2013/12/6 jigen <jigen@???>:
> Se mi interessa quello che qualcuno ha da dire diventero' suo follower.
> Se sono follower di un certo account, ricevero' i suoi tweet.
> Se riterro' un messaggio opportuno/interessante allora retwittero' il
> messaggio.
> Oppure seguiro' qualche hashtag e mi comportero' alla stessa maniera.
> Capisco che la finalita' dello strumento sia quella di far crescere
> l'hashtag nei vari ranking (o no?), ma veramente questo e' un modo
> sensato per farlo?
So già che me ne pentirò, ma provo a rispondere seriamente alla cosa
argomentando delle scelte che non condivido ma che so nella pratica
essere funzionanti e di sicuro impatto.
Gestendo (ed avendo fondato) una società che si occupa proprio di
analisi della rete e dell'analisi, posso confermare che nella
stragrande maggioranza dei casi un meccanismo come quello proposto
funziona, e funziona egregiamente. E' non etico, becero, forse
illecito, sicuramente non "socialmente utile" o accettabile, ma
funziona.
Se l'obiettivo è arrivare ad avere coverage mediatico dietro ad una
iniziativa, la contaminazione (o la manipolazione sociale) di Twitter
è una ottima metodologica, "ottima" in una connotazione non certo
etica ma meramente pragmatica, per attirare l'attenzione su un
problema sociale.
Credo sia estremamente scorretto vederlo nell'ottica di "DDOS", come
accennava Blicero, poiché l'obiettivo non è intasare l'account di un
gestore o impedire il funzionamento della piattaforma. Non si tratta
nemmeno, a dire la verità, semplicemente di un megafono come proponeva
Joe. Si tratta di influenzare non già lo svolgimento della
conversazione quanto le analisi ex-post che sempre vengono effettuate
di un fenomeno, dove al profilo qualitativo viene sempre associato un
profilo meramente quantitativo.
Ci sono molto campi di applicazione in cui vedo vincente questo
approccio, talmente vincente che noi internamente abbiamo messo in
atto meccanismi per accorgerci del problema e mitigarlo, e sono legate
principalmente al #hashjacking ed al #polljacking: il secondo è
abbastanza banale e influenza i risultati dei Poll effettuati via
Twitter, il primo un po' più divertente e legato all'appropriarsi in
un contesto di riferimento differente dell'hashtag proposto (spesso da
un Brand) dandogli una connotazione assolutamente differente.
In bell'articolo sul #polljacking è quello di Gilda35 di qualche
giorno fa, che nel pezzo intitolato "Anche gli androidi votano i
candidati su twitter"[1] esamina come il confronto del PD su Twitter
sia stato soggetto ad attacchi di questo tipo (che tecnicamente sono
"Attacchi Reputazionali"). La coperura che qui si vuole ottenere è
meramente legata all'hacking di Poll banasti sulla partecipazione
(hanno twittato più #totò che #peppino, vince #totò!) o all'analisi a
posteriori del fenomeno (20.000 utenti hanno espresso il favore a
#cuperlo contro i soli 2.000 di pinocchio").
L'articolo è un po' dadaista nella stesura, ma sicuramente
interessante per capire le dinamiche, anche perché c'è già chi
vocifera che tutti gli schieramenti delle prossime elezioni Europee
abbiano questo tipo di strumento. Se ci pensate, soprattutto per una
forza politica, avere una base di BOT o anche solamente "slaves" che
decidono di fare da "megafono" (utilizzando la metafora di Joe) ha
molto senso: pensate solo la potenza mediatica di rilanciare un
messaggio renziano/berlusoconiani/civatiano su 20/30.000 simpatizzanti
che hanno dato il consenso all'applicazione...
Dal lato invece dell'#hashjacking l'obiettivo principale è colpire i
media che ne parleranno, appropriandosi della convversazione. Un
bellissimo esempio da manuale è la questione dell'hashtag #guerrieri
di Enel, dirottato con modalità similari da WuMing e GreenPeache e di
cui ho ampiamente parlato in un articolo dal titolo "Quanto rumore per
i #guerrieri di Enel, siano o no #mercenari"[2] che vi consiglio non
tanto per le mie considerazioni quanto per i grafici e per tutta la
figura di SNA (Social Network Analysis) a metà pagina che mostra
abbastanza chiaramente come la comunicazione di Enel sia eminentemente
TopDown (un po' come quella che propone il sistemino basato su RiseUp)
e come invece quella di WuMing+Greenpeace sia fortemente "interwined"
in un gomitolo di conversazioni che mostrano una vera e propria
commistione e discussione.
Recap:
* Una botnet (in realtà "slave-net") come quella è utile per un
qualunque movimento di "controinformazione" e sembra sia qualcosa che
anche l"informazione" mira ad avere. Quindi da contrastare;
* Il sistema può funzionare in mille contesti in cui qualcuno propone
Poll su Twitter e si possono "deviare". Non è eticamente corretto e
sistemi (come il nostro) tendono a iniziare a filtrare, ma può
comunque funzionare;
* Sicuramente può notevolmente impattare su meccanismi di #hashjacking
che hanno rilevante impatto mediatico;
Detto questo, mando baci a P@sky, Blicero, Elettrico e tutti quelli
che saranno felicissimi di vedermi scrivere qui e aspetto le ovvie
recriminazioni immotivate che non parlano del contesto della mail ma
di tutt'altro che non centra nulla ma che "fa figo" dire :P
Cheers.
M.
[1]:
http://gilda35.com/2013/12/anche-gli-androidi-votano-i-candidati-su-twitter.html
[2]:
http://mgpf.it/2013/09/30/quanto-rumore-per-i-guerrieri-di-enel.html
--
http://mgpf.it (0xF3B6BC10)