Author: Florian Date: To: hackmeeting Subject: Re: [Hackmeeting] remailer e privacy [ERA: mi fischiavano le
orecchie]
Il 29.08.2013 15:30 Marco Bertorello ha scritto: > Il giorno 29 agosto 2013 15:23, Dick Reckard
> <dickreckard@???> ha
> scritto:
>
>> Insomma quello che voglio dire è che la privacy individuale secondo me
>> è
>> un sintomo di un problema molto più grosso del fatto che ti possano
>> licenziare/arrestare/sorvegliare/punire per quello che scrivi..
>>
>
> Ma se tu, dipendente della ditta Sarcazzo, prendi una bella bomboletta
> spray, vai in piazza, cerchi un muro bianco e ci scrivi:
>
> "TIZIO CAIO, AMMINISTRATORE DELEGATO DELLA SOCIETA' SARCAZZO, E' UNO
> STRONZO! FIRMATO: DICK RECKARD"
>
> non è uguale? non sei passibile delle stesse conseguenze?
Esattamente, ma penso sia quello che Reckard cercava di dire, cioè il
fatto che la difesa della privacy è importante non per la privacy in sè
ma per il ruolo che la cattura dei tuoi dati svolge nei processi di
controllo/sfruttamento/nuovo capitalismo.
Per distinguere le cose mi ricordo che qualcuno arrivò a proporre il
concetto di "privacy borghese", proprio per evidenziare quella difesa
della privacy a-conflittuale, che si preoccupa di non far sapere *agli
altri* i suoi cazzi personali come se si trattasse di difesa dai
pettegolezzi, mentre magari nella stessa ottica non è un problema se la
roba la sa la digos perchè non c ha nulla da nascondere.
Un buon discorso sulla privacy nasce in questo senso, contestualizzato
nella funzione che svolge tra i rapporti di forza, e non parlo solo di
digos-manifestanti ma come dice Bertorello anche certamente nel mondo
del lavoro, quindi comunque riguardanti rapporti di forza
(dipendente-padrone).
Il problema di fondo è sempre che c è chi ti sfrutta e ti ingabbia, e
senza privacy ti sfrutta e ti ingabbia meglio.