[nuovopci] Non c’è problema, “disastro naturale” e malattia …

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Autore: \(nuovo\) Partito comunista italiano
Data:  
To: Npci Inter
Oggetto: [nuovopci] Non c’è problema, “disastro naturale” e malattia a cui gli uomini oggi non sanno far fronte: è il capitalismo che ce lo impedisce!
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Comunicato CC 9/2017 - 30 luglio 2017

1917, CENTENARIO DELLA GLORIOSA RIVOLUZIONE D’OTTOBRE, LA SVOLTA NELLA
STORIA DELL’UMANITÀ

Il disastro prodotto dal capitalismo si aggrava in ogni campo!

Le autorità borghesi non sanno fare altro che tamponare le falle e
aggravano i danni fatti dai capitalisti ognuno teso a valorizzare il suo
capitale, per prolungare la vita del loro sistema sociale e preservare i
loro privilegi!

INSTAURARE IL SOCIALISMO È NECESSARIO E POSSIBILE!

NOI COMUNISTI CHIAMIAMO TUTTI I LAVORATORI ALL’OPERA E INDICHIAMO LA VIA
DELLA SALVEZZA.

IN DISTRIBUZIONE IL NUMERO 56 [3] DI _LA VOCE_ DEL (NUOVO)PARTITO
COMUNISTA ITALIANO

Mille sono i campi in cui esplode il catastrofico corso delle cose
prodotto dalla borghesia imperialista. I rimedi con cui le sue autorità
e i singoli gruppi imperialisti cercano di porvi rimedio peggiorano la
situazione: dagli interventi militari delle potenze imperialiste in
Africa e in Asia, al maltrattamento degli emigranti che a causa della
guerra e dello sfruttamento economico fuggono dai loro paesi, agli
incendi e alla siccità e ai prevedibili e prevenibili "disastri
naturali" che devastano tanta parte del nostro e di altri paesi, al
dissesto economico e bancario, alla sovversione che le potenze
imperialiste fomentano in Venezuela e in altri paesi che non si piegano
alle loro manovre.

A fronte di tanto disastro e alle mille forme particolari che assume, la
cosa essenziale è che ogni compagno dia nel modo migliore di cui è
capace, sul suo fronte particolare di lotta, la sua attività per far
avanzare la rivoluzione socialista con cui instaureremo il socialismo
nel nostro paese. Il primo paese imperialista che romperà le catene del
sistema imperialista mondiale mostrerà la strada e aprirà la via anche
alle masse popolari degli altri paesi: ne hanno bisogno e ne
approfitteranno. L'Italia può essere quel paese. Dalla Repubblica
Popolare della Corea che rafforza l'arsenale militare con cui scoraggia
l'aggressione USA, alla Repubblica Bolivariana del Venezuela dove oggi è
in corso l'elezione dell'Assemblea Costituente, tanti sono già oggi i
focolai dove i nostri compagni con la loro iniziativa coraggiosa
concorrono alla rinascita del movimento comunista in corso nel mondo
intero.

Nel nuovo numero di _La Voce_ [3] il Comitato Centrale del (nuovo)
Partito comunista italiano illustra il lavoro in corso nel nostro paese
e indica la via da seguire per far avanzare la rivoluzione socialista.

L'elevazione del livello intellettuale e morale dei suoi membri e
organismi e l'arruolamento di nuovi compagni, la creazione delle
condizioni per la costituzione del Governo di Blocco Popolare [4] che
porterà a un livello superiore l'iniziativa degli operai e delle altre
classi delle masse popolari per sviluppare al lotta di classe fino a
instaurare il socialismo, la denuncia e lo smascheramento delle
posizioni arretrate e delle concezioni disfattiste che frenano
l'attività delle masse popolari e l'avanzata della rivoluzione
socialista: questi sono gli argomenti trattati nella rivista in vari
aspetti particolari.

I comunisti non lavorano a caso, non si orientano a naso, non si
limitano a cogliere le occasioni, a reagire alle misure prese dai nemici
dei lavoratori, a denunciare le loro malefatte e le loro azioni
criminali. I comunisti costruiscono il mondo futuro seguendo una linea e
attuando un piano ben definiti, derivati dalla comprensione delle leggi
delle attività con le quali gli uomini fanno la loro storia. È ridicolo
e nell'interesse delle classi al tramonto pensare che la storia umana
sia l'unico processo che non si svolge secondo sue proprie leggi o che
noi non possiamo conoscerle e applicarle.

Marx ed Engels hanno fondato un secolo e mezzo fa il movimento
comunista cosciente e organizzato. Hanno scoperto una nuova scienza, la
scienza della storia che l'umanità ha fatto nel corso dei secoli, le
potenzialità che l'umanità ha raggiunto con il modo di produzione
capitalista e le soluzioni che deve dare ai problemi del proprio
ulteriore sviluppo. La vittoria della Rivoluzione d'Ottobre un secolo
fa, la costituzione dell'Unione Sovietica e degli altri paesi
socialisti, la prima ondata della rivoluzione proletaria che si è
sviluppata per alcuni decenni hanno confermato che le loro teorie sono
giuste e le hanno arricchite con gli apporti di altri scienziati e
maestri del movimento comunista: Lenin, Stalin, Mao Tse-tung per
nominare solo i maggiori. Le difficoltà pratiche in cui l'umanità oggi
si dibatte risultano dalla difficoltà che le masse popolari hanno a
comprendere quello che possono fare e ad attuarlo e dalla limitata
abilità di noi comunisti a dirigerle, più ancora che dall'opposizione
delle classi dominanti, la borghesia e il suo clero e dalle difficoltà
che queste creano per conservare il loro ruolo e i loro privilegi e
impedire alle masse popolari di fondare il nuovo mondo.

Noi comunisti abbiamo il compito di portare le masse popolari a fare la
loro strada neutralizzando le misure prese dalle classi dominanti fino
ad eliminare completamente il loro dominio. Bisogna superare il
capitalismo: la produzione e distribuzione dei beni e servizi deve
essere organizzata e gestita come una delle varie attività pubbliche e
ogni persona deve avere il suo posto e il suo ruolo: questo sarà il
superamento del capitalismo.

Una parte della sinistra borghese (compresi alcuni intellettuali che si
dicono marxisti) sostengono che la globalizzazione ha creato un nuovo
modo di produzione, ha cambiato la natura del capitalismo che Marx aveva
analizzato ed esposto in dettaglio in _Il capitale_. Sulla base di
questo, nega che occorre instaurare il nuovo modo di produzione di cui
il capitalismo stesso ha creato i presupposti. Di conseguenza negano
tutta la sostanza politica della concezione comunista: negano la
divisione della società attuale in classi sociali e la missione speciale
della classe operaia, negano la lotta di classe come motore dello
sviluppo della società, negano la dittatura del proletariato come sbocco
inevitabile della lotta di classe attraverso il quale verrà eliminata la
divisione dell'umanità in classi e quindi anche il dominio di una parte
dell'umanità sulle altre.

La tesi che la borghesia con la globalizzazione ha creato un nuovo modo
di produzione non è una tesi nuova. Anche un secolo fa, di fronte alla
prima grande crisi generale del capitalismo, alcuni presentavano
l'imperialismo come un nuovo modo di produzione, che aveva superato il
vecchio capitalismo. Nel campo comunista un sostenitore di spicco di
simile teoria fu Bukharin. Le sue tesi vennero confutate da Lenin nel
corso della discussione del nuovo programma del PC(bolscevico) russo
approvato dall'ottavo congresso del partito (18-23 marzo 1919).

La globalizzazione esiste. È un fatto che, per far fronte alla seconda
crisi generale del capitalismo, la comunità internazionale dei gruppi
imperialisti europei, americani e sionisti ha rotto i vincoli (i vincoli
storici e quelli posti dalla prima ondata della rivoluzione proletaria)
alla libertà dei capitalisti, ha reso gran parte del mondo un terreno
aperto alle scorrerie del capitale industriale, commerciale e
finanziario. Hanno spazzato via i confini di molti paesi e con essi
anche la sovranità dei singoli paesi in campo industriale, commerciale,
finanziario e monetario.

Ma quali sono le trasformazioni della struttura della società
capitalista realmente attuate nei decenni della seconda crisi generale?
Queste trasformazioni consistono:

     * nell'accrescimento della divisione del lavoro: hanno trasformato
singole operazioni del processo produttivo (ad es. la ricerca, la
pulizia dei locali, il trasporto, ecc.) in servizi prodotti, comperati e
venduti come merci e hanno trasformato in merci a se stanti i prodotti
parziali dei precedenti processi produttivi;
     * nella sussunzione nel capitale (cioè nella trasformazione in merci
prodotte da lavoratori salariati, da operai) di attività che ancora non
lo erano, in particolare i servizi alla persona,
     * nella riduzione se non eliminazione dei diritti dei lavoratori (un
numero crescente di lavoratori sono diventati nuovamente precari, come
lo erano fino alla prima ondata della rivoluzione proletaria),
     * nell'eliminazione o nella forte riduzione delle frontiere
industriali, commerciali, finanziarie e monetarie tra la gran parte dei
paesi sottomessi in vari modi e in gradi diversi alla comunità
internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti e
dei gruppi ad essa annessi di altri paesi (giapponesi, canadesi,
australiani e altri). Su questo terreno il TTIP (il Trattato
Transatlantico per il commercio e gli investimenti che è in corso di
negoziazione tra gli USA e l'Unione Europea), il TPP (il Trattato di
Partenariato Transpacifico in corso di adozione tra gli USA e il
Giappone, la Malesia, Singapore, Vietnam, Brunei, Canada, Australia,
Nuova Zelanda, Messico e Perù) e altri analoghi accordi rappresentano un
salto in avanti.


Quindi la globalizzazione (o mondializzazione) non è un nuovo modo di
produzione, ma uno sviluppo del vecchio capitalismo, una sovrastruttura
del vecchio capitalismo. Se viene rotta, se crolla, se i confini statali
vengono ristabiliti, ecc., compare il vecchio capitalismo. Perché anche
nel "mondo globalizzato", la base, il nocciolo economico delle relazioni
sociali resta sempre il capitalista che assolda in cambio di un salario
il lavoratore, lo fa lavorare e vende il prodotto del suo lavoro
(prodotto che era costituito prevalentemente di beni nei primi tempi,
quando a partire dal secolo XV il capitalismo si impiantò in Europa
occidentale e ora è costituito in larga misura di servizi).

La globalizzazione attuata nel corso della seconda crisi generale del
capitalismo è basata sulla distruzione e devastazione di interi paesi.
La seconda ondata della rivoluzione proletaria romperà questo tipo di
mondializzazione. Alcuni (come i trotzkisti che negli anni '30 del
secolo scorso dicevano che l'invasione della Cina da parte del Giappone
avrebbe modernizzato la Cina) diranno che è un passo indietro, ma è
un'interpretazione volgare del marxismo. Analoga alla concezione che un
secolo fa in Russia veniva sbandierata da quelli che si opponevano alla
riforma agraria sostenendo che era reazionaria perché sostituiva le
piccole aziende contadine meno produttive alla grande azienda agraria
capitalista che molti proprietari terrieri avevano installato nei vecchi
possedimenti feudali.

Per arrivare all'unità mondiale bisogna eliminare la divisione in classi
e quindi spezzare questa mondializzazione fondata sul dominio della
borghesia imperialista, cioè proprio sulla divisione in classi.

La globalizzazione attuata dalla comunità internazionale dei gruppi
imperialisti europei, americani e sionisti per far fronte alla loro
maniera alla seconda crisi generale del capitalismo è possibile romperla
(come fatto nel secolo scorso con le autarchie e le guerre, come fanno
oggi i gruppi imperialisti USA ed europei con le sanzioni, ecc.). Non è
un processo irreversibile: nel secolo scorso, ad esempio, si è passati
dalla mondializzazione all'autarchia introdotta da vari paesi (in
preparazione della guerra, cioè per rendersi autonomi da paesi nemici, e
a scapito delle masse popolari, come fatto dai regimi fascisti e
nazisti; per sottrarre le masse popolari e il paese nel suo insieme al
boicottaggio, al blocco economico e all'aggressione economica e
commerciale delle potenze imperialiste, come fatto dal governo
sovietico) e poi ancora alla mondializzazione.

Come la rompiamo? Non, come sostengono alcuni esponenti della sinistra
borghese, tornando alle caverne o isolandoci dal resto del mondo, ma con
la conversione industriale e con la creazione di nuovi sbocchi
attraverso le relazioni di solidarietà, collaborazione o scambio con
altri paesi e per usi interni, quelli correnti e quelli nuovi. Prendiamo
ad esempio la Piaggio: che cosa vieta che si metta a produrre scooter
elettrici ecocompatibili se quelli che produce attualmente sono troppi?
Tutta la produzione ecocompatibile richiede la riconversione di molte
delle attuali produzioni.

Dobbiamo rompere l'attuale globalizzazione che è apertura del mondo
intero alle scorrerie dei gruppi monopolistici industriali e finanziari
e oppressione di gran parte del mondo da parte della comunità
internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti. La
rottura comporterà lo sconvolgimento di relazioni commerciali e della
divisione del lavoro che quella globalizzazione ha prodotto. Bisognerà
in molti casi, in ogni caso in cui risulterà necessario, riconvertire e
ristrutturare, cambiare il tipo di prodotto e servizio. Molti prodotti e
servizi sono connessi con le relazioni di sfruttamento e di
emarginazione, di oppressione e di repressione. Molti uomini dovranno
convertirsi ad altre attività. Molto tempo potremo e dovremo dedicare
alle attività specificamente umane. Milioni di uomini dovranno assumere
responsabilità che oggi non assumono. Il nuovo sistema di produzione
dovrà trovare e darsi forme adeguate di esistenza, creare nuove
istituzioni. Ma tutto questo è un compito necessario e possibile.

Rafforzare il movimento comunista cosciente e organizzato (oggi in
Italia per motivi particolari della nostra storia costituito da due
partiti fratelli: il (n)PCI e il P.CARC), promuovere l'organizzazione
delle masse popolari e in primo luogo degli operai per affrontare con la
costituzione di un loro governo, il Governo di Blocco Popolare, i
compiti sopra indicati, neutralizzare le misure dei nemici delle masse
popolari: questi sono i compiti a cui chiamiamo tutti gli uomini di
buona volontà, a partire dagli operai più avanzati, dai giovani più
energici, dalle donne più generose, dagli immigrati più coscienti.

PER DIVENTARE COMUNISTI BISOGNA IMPADRONIRSI DELLA SCIENZA DELLE
ATTIVITÀ CON LE QUALI GLI UOMINI FANNO LA LORO STORIA, SVILUPPARLA E
USARLA PER INSTAURARE IL SOCIALISMO: IL PARTITO È LA SCUOLA PER OGNI
INDIVIDUO DECISO A DIVENTARE COMUNISTA!

AVANTI QUINDI!

COSTITUIRE CLANDESTINAMENTE IN OGNI AZIENDA CAPITALISTA, IN OGNI AZIENDA
PUBBLICA, IN OGNI ISTITUZIONE E IN OGNI CENTRO ABITATO UN COMITATO DI
PARTITO PER ASSIMILARE LA CONCEZIONE COMUNISTA DEL MONDO E IMPARARE AD
APPLICARLA CONCRETAMENTE OGNUNO NELLA SUA SITUAZIONE PARTICOLARE!

STUDIARE IL _MANIFESTO PROGRAMMA [5] _DEL PARTITO È LA PRIMA ATTIVITÀ DI
CHI SI ORGANIZZA PER DIVENTARE COMUNISTA. STABILIRE UN CONTATTO
CLANDESTINO CON IL CENTRO DEL PARTITO È LA SECONDA. PROMUOVERE LA
COSTITUZIONE DI ORGANIZZAZIONI OPERAIE IN OGNI AZIENDA CAPITALISTA E DI
ORGANIZZAZIONI POPOLARI IN OGNI AZIENDA PUBBLICA, IN OGNI ISTITUZIONE
ADDETTA A FORNIRE SERVIZI PUBBLICI, IN OGNI ZONA D’ABITAZIONE È LA
TERZA.

CON IL SOCIALISMO NESSUNA DONNA E NESSUN UOMO È UN ESUBERO!

CON IL SOCIALISMO C’È POSTO PER TUTTI QUELLI CHE SONO DISPOSTI A FAR LA
LORO PARTE DEI COMPITI DI CUI LA SOCIETÀ HA BISOGNO!

NON C’È PROBLEMA, “DISASTRO NATURALE” E MALATTIA A CUI GLI UOMINI OGGI
NON SANNO FAR FRONTE: È IL CAPITALISMO CHE CE LO IMPEDISCE!

OSARE SOGNARE, OSARE PENSARE, OSARE VEDERE OLTRE L’ORIZZONTE DELLA
SOCIETÀ BORGHESE!

_**************_

Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere
individuati e messi sotto controllo dalle Forze dell'Ordine borghese,
una via consiste nell'usare TOR [vedere
http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html ], aprire una casella email
con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i messaggi
criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere
http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html ].

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[5] http://www.nuovopci.it/scritti/mpnpci/indicmp.html