzione
dell'Unione Sovietica di Lenin e di Stalin. Il catastrofico corso delle
cose imposto dalla borghesia imperialista nel mondo comporta
l'eliminazione delle conquiste dei lavoratori dei paesi imperialisti, la
cacciata a milioni delle masse popolari dai paesi oppressi dal sistema
imperialista, la persecuzione degli immigrati nei paesi imperialisti. Le
opere di beneficenza, le buone azioni, la carità e l'elemosina
dovrebbero riempire i buchi che il sistema sociale di sfruttamento e
oppressione apre, come gli ammortizzatori sociali e il reddito di
cittadinanza dovrebbero compensare la disoccupazione e l'emarginazione
sociale, come le nicchie di economia a km zero e le buone pratiche
individuali predicate da alcuni gruppi della sinistra borghese
dovrebbero prevenire il disastro ecologico prodotto dal capitalismo.
Tutte illusioni di chi non vuole accettare la rivoluzione socialista,
l'instaurazione del socialismo e l'avvio verso la società comunista del
futuro.

STA A NOI COMUNISTI PROMUOVERE LA MOBILITAZIONE RIVOLUZIONARIA DELLE
MASSE POPOLARI FINO A COSTITUIRE UN PROPRIO GOVERNO D’EMERGENZA E
PROCEDERE VERSO L’INSTAURAZIONE DEL SOCIALISMO!

LA BORGHESIA E I PRELATI PER LORO NATURA NON POSSONO CHE PROMUOVERE LA
MOBILITAZIONE REAZIONARIA!

LA REPUBBLICA PONTIFICIA È ARRIVATA AL CAPOLINEA!

PROLETARI DI OGNI RAZZA, RELIGIONE E PAESE, UNITI IN ITALIA NEL CREARE
LE CONDIZIONI PER COSTITUIRE IL GOVERNO DI BLOCCO POPOLARE E FAR
AVANZARE LA RIVOLUZIONE SOCIALISTA!

CONSOLIDARE E RAFFORZARE IL (NUOVO)PCI PROMOTORE DELLA RIVOLUZIONE
SOCIALISTA IN ITALIA!

_**************_

_Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere
individuati e messi sotto controllo dalla Polizia, una via consiste
nell'usare TOR [vedere _ http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html
[11]_], aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle
caselle del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica
del Partito [vedere _ http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html [11]_].
_

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[10] http://www.nuovopci.it/dfa/avvnav07.html
[11] http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html