mercoledì 29 ottobre dalle 18 alle 19
sui gradini del palazzo ducale di Genova, 648° ora in silenzio per
la pace.
Incollo il volantino che verrà distribuito.
Altre info su
www.orainsilenzioperlapace.org
L’aggressione
israeliana a Gaza
in cifre
Il
26
di agosto ha segnato il 50° e ultimo giorno della campagna
israeliana contro
Gaza, che era cominciata l’8 di luglio. Il bilancio delle
vittime si ferma
attualmente a 2.147 persone, delle quali 530 bambini, secondo
i dati
dell’Osservatorio Euro-Mid per i Diritti Umani.
Il
prezzo
pagato da Gaza comprende:
Persone
2.147
Palestinesi sono stati uccisi, compresi
530 bambini e 302 donne. Nell’81% dei casi si è trattato di
civili, rispetto al
9% dei
70 israeliani
uccisi. Tra i
morti vi sono stati
16
giornalisti,
23
operatori sanitari ed
11
impiegati dell’UNRWA.
10.870
Palestinesi sono rimasti feriti, compresi
3.303 bambini e 2.101 donne. Un terzo dei bambini feriti (circa
3.000) soffriranno
di disabilità permanenti.
100.000
Palestinesi sono stati evacuati dalle loro case a
causa delle minacce israeliane o perché le loro case sono state
distrutte o
seriamente danneggiate. Essi hanno trovato rifugio in strutture
delle Nazioni
Unite o presso altre famiglie, con decine di persone sistemate
nella stessa
casa.
Edifici
ed attrezzature
Il
numero totale di case parzialmente o
completamente distrutte dall’inizio dell’ultima guerra contro
Gaza ha raggiunto
quota
17.132.
2.465
case sono state completamente distrutte e
13.644 case seriamente
danneggiate.
Decine di migliaia di altre case hanno subito danni più lievi.Il
numero di
moschee bersagliate è stato di
171.
62
moschee sono state completamente distrutte.
10
chiese sono state danneggiate.
222
scuole sono state distrutte, comprese
141 statali, 76 dell’UNRWA e cinque istituti privati. Inoltre,
6 università sono
state demolite.
29
ospedali e cliniche per le cure primarie sono
stati danneggiati, assieme a
36
ambulanze.
Anche
55
pescherecci
sono stati distrutti ed hanno interessato 3.000 persone la cui
vita dipendeva
direttamente da essi, insieme a 48 Ong che aiutavano i civili
fornendo servizi.
372
aziende, fabbriche ed altri operatori industriali
e commerciali sono rimasti danneggiati così come 19 istituzioni
finanziarie.
(
Fonte: Infopal )
Se fare la conta
dei danni e
delle vittime è stata un’operazione matematica relativamente
semplice,
attribuire colpe e responsabilità di un conflitto in cui difesa
e attacco,
ripicca e vendetta si mescolano, rappresenta un terreno
piuttosto scivoloso, in
cui molti hanno preferito non inoltrarsi. All’aplomb pilatesco
dei leader di
casa nostra, il consiglio Onu dei diritti umani ha risposto però
con
l’istituzione di una commissione d’inchiesta sui crimini
perpetrati e le
violazioni commesse da ogni parte. “Il rapporto della
commissione, previsto nel
marzo 2015 — rende noto Amnesty International — dovrebbe
includere
raccomandazioni concrete per assicurare giustizia per le vittime
del conflitto
e la fine del ciclo dell’impunità”.
Nel frattempo però
una sentenza
definitiva è arrivata dal tribunale Russell sulla Palestina. Il
tribunale
internazionale, creato da un numeroso gruppo di cittadini
impegnati nella
promozione della pace e della giustizia in Medio Oriente (tra
cui Ken Loach,
Roger Waters, Christiane Hessel, Vandana Shiva, Richard Falk),
ha presentato al
Parlamento europeo le conclusioni della sessione straordinaria
tenutasi il 24
settembre scorso a Bruxelles, da cui si evince una forte
condanna dello Stato
di Israele. La giuria infatti, facendo riferimento alle 700
tonnellate di
artiglieria pesante scagliate sulla Striscia, ha parlato della
“più feroce
offensiva subita dalla Palestina, dal 1967 ad oggi” e ha
elencato una lista
infinita di crimini di guerra imputati allo Stato ebraico
.
Fonte: dailystorm.it
11 ottobre 2014