11/01 - A RISCHIO LA PROSECUZIONE DEL CESSATE IL FUOCO
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Attraverso un comunicato della sua Delegazione di Pace all'Avana,
l'insorgenza rivoluzionaria delle FARC ha reso noto che i vertici
militari ed i loro alleati politici hanno provocato diversi scontri
con la guerriglia affinché si produca una rottura del Cessate il
Fuoco decretato dalle FARC.
“Questo insensato atteggiamento ostile”, spiega il comunicato,
“proprio nel momento in cui da parte dello stesso governo si è
posto l'accento
sulla ricerca di accordi per ridurre l'intensità del conflitto,
oltre a contraddire il maggioritario clamore nazionale per la pace,
mette in serio pericolo la continuità della misura decretata dalle
FARC per evitare nuove vittime”.
Stando al comunicato, il 31 dicembre una pattuglia dell'esercito ha
assaltato unità della colonna Teófilo Forero nei pressi del
municipio di Algeciras, nel dipartimento del Huila. Il 1 gennaio
l'esercito ha aperto il fuoco contro la Colonna Jacobo Arenas, con il
risultato di 6 militari morti ed un guerrigliero ferito. Oltre a
questi, si registrano anche altre episodi, nel Caquetá e nel Meta.
Il cessate il fuoco fa paura ai nemici della pace e a quanti si
oppongono, Uribe in testa, al lavoro del Tavolo dei Dialoghi.
Sordi alle richieste della popolazione, e persino, probabilmente, di
una parte della stessa oligarchia, i militaristi, guerrafondai e
retrivi – legati a triplo filo con esercito e paramilitari – con
i loro vili attacchi tentano in tutti modi di affossare la i dialoghi
di pace.
07/01 - NON C'E' PACE PER I PRIGIONIERI POLITICI COLOMBIANI
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Hubert Ballesteros, David Ravelo, Miguel Ángel Beltrán e Lily
Obando, leaders popolari e vittime delle più sfacciate montature
giudiziarie, possono essere presi a simbolo degli oltre 10.000
prigionieri politici e di coscienza che affollano le carceri
colombiane.
Con il nuovo anno, La Rete Internazionale di Solidarietà con i
Prigionieri Politici Colombiani rinnova il suo appello per la loro
libertà, e per quella di tutti coloro che vivono la loro
condizione per aver lottato per la causa del popolo.
L'ingiustizia che hanno patito è colossale: si pensi al caso di
Ballesteros, leader sindacale arrestato il 25 agosto 2013 durante lo
sciopero agrario, e in prigione da allora, senza sentenza né
condanna. Nel maggio del 2014 un giudice gli ha rifiutato i
domiciliari, richiesti per motivi di salute.
A lungo vicepresidente della Federazione Sindacale Agraria,
Fensuagro, portavoce e membro fondatore di Marcia Patriottica, è
accusato di ribellione e finanziamento delle FARC sulla base di
evidenti montature; anche il professor Beltrán è accusato di essere
membro delle FARC, sulla base di prove universalmente riconosciute
(anche da diverse sentenze della magistratura colombiana) come
rimaneggiate ad arte. Liliany Obando condivide l'accusa di
“ribellione” con Beltrán e Ballesteros, ricavata da computer
requisiti ai Comandanti Raúl Reyes e Alfonso Cano e, come Beltrán,
era una ricercatrice ed una docente universitaria. Rabelo, che ha
reso pubblici i vincoli di Uribe con i capi paramilitari della sua
città natale, Barrancabermeja, è in prigione dal 2010. La
persecuzione degli oppositori politici al regime è feroce e
inappellabile, poiché l'oligarchia non tollera che vengano
denunciati pubblicamente i suoi crimini; e chi lo fa, come i quattro
compagni citati, deve essere fermato ad ogni costo.
01/01 - FARC LANCIANO ALLERTA URGENTE CONTRO LE PROVOCAZIONI
DELL'ESERCITO
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In un comunicato della Delegazione di Pace delle FARC all'Avana,
l'insorgenza rivoluzionaria colombiana ha lanciato l’allarme a
causa degli operativi militari e degli attacchi che le forze armate
stanno perpetrando in diverse regioni della Colombia, anche con l'uso
di bombardamenti.
Nel comunicato si legge che l'insorgenza intende denunciare al
Fronte Ampio per la Pace (uno dei soggetti garanti della tregua
unilaterale
in atto dallo scorso 20 dicembre) diversi movimenti di truppe ostili
sul territorio nazionale, nonché due bombardamenti, lanciati la
notte del 24 dicembre ed il giorno successivo, seguiti da sbarchi di
truppe ai piedi della cordigliera occidentale nel dipartimento di
Antioquia.
Le FARC, dunque, intendono mettere in allerta “l'opinione pubblica
e gli organismi ed i movimenti politici incaricati della verifica in
merito a questi provocatori movimenti e dispiegamenti di truppe,
volti unicamente a creare situazioni che possano generare uno scontro
armato, per poi accusare le FARC-EP di violare il cessate il fuoco.”
Negli scenari descritti il comunicato avverte che le unità fariane
permangono in stato di allerta difensiva, sperando di non dover
prendere decisioni che mettano in pericolo la loro “determinazione
nel proseguire la tregua unilaterale indefinita.”
Messo politicamente all'angolo dalla tregua guerrigliera, il governo
colombiano cerca pretesti per far ripartire il confronto armato, e
sembra non avere né la forza né l'intelligenza per uscire
dall'impasse accettando la tregua bilaterale, come il clamore
popolare, ed il buonsenso, richiedono a gran voce.
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