[Redditoxtutti] Comunicato Ex lavoratori ThyssenKrupp Torino…

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Autore: usiait1@virgilio.it
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To: pop
CC: precari_roma, redditoxtutti
Oggetto: [Redditoxtutti] Comunicato Ex lavoratori ThyssenKrupp Torino - Riqualificazione ex Aree ThyssenKrupp Torino 14/2/2014



Comunicato radio stampa e avviso - per diffusione, divulgazione e pubblicazione. grazie
riceve e inoltra Unione Sindacale Italiana USI che richiede la diffusione del comunicato degli ex operai della ThyssenKrupp Torino, 14 febbraio 2014
L'USI RICORDA che la Rete Nazionale Salute e Sicurezza sul lavoro e sui territori, ha assunto la GIORNATA DEL 24 APRILE A ROMA COME MOMENTO DI MANIFESTAZIONE IN OCCASIONE DELLA
SENTENZA DI CASSAZIONE SUL CASO THYSSENGRUPP E INVITA TUTE LE SITUAZIONI A PARTECIPARE.




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EX AREE THYSSENKRUPP:IL COMUNE PAGHI I
SENZA LAVORO PER BONIFICARE LE SOSTANZE TOSSICHEIn
questi giorni il Comune di Torino ha approvato il Programma di Trasformazione
Urbana 2013-2016,
presentato in prima istanza dall’Assessore all’Urbanistica Stefano Lo Russo e
dal Sindaco P. Fassino nel luglio del 2013 e poi modificato, che comprende
la riqualificazione delle ex Aree ThyssenKrupp, dove sorge lo stabilimento in
cui trovarono la morte 7 nostri compagni di lavoro. Un’area enorme, oltre 300
mila metri quadrati, a ridosso del Parco della Pellerina, dove scorre e trova il
suo ingresso in Città la Dora Riparia. Ovviamente su questa area si sono già
scatenati, da anni, molti appetiti, sia pubblici (oneri di urbanizzazione) che
privati (speculazioni edilizie e aumento delle rendite fondiarie).Il Comune non si pone neppure la questione, almeno morale (visto che quella giuridica finora non ha visto nessuna condanna per i
responsabili della strage) di trattare l'area con la logica di penalizzare chi ha causato quelle morti.
L’Amministrazione Chiamparino aveva affermato, all’indomani della strage, di
non voler concedere alla multinazionale tedesca alcun beneficio, come il
cambiamento di destinazione d’uso, ed espresso la volontà che l’area
venisse ceduta alla Città a titolo gratuito come risarcimento “morale”. Nulla
di tutto questo! La TK, dopo aver
causato la morte di 7 operai si è intascata anche decine di milioni di euro dagli appalti per la realizzazione e manutenzione delle scale
mobili nelle nuove stazioni ferroviarie di Porta Nuova e Porta Susa, con tanto
di marchio in bella mostra! In sostanza il Comune fa affari con i responsabili di una tragedia che rimarrà per sempre una ferita
indelebile per la nostra Città.Chiamparino e Fassino fate affari con
degli assassini!?Nel piano
di riqualificazione appena approvato, e i cui lavori di realizzazione sono
annunciati sin dalla prossima estate, si prevedono in sostanza i soliti
interventi, totalmente inadeguati, proposti dagli indirizzi di un Piano
Regolatore vecchio ormai di vent’anni, che non tiene minimamente conto di ciò che ha investito nel
corso degli ultimi due decenni il capoluogo piemontese: le conseguenze seguite
alla pesantissima ristrutturazione industriale seguita da un costante ma
inesorabile calo demografico e la crisi, tutt’altro che alla fine. La
riqualificazione prevede la realizzazione di una porzione residenziale (a fini
abitativi), una di verde (da annettere al parco già esistente di v. Calabria
adiacente al Parco della Pellerina) e una zona artigianale di terziario
avanzato. Infine un luogo di testimonianza di ciò che accadde quel 6 dicembre
2007, che suona come lacrime di coccodrillo da parte dell’Amministrazione:
l’istituzione che interviene solo “dopo” l’accaduto, quando corre ai ripari
dimostrando totale e colpevole negligenza per quanto concerne controlli in
materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, del tutto inesistenti. Per questo si
aprirà a breve un altro processo parallelo che riguarda 5 funzionari dell’Asl
di Torino, rei di avvertire preventivamente l’azienda dei sopralluoghi
ispettivi.Anche se pare
scongiurato, come sembrava nelle intenzioni iniziali, il trasferimento del
deposito GTT di Venaria nell’area a ridosso del parco più grande di Torino,
resta il fatto che l’area
rimane pericolosamente disseminata di sostanze nocive dovute alle lavorazioni
siderurgiche e la cui bonifica deve essere a completo carico dell’acquirente,
che risulta essere la Bonafous S.p.A. (società ad hoc composta da Gefim,
società privata operante nei settori edile e immobiliare e Fintecna, società
pubblica interamente gestita dalla Cassa Depositi e Prestiti e specializzata
nella riqualificazione di grandi aree dismesse). Di questa riqualificazione lasciano
fortemente perplessi e destano forti preoccupazioni molti punti: il Comune
ha “snellito” i passaggi necessari per l’approvazione della riqualificazione
passando da Variante Strutturale (n. 211 del 2011), come previsto dalla Legge,
a semplice Variante Urbanistica Semplificata, accelerando notevolmente l’iter e
mancando completamente di momenti di discussione e confronto con i cittadini,
fermo restando che buona parte dell’area è pubblica; si è incluso nella
metratura complessiva dell’Area anche una porzione del quartiere Lucento
(comprese parrocchia Santi Bernardo e Brigida e scuole materna, elementare e
media di v. Pianezza) e chiunque capirebbe che ciò ha il solo scopo di
aumentare la Superficie Lorda di Pavimento, da cui deriva la possibile
quantità di edificabile, aumentando così la possibilità di speculare!; inoltre
si continua con la logica criminale e anti ecologica di costruire altre
soluzioni abitative assolutamente inutili se non a fini speculativi a fronte
della decrescita demografica, lenta ma costante della Città, oltretutto in
presenza di decine di migliaia di alloggi tenuti sfitti solo per mantenere alti
i prezzi di vendita e locazione; il Comune, se ha intenzione di costruire case
nell'area, non ha tenuto in debito conto il rischio, tutt’altro che remoto, di
esondabilità (ultima alluvione nel 2000, stabilimento TK e aree
limitrofe completamente sommerse dall’acqua). Ma
ciò che desta maggiore preoccupazione, visti i recenti casi di cronaca (Terra
dei Fiochi in Campania e Ilva di Taranto, solo per citarne due) riguarda la
bonifica dell’area, trattandosi di un argomento che riveste grande importanza e dagli enormi risvolti morali, sociali ed ambientali. Preoccupazioni
più che fondate visti i risultati di altri esperimenti analoghi: ci riferiamo
in particolare alla Spina 3 e all’ex area delle Ferriere su cui sono stati
costruiti parchi, centri commerciali ed edifici, questi ultimi utilizzati dagli atleti per le
Olimpiadi invernali di Torino 2006 e poi riconvertiti ad uso abitativo, zona
Corso Mortara-IperCoop-Nuovo Passante Ferroviario, sotto i quali vi sono ancora
tonnellate e tonnellate di scorie industriali nocive mai bonificate. Su questo
argomento nessun cenno da parte del Sindaco e del Consiglio Comunale! Sindaco Fassino, la soluzione non è
far costruire palazzi e giardini sopra le scorie di un’acciaieria ma dare
lavoro a chi è senza per bonificarle (previa adeguata formazione). Dall’indirizzo del provvedimento
urbanistico se ne deduce che in ultimo piano vengono, come sempre, i diritti
dei cittadini, mai interpellati quando si tratta di scelte che li riguardano in
prima persona, come in questo caso.Ci rendiamo
conto anche noi che l’area così non può rimanere ma è oggettivo che la riqualificazione
dell’area sia assolutamente imprescindibile dalla bonifica, a spese di chi ha
inquinato. La cosiddetta
“Porta Ovest” della Città, oltre a rappresentare un naturale biglietto da
visita di ingresso alla Città può diventare un’occasione per creare nuovi posti
di lavoro, misura che attenuerebbe, almeno in parte, gli effetti più devastante
della crisi. Noi ex lavoratori TK siamo sempre stati disponibili a metterci in
gioco, anche in percorsi di riqualificazione professionale, entro quel progetto
della Gran Torino Capitale del
Lavoro del Sindaco Fassino
che per ora rimane solo sulla carta. Visto che il Comune da questo orecchio
sembra non sentirci e che i buoni propositi sinora non sembrano essere serviti
a nulla facciamo appello a lavoratori, disoccupati, cassintegrati, giovani,
donne, studenti, immigrati e tutti quelli che lottano per difendere i propri
diritti, primo fra tutti quello ad un lavoro utile e dignitoso, a creare un
coordinamento tra associazioni e organismi (sindacali, ambientali, ecc.), esponenti
politici e sindacali, singoli cittadini che lottano per non pagare gli effetti
più nefasti della crisi a vigilare e mettere in campo tutte quelle azioni
necessarie per impedire al Comune di speculare sull’area e costringere il
Comune ad effettuare le dovute bonifiche. La
scusa di Fassino che non ci sono soldi è una balla trita e ritrita: i soldi ci
sono, basterebbe non sprecarli in un’opera assurda e criminale come la Tav, in cui
si continuano a sperperare, tra lavori e gestione dell’ordine pubblico, risorse
preziosissime con le quali si dovrebbero creare invece posti di lavoro, fare
manutenzioni urgenti alle scuole che cadono a pezzi, potenziare sanità,
istruzione e trasporti. Misure
concrete per contrastare la crisi più dell’effimero “museo” sulla sicurezza nei
luoghi di lavoro che si vorrebbe intitolare alla memoria dei nostri compagni di
lavoro. La questione non è
sensibilizzare maggiormente i lavoratori ma chi ha in mano la direzione della
società, oggi nelle mani di chi lucra sulla vita dei lavoratori. Per questo
tipo di reati vi è in pratica la totale impunità! Dimostrazione ne è che anche
gli imputati coinvolti nel caso TK non hanno fatto né un giorno di galera né
saranno mai condannati da tribunali che adottano i sistemi della giustizia
borghese, quello dei due pesi e delle due misure: chi combatte per
salvaguardare il lavoro e i propri diritti (per es. chi taglia le reti, del
tutto illegittime, dei cantieri della Tav in Val Susa) viene messo in carcere e
chi quei diritti li calpesta (come per es. gli imputati del processo TK) è
libero di agire indisturbato.Ciò che muove
gli imprenditori (la stragrande maggioranza se non altro) è unicamente il
proprio tornaconto personale, non il benessere dei lavoratori. Va da sé che
questi due interessi non potranno mai coincidere, perché la sicurezza per il
datore di lavoro rappresenta solo un costo, nulla più. I morti per profitto non
sono altro che il frutto di questo sistema produttivo ormai distruttivo di
uomini e risorse e di questo ordinamento sociale, ingiusto e superato, al quale
dobbiamo opporci con ogni mezzo iniziando fin da subito appoggiando e
promuovendo il coordinamento tra organismi, esponenti di partiti, sindacati,
comitati e singoli che già oggi lottano, ognuno con proprie specificità e caratteristiche,
non solo in difesa dei diritti ma mossi da un obiettivo più alto: creare una
nuova società, l’unica alternativa possibile (ma soprattutto necessaria) a
questo sistema produttivo ormai giunto al termine. Una società in cui saranno i
lavoratori in prima persona a gestire il proprio luogo di lavoro e quindi anche
la propria sicurezza, finora delegata a chi non ha alcun interesse a garantirla.La
salvaguardia dei diritti va conquistata con la lotta e la mobilitazione, come
quella che ci attende il 24 aprile, giorno in cui la Corte di Cassazione depositerà la sentenza
di terzo grado del processo ThyssenKrupp. Per questo invitiamo tutti a
presenziare a Roma davanti al Tribunale in solidarietà ai familiari di tutte le
vittime del profitto. Solo in presenza della mobilitazione popolare la Corte condannerà, anche se a pene (per noi)
simboliche, i responsabili della strage.Far rinascere
l’area senza speculazioni, priva di sostanze tossiche e con finalità
collettive, impiegando nella bonifica quelle migliaia di lavoratori rimasti
senza lavoro, appare di gran lunga il miglior modo per ricordare Antonio,
Bruno, Angelo, Roberto, Rocco, Rosario e Giuseppe, restituendo dignità a quel
lavoro che è costato loro la vita e mantenendo fede al prestigio della nostra Città,
Medaglia d’Oro della Resistenza partigiana e culla della tradizione operaia del
nostro Paese.Vorremmo
costruire, con chi condivide queste idee, un momento di scambio e confronto per
dare seguito all’appello che abbiamo lanciato.24 APRILE A ROMA PER LA SENTENZA DI CASSAZIONE SULLA STRAGE TK: LA CLASSE OPERAIA NON DIMENTICA!Torino, 14
febbraio 2014                                 
                                Ex lavoratori ThyssenKrupp Torino