Autore: giacomo casarino Data: To: forumsege@yahoogroups.com, forumgenova inventati, francesca dagnino, Giorgio Moroni, Rita Lavaggi, Bruno Piotti Oggetto: [NuovoLab] Rottura epistemologica con il centrosinistra
La rottura epistemologica con le tante varianti del "pensiero unico", che si incarnano largamente nel centrosinistra, urge (in parte è in atto nelle élites intellettuali), va anche approfondita, senza alcuna nostalgia per le false certezze del passato: ma questa rivoluzione teorica rimarrà sterile e fortemente minoritaria se non incontrerà e non illuminerà/e si farà illuminare dalle esperienze e dall'indignazione di quanti, magari sulla cima di una torre o di un capannone, lottano isolati, e si chiedono il perché di tanta solitudine: toccando essi con mano, forse senza rendersene compiutamente consapevoli, il limite di tutta una storia politica e sindacale. Dobbiamo far emergere maieuticamente le loro domande, il loro bisogno di "una rottura epistemologica". Occorrerebbero tante Castellanze (dove operai e scienziati negli anni '70 si incontravano a fondare un nuovo sapere), laboratori diffusi di una nuova "filosofia della prassi" (Gramsci), qualcosa che riprenda e vada oltre l'incontro operai-studenti degli anni della contestazione. Certo, dall'Università compressa e asservita può venire poco o nulla : e allora occorre fare appello a chi è disponibile, sia nell'un contesto (lavorativo) sia nell'altro (quello degli operatori culturali) perché si rendano disponibili a incontrarsi, a mettere in comune domande e passioni. Dall'incontro di tanti alberi può nascere un nuovo senso comune che incendi la foresta. Che sia questo il modo, forse l'unico, per rifondare una sinistra, beninteso anticapitalista, in Italia (e forse altrove)? La storia della formazione dei partiti operai tra '8 e '900 non ci insegna forse qualcosa al riguardo? Oppure pensiamo che il motore di avvio del processo ricostruttivo possa essere costituito dall'(ennesimo) appello di 48 esimie personalità, appello che sta per uscire?