Il 13/03/2017 19:40, yattaman ha scritto:
> Se per esprimere questo bisogna usare la parola "contropotere" non lo so.
> Vogliamo cambiarlo? Ci può stare, ma il concetto deve restare bello
> chiaro...
A parte che era "controculture" e non "contropotere" che poi in un
certo sono sono intrinsecamente identiche, comunque vorrei dire la
mia nel merito.
Ha senso tener saldo alcune identità che ci siamo conquistati nel
tempo per l'hackmeeting che non è solo l'incontro delle controculture
digitali, e poi spiego le mie motivazioni, ma è anche ben altro come
tutti sanno vi è l'antisfascismo, l'antirazzismo, l'antixenofobia,
l'antisessismo, a mio avviso è un qualcosa che se non ci fosse
bisognerebbe comunque inventarlo, di eventi smanettoni e pseudo tali
cloni uno dell'altro com'è stato già detto ve ne sono più di quelli
che effettivamente servono e sono utili, vuoi per dissetarsi alla
fonte del sapere (che non è solo tecnico), vuoi per la voglia di
socializzare e di andare oltre la cortina del cyber-spazio e vedersi
in real-life a cui associare un nickname ad un volto, dove
necessariamente i conflitti nati nel cyberspazio e/o in mailinglist
si appianano o si accentuano com'è giusto che sia e si fa spazio il
progetto politico dell'evento stesso, nel senso che ci stanno stretti
tutte le forme di controllo e repressione che il "potere" crea per
mantenere lo stato di cose presenti, perchè siamo consapevoli che
l'informazione è sempre manipolata per mantenere il controllo e
creare falsi bi-sogni e che l'informazione nell'unità di tempo è
potere (wikileaks la dice lunga nel merito).
Le "controculture digitali" sono quelle che ci portiamo dietro perchè
l'hackmeeting è qualcosa di diverso sin dai luoghi stessi che ci hanno
ospitato a cui abbiamo lasciato la nostra impronta, nessun luogo e
città che ha ospitato l'hackmeeting è rimasto lo stesso dopo l'evento
e questo scusate se vi sembra poco, il nostro modello di usare la
tecnologia senza nessuna forma di controllo e tenere sotto controllo
i controllori stessi è già di per sè "controcultura" visto che molti
sono disposti a barattare la propria privacy per un falso senso di
sicurezza, l'ultimo leak di wikileaks sulla CIA la dice lunga di
quanto sia importante il nostro evento in un contesto come quello
che viviamo e questa per me è controcultura, usare con consapevolezza
i mezzi di comunicazione ed i vari social network è già
controcultura, controcultura che va contro il pensiero unico in cui
va bene farsi controllare i peli del culo e far usare strumenti di
controllo a muzzo perchè non si ha nulla da nascondere, una volta
ci piaceva dire "chi controlla i controllori"?
Bene basta questa frase per identificare la controcultura ed anche
contropotere dell'hackmeeting.
Mi piace pensare che siamo quelli che vanno ostinatamente in direzione
contraria a quella che giornalmente ci propongono dove il nostro
crimine resta sempre la curiosità di andare a fondo sulle cose e
metterci sempre le mani dentro anche nella vita reale e non solo
nel cyberspazio, siamo quelli che combattono tutte le forme di
repressione ed oppressione che il capitalismo mette in atto per
sottomettere e mantenere il controllo di intere società e seppur
viviamo nello stesso sistema cerchiamo le falle e cerchiamo di
creare backdoor nel sistema capitalista in cui viviamo, creando
Zone Temporaneamente Autonome dove sentirci a nostro agio ma al
tempo stesso spargendo un virus culturale contro tutte le forme
di controllo.
--
P@sKy
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