Da: Movimento Nonviolento <mao@???>
Oggetto: Difendiamo la Perugia-Assisi dal tritacarne elettorale
Difendiamo la Perugia-Assisi
dal tritacarne elettorale
Tra le troppe e fastidiose email che giungono in campagna elettorale,
ho ricevuto anche una lettera aperta indirizzata “al popolo della
PerugiAssisi”.
Sono rimasto basito nel leggere il racconto di un fallimento dei
movimenti, e la possibilità di un riscatto con l'entrata in Parlamento
di un singolo.
Il mittente si definisce, con spavalderia, “l’organizzatore della
Marcia per la pace Perugia-Assisi” e dice: “ci siamo scontrati con un
muro di indifferenza e ostilità....abbiamo fatto un grande lavoro ma
sul piano politico non è cambiato nulla.... è amaro riconoscerlo ma è
così”... e questo generale “fallimento” coinvolgerebbe anche “la
Marcia Perugia Assisi, la Tavola della Pace, il Coordinamento
Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani”. Ce lo
rivela adesso proprio chi per tanti anni ha ricoperto il ruolo di
coordinatore della Tavola, anche se non ha “mai voluto parlarne
pubblicamente” ed ora, invece, vuole “mettere un piede dentro il
Parlamento per continuare a fare quel che ho sempre fatto”.
Cosa ha fatto finora ce lo dice lui stesso in apertura della lettera:
“per molti anni abbiamo marciato insieme da Perugia ad Assisi
chiedendo ai responsabili della politica di ascoltare i nostri appelli
per la pace, la giustizia e i diritti umani”. Questi appelli, però,
sono rimasti inascoltati.
E se ne accorge adesso?
Noi abbiamo conosciuto un'altra storia.
Il Movimento Nonviolento ha promosso le prime marce della pace, per
dare seguito al programma politico nonviolento di Aldo Capitini. Poi
l'iniziativa è stata assunta dalla Tavola della pace, con le
istituzioni dell'Umbria.
Per tanti anni non abbiamo potuto riconoscerci nell'impostazione delle
marce della Tavola, che avevano contenuti così generici che potevano
piacere a tutti, anche a chi votava i bilanci militari o addirittura
dava il via libera a missioni militari all'estero o, peggio, ai
bombardamenti. Al punto che il 24 settembre del 2000 abbiamo dovuto
organizzare, insieme a tanti amici della nonviolenza, una “Marcia
nonviolenta” Perugia-Assisi, per poter dire chiaramente: “Mai più
eserciti e guerre”.
Noi abbiamo sempre detto e scritto che gli appelli non li facevamo ai
potenti, ma a noi stessi. Non ci siamo mai illusi che il disarmo
venisse concesso dai governanti, ma l'abbiamo perseguito con
l'impegno dal basso diretto e personale: per questo abbiamo sostenuto
l'obiezione di coscienza, l'obiezione alle spese militari, il disarmo
unilaterale. Lo abbiamo ripetuto anche dal palco della Rocca di Assisi
il 24 settembre del 2011:“la vera Marcia inizia quando ognuno di noi
tornerà nella propria casa con l'impegno di realizzare il programma
politico nonviolento”. Il disarmo avverrà davvero quando i cittadini
non pagheranno più per le armi, quando gli operai non le costruiranno
più, quando il popolo praticherà l'obiezione di coscienza, quando
avremo disarmato la nostra cultura bellicista e le nostre teste.
L'ultima Perugia-Assisi è stata co-promossa da Tavola della Pace e
Movimento Nonviolento. Abbiamo voluto così per portare la nostra
“aggiunta” al 50° anniversario della Marcia di Capitini. Ci sembrava
importante che la Marcia ritrovasse il suo spirito originario. Ma
perché questo potesse avvenire abbiamo dovuto fare un ulteriore
appello di convocazione specifico, oltre quello congiunto con la
Tavola, per far entrare a pieno titolo il rifiuto della guerra in
Afghanistan e Libia, il no agli F-35, il taglio delle spese militari.
A quel punto il tema del “disarmo” è finalmente emerso con forza
grazie alle migliaia di marciatori che l'hanno fatto proprio.
Per questo abbiamo dato un giudizio molto positivo dell'esito della
Marcia del 2011 dalla quale ha avuto il via il “calendario della
nonviolenza”, con le mobilitazioni per il 2 giugno (Festa della
Repubblica che ripudia la guerra), il 2 ottobre (giornata della
nonviolenza di Gandhi), l'Alleanza per il Servizio Civile (esito del
convegno per i 40 anni dell'obiezione di coscienza) il Forum nazionale
“Proposte di pace” e il Manifesto Identità e Criteri degli Interventi
Civili di Pace Italiani (sottoscritto con la Rete Disarmo e il Tavolo
ICP). E dalla quale ha trovato nuovo slancio anche la campagna contro
gli F-35 e le spese militari, oggi diventato - per la prima volta -
tema centrale in campagna elettorale.
Nessun fallimento, dunque, nessuna delusione, nessun ripensamento.
Candidarsi alle elezioni politiche è più che legittimo, ma ciò non può
in alcun modo sostituire il decisivo lavoro dei movimenti. La realtà
politica cambia se c'è un cambiamento sociale e culturale, non
viceversa. Il lavoro parlamentare può essere solo di supporto e
sostegno a ciò che i movimenti veri attuano sui territori. Questo è
quello che abbiamo imparato dall'omnicrazia (il potere di tutti) di
Aldo Capitini.
Per questo non possiamo accettare che lo straordinario patrimonio
collettivo e corale della Marcia Perugia-Assisi, venga confinato in un
parte politica (non ci piace che gli strumenti della Marcia, come gli
indirizzari, vengano utilizzati a vantaggio di uno solo). La Marcia è
di tutti.
Esponenti del movimento per la pace sono presenti in diverse liste, e
questo è certamente un bene, ma a nessuno può essere permesso di
dilapidare un patrimonio comune per un pugno di voti.
Noi vogliamo lavorare fin da adesso (ma lo stiamo preparando da tempo)
per creare un progetto comune della politica nonviolenta, autonomo ed
indipendente dai partiti, che non sia la foglia di fico per coprire la
solita politica. La nonviolenza deve sapersi esprimere direttamente
tanto nei movimenti quanto nelle istituzioni, con lo stesso stile e la
stessa apertura.
Per quel che ci riguarda, intanto, continueremo a percorrere il
cammino nonviolento da Perugia ad Assisi, indicato da Aldo Capitini,
sapendo che continua ad essere la strada giusta verso “il varco
attuale della storia”.
Mao Valpiana
presidente del Movimento Nonviolento
Verona, 14 febbraio 2013
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War is over (John Lennon)