[NuovoLab] 629° ora in islenzio pe rla pace

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mercoledì 18 giugno dalle 18 alle 19
      sui gradini del palazzo ducale di Genova, 629° ora in silenzio per
      la pace.

      Incollo il volantino che verrà distribuito.

      Altre info su 
www.orainsilenzioperlapace.org


L’Onu
            a Israele:«Liberate i detenuti
            politici»

Roma,
          7
          giugno 2014, Nena News
–
 Da
        sei
        settimane in sciopero della fame, trasferiti come forma punitiva
        in altre
        carceri israeliane e minacciati di alimentazione forzata: la
        protesta dei circa
        125 detenuti politici palestinesi assume tratti drammatici,
        tanto da scatenare
        la reazione delle Nazioni Unite. Ieri il segretario generale
        dell’ONU, Ban
        Ki-moon, ha espresso grande preoccupazione per il deterioramento
        delle
        condizioni di salute dei prigionieri palestinesi che rifiutano
        il cibo come
        protesta per la pratica della detenzione amministrativa
        applicata senza sosta
        da Israele. 
E chiede a Tel Aviv di rilasciarli o di
          garantire loro un
          processo equo.

A preoccupare l’ONU, aggiunge l’Alto
        Commissariato per
        i Diritti Umani, è anche 
il disegno di legge in discussione
          alla Knesset che
          intende permettere l’alimentazione forzata dei prigionieri in
          sciopero. Un
          trattamento medico che non solo viola i diritti umani del
          detenuto, ma che in
          passato si è dimostrato estremamente pericoloso
: si sono
        registrati
        numerosi casi di prigionieri morti durante un simile
        trattamento.. 
Una
          pratica che viola le regole base dell’Associazione Medica
          Mondiale e condannata
          anche dall’Associazione dei Medici Israeliani:
          “L’alimentazione forzata è una
          tortura e nessuno dei nostri dottori ne prenderà parte”.

Al nutrimento forzato si aggiunge una
        serie di altre
        punizioni inflitte ai detenuti in sciopero per far cessare la
        protesta: 
“L’Israeli
          Prison Service ha vietato le comunicazioni con il mondo
          esterno – spiega
          l’associazione palestinese per i diritti dei prigionieri,
          Addameer – Non
          permette le visite dei legali e continua a trasferire
          prigionieri da un carcere
          all’altro;
li pone in isolamento e nega le visite
        familiari; li multa fino
        a 50 euro; li costringe in celle vuote senza vestiti, posso
        tenere con loro
        solo un bicchiere d’acqua”.

Lo sciopero della fame in corso dal 24
        aprile scorso è
        stata lanciata in risposta alla sospensione da parte israeliana
        della
        liberazione del quarto e ultimo gruppo di detenuti politici,
        previsto a luglio
        del 2013, come parte integrante della ripresa del negoziato tra
        Autorità
        Palestinese e Stato di Israele. Tel Aviv ha bloccato il rilascio
        dell’ultima
        ventina di prigionieri, provocando la reazione di Ramallah che
        ha fatto
        ripartire il processo di adesione a 15 organizzazioni e trattati
        internazionali.

I prigionieri in sciopero della fame
          chiedono prima di
          tutto la fine della detenzione amministrativa
,
        una
        misura cautelare prevista dal diritto internazionale ma
        utilizzabile solo in
        casi speciali. Israele, al contrario, ne ha fatto uno dei
        capisaldi della
        propria politica di repressione della resistenza palestinese: 
detenzioni
fino
          a sei mesi, reiterabili senza limiti di tempo, che non
          prevedono né
          processo né accuse ufficiali.
Si finisce in prigione per
        “motivi di
        sicurezza”, sulla base di file segreti che né avvocati né
        prigionieri possono
        visionare. A maggio, secondo i dati raccolti da Addameer erano
        192 i
        prigionieri in detenzione amministrativa, tra cui otto membri
        del Consiglio
        Legislativo Palestinese
.
 Nena News




    
        
            
                
            
        
        
            
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