In cm-roma, Gianluca scriveva: >
> La prima spiegazione è sulla decisione di Bologna come sede della
> Ciemmona annuale.
> A quanto mi risulta la prima volta che se n'è parlato è stata data
> una comunicazione su questa lista a decisione avvenuta.
> Non mi risultano riunioni o tentativi di discussione precedenti alla
> luce del sole.
> Chi l'ha decisa e dove?
> Poi si parla di democrazia partecipata.
> G
Ciao Gianlu'.
Io capisco (posso immaginare) la mancanza di partecipazione ad assemblee
ristrette, che spingono in una certa direzione. E' pure vero che:
1) i tempi sono cambiati in male: troppa gente non si muove neppure
sapendo le cose via fecebook; non sanno cosa sia una assemblea "anche"
politica;
2) l'elemento politico è stato rigettato (via stanchezza e certe scelte
ben precise) o mai accolto da una parte della critical mass romana;
3) le avanguardie a volte fanno anche cose buone (le bonifiche?);
4) la democrazia partecipata è locuzione di una sinistra magari
arancione; non è democrazia diretta. Non è autogestione. Chi ve l'ha
messa in testa, Pisapia? Quello delle spugnette? Porto Alegre, qualcuno
ricorda?
5) dire Ciemmona e non dire mai Critical Mass è inquietante; insistere
sulla C.T.R. (la "Ciemmona Romana Tradizionale") rende molti, come dire,
evenemenziali; per non dire superficiali;
6) chi avesse coltivato (col lavoro collettivo) esattamente il tipo di
esperienza gestionale, e militante sul campo, intorno alla modalità
Ciemmona sarebbe esattamente colui che cercherebbe con rinnovata volontà
il conflitto (e la festa) altrove; non tralasciando Roma ma cercando la
moltiplicazione di eventi di confronto, non solo celebrativi; così ogni
città con problemi di "traffico", pure Lampedusa, sarebbe "degna" di una
Ciemmona, perdio; essere romanocentrici vi fa più provinciali di quanto
non riusciate a vedere, insistere a parlare di mobilità è un fallimento,
coi morti in giro e le guerre alle porte. SIAMO ridicoli, perchè non ci
muoviamo CONTRO. Ovviamente è una questione di visioni del mondo ma pure
di scontri molto, molto materiali.
Allora o finalmente ci capiamo su termini e pratiche, ricomnciando a
"criticare" o sarete (forse perfino a Bologna, saremo) solo massa in
mano a qualche politicante della bicicletta. Questo processo, qui a
Bologna, ha trovato terreno fertilissimo. Indovinate come. Un modello
dell'avvenire fatto di marchette elettorali.
E comunque, capiamoci: io ho fatto 10 anni di Ciemmone, che non
significa nulla; ho lavorato non quanto avrei voluto nelle ciclofficine
popolari, che non significa nulla; vedo la decomposizione di un
movimento i cui elementi sono però ancora vivi, quando non asserviti a
campagne filo-amministrative. E, incidentalmente, posso stare a Bologna
tanto quanto a Roma, in questo frangente, ho lo sdoppiamento eterico;
ma, credetemi, a insistere con 'sta cosa della "Ciemmona", a connotarla
come "Romana", per quanto PURE IO vi sia affezionato, fa sembrare troppa
gente più idiota e sconnessa dal resto del mondo dell'ultimo villaggio
nella penisola di Kola. E le tendenze fasciste, grazie ai deliri de
facebook, escono presto fuori. Qua noi vi chiediamo una mano, per un
movimento comune, che MAGARI riprende certi intenti storico-genetici
della Ciemmona e MAGARI vuole una prospettiva di lunga durata e la
risposta è: "padroni a casa nostra", siete "fake", "bannali", "b&b",
"stocazzo", siete "dittatori", "mi piace"? Ma come cazzo parlate? Ma un
vaffanculo ce lo possiamo dire anche reciprocamente, in faccia, vengo a
Roma presto.
A me frega un seghetto dell'evento mediatico Ciemmona; del lucro dei B&B
NELL'ANNO DEL GIUBILEO; del potere politico cialtrone di salvaiciclisti
che promette DA 4 ANNI modifiche universali al codice della strada; SIC
che è sorto GRAZIE alla "gentrificazione della pratica" della critical
mass; DOPO aver imitato la Ciemmona col Bike Pride e aver rivoltato il
discorso politico autonomo imparando a spingere gente come DelRio, per
chiedere "salvezza" ai ciclisti (senza accennare mai a TAV o a trivelle
renziane e flirtando con l'imprenditoria ecologica - come pure altri
"disobbedienti"); e frega un cazzo pure del contropotere agito via
bicicletta contro traffico e sistema, perchè la verità è che lasciamo i
semafori che troviamo. Qua interessa la ripresa di un discorso politico
CHE VIENE SISTEMATICAMENTE OMESSO dai percorsi (ad esempio grazie al
democratico bandimento da facebook). E che la critical mass rappresenta
con molta maggior gioia di qualunque altro "moto di piazza". 'Sti cazzo
de social network fannno collassare tutto in uno: progetto inesistente,
cammino vuoto, meta circolare. E ci stanno dentro un sacco di ignoranti
che o non sanno la storia o la omettono scientemente per qualche volontà
vetrinizzata.
Se er 5% della gente che s'affaccia alla Ciemmona, su quer cazzo de
facebook (che io non avrò mai, perciò vi chiedo di combattere per me) se
sporcasse le mani, animasse le ciclofficine popolari (con tutte le rogne
che nessuno nega, eh) queste sarebbero delle basi rivoluzionarie gonfie
di creatività; saremmo vicinissimi alla presa del potere semantico.
Invece state a clicca' su dei cazzo de link, controllati dalle guardie.
Ma liberateve dalla "vita virtuale" - lo dice pure il cardinale di
Bologna..