[Intergas] I: Banca Etica banca etica?

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Autore: Giorgio
Data:  
To: Lista del coordinamento dei GAS milanesi
Oggetto: [Intergas] I: Banca Etica banca etica?
Cari amici gasisti,

ho ricevuto questa mail che mi ha posto una serie di dubbi.

Avete, per favore, qualche informazione ulteriore che possa fare chiarezza; intendo dire confermare o smentire quanto contenuto nella mail allegata?

Grazie a chiunque possa / voglia approfondire.



Ciao



Giorgio



Da: Matteo Mattioli [mailto:matmattioli@gmail.com]
Inviato: martedì 4 marzo 2014 10:13
A: mani.unite
Oggetto: Banca Etica banca etica?



Ieri a PRESADIRETTA su RAI 3 si parlava di derivati e banche che fanno speculazioni finanziarie con soldi virtuali che hanno causato la crisi planetaria che stiamo vivendo dal 2007 ad oggi senza soluzione di discontinuità.

In studio c'era Andrea Beranes, di FCRE la Fondazione di Banca Etica, al quale Iacona ha posto questa domanda: "Banca Etica che non è una Ong ma una vera e propria banca, come fa ad operare in questo mondo mantenendo i propri valori etici?" (consentitemi di avere parafrasato un po').



Il punto, Signor Iacona è proprio questo, non è importante la risposta che dà Beranes (che ovviamente se l'è cavata benissimo), ma come viene posta la domanda.

Questa infatti dà già per scontato che Banca Etica operi in forma consona al suo nome. Chi lo dice? Da cosa si deduce, dal suo nome?



Come si dovrebbe comportare una banca etica nei confronti di un debitore che si trovasse nella difficoltà di restituire un prestito? Chiaro, non dovrebbe più esigere il proprio credito per non condannare quella persona che per un motivo o per un altro non lo può rifondere.

Già, ma Banca Etica il credito invece lo esige, proprio come una banca e ti pignora se non lo rifondi.

Proprio come è successo con gli autocostruttori di Filetto: VEDI ALLEGATO.



Ma cos'è l'autocostruzione assistita e come sono stati gestiti i 15 cantieri sorti in tutta Italia?



Con il termine autocostruzione nel campo dell'architettura si indicano le strategie per sostituire con operatori dilettanti le imprese che, in una struttura produttiva evoluta, si occupano normalmente della realizzazione dell’edificio per conto dei suoi futuri utenti. I futuri proprietari, cioè, non avendo la possibilità di accedere all'acquisto di una abitazione al normale costo di mercato, lavorano attivamente alla costruzione della propria casa, affiancati da personale specializzato, risparmando in sintesi sulla manodopera.



I progetti di autocostruzione assistita, comuni in Europa già negli anni '60, '70, vengono presentati come una soluzione concreta al disagio abitativo e alla mancanza di abitazione popolari sul nostro territorio nazionale, circa una decina di anni fa da una Ong milanese, Alisei Ong, la quale poteva vantare una certa esperienza in questo ambito per avere realizzato nel 2001 un progetto di autocostruzione assistita in Bosnia, all'interno di un progetto finanziato dalla Commissione Europea (Echo):

http://ec.europa.eu/enlargement/pdf/financial_assistance/cards/cases/021_en.pdf



Nel 2002 nasce quindi il progetto "UN TETTO PER TUTTI", che nella sola regione Lombardia prevede la costruzione di 125 alloggi, nell'arco di 24 mesi circa.

Contemporaneamente il progetto viene proposto in Umbria, dove nel corso dello stesso periodo si avviano 4 cantieri.

Nonostante le cose non procedano proprio a gonfie vele (i cantieri che dovevano durare 18-24 mesi in realtà da subito denunciano gravi ritardi), Alisei riesce a convincere anche il Comune di Ravenna, dove saranno avviati ben 3 progetti e il Comune di Cadoneghe (PD)



Il risultato di questo progetto è disastroso. Su circa 15 cantieri avviati (un cantiere anche in Veneto, in provincia di Padova) solo 4 vengono terminati, ma con gravi ritardi e difetti strutturali, gli altri sono abbandonati da anni al grezzo. Nella sola Lombardia sono stati "buttati" 11,8 milioni di finanziamenti pubblici.



Nonostante tutto ciò nel 2009 in Campania si decide di proporre la stessa metodologia, nel Comune di Villaricca e di Piedimonte Matese.

La regione mette a disposizione un finanziamento a fondo perduto di 850.000 €. Chi è il soggetto promotore e gestore? Alisei.



Ma accanto ad Alisei, come dall'inizio di questa avventura, c'è sempre Banca Etica.



I meccanismi della truffa li dovranno scoprire la Magistratura, io sostengo che Banca Etica non potesse finanziare questi cantieri perché non si trovava nelle condizioni di terzietà richieste nella conduzione di un progetto di edilizia pubblica regolato da bando pubblico.



A questo scopo vi segnalo questi due link:

La tris: L'Ape, Jeremie e Yalla <http://bit.ly/1n6YXHp>

Felice Romeo, il benefattore schivo <http://bit.ly/1lpVFzV> .



Cordiali saluti.

Matteo Mattioli