http://www.paesesera.it/Rubriche-e-opinioni/Venerdi-16-manifestazione-ai-Fori-
imperiali
Scusate il titolo brutale, ma c’è poco da fare i poeti: ci continuano ad
ammazzare per strada e questa storia deve finire.
Domenica scorsa, a Casalmaiocco nel lodigiano, A., una ragazzina di 17 anni,
al ritorno da una gita in bici con il suo gruppo scout, è stata uccisa da un
Suv lanciato a una velocità tale che ci ha messo 300 metri per fermarsi, dopo l’
impatto. Si è fermato in un campo.
Questo paese stupidamente assassino continua a uccidere per strada. E non vi
fate ingannare dai titoli sull’ubriachezza dell’uomo (54 anni: poteva essere
suo padre) alla guida, magari era anche gonfio di cocaina ma non è questo il
punto. I 4.000 morti all’anno per strada non sono la conseguenza di aberrazioni
personali, mostruosità, alienità: è che proprio questo paese ha una mobilità
mortale. Non nascondiamo la testa in una scatola: corrono tutti, nella più
totale indifferenza di tutti gli altri, e la strada viene usata come una
proprietà personale. E’ ora di dire basta sul serio, come hanno già fatto da
anni nei paesi più intelligenti del nostro. In Italia, nel frattempo, i
ciclisti uccisi sono aumentati del 7,2% (dato Istat 2011).
La crescente popolazione (+3% annuo) di chi ha scelto di spostarsi
leggermente e senza fare male a nessuno segnala questo stato di cose da ormai
troppo tempo, e nelle more dell’attendismo generale si continua a essere uccisi
o ad essere feriti: e tutto ciò per niente.
Basterebbe attenzione: anzitutto personale, poi collettiva e solo infine
sanzionatoria.
Basterebbe che ognuno di noi prendesse per il bavero il bulletto che scende
dalla macchina parcheggiata sullo scivolo dei disabili e gli intimasse di
spostare il suo borioso carro da lì. Basterebbe disapprovazione per i
comportamenti potenzialmente letali: chessò, il ragazzo o la ragazza seduto
accanto al partner che guida come un criminale potrebbero dire: “sei un idiota,
ti lascio, mollami qui, torno in taxi, non ti fare più vedere”. Serve
autocontrollo sociale e personale. Serve capire che non possiamo ancora subure
cataste di morti e lasciar scorrere fiumi di sangue per niente, letteralmente
per niente.
Per questo i ciclisti organizzati di tutta Italia, dopo la morte della
ragazza, hanno convocato, per esigenza e per rabbia, una manifestazione
nazionale declinata in diverse città. Ci vedremo, da nord a sud, dalle 19 nei
posti che ogni città ha scelto, per iniziative di vario tipo ma tutte in
bicicletta e tutte per dire “ora basta omicidi stradali”. Finora le città che
hanno aderito sono, in ordine sparso, Milano, Roma, Torino, Napoli, Genova,
Firenze, Bologna, Catania, Lecce, Pavia, Cagliarii, Reggio Emilia. Le adesioni
crescono continuamente e quasi certamente questo elenco è già vecchio ora, sul
sito di #salvaiciclisti lo aggiorneremo per quanto possibile.
A Roma l’appuntamento è alle 19 di venerdì sull’autostrada dei Fori imperiali,
al palo di Eva. Ci saranno delle sorprese, quella sera.
Tutti coloro che vogliono abbattere questo mostruoso modello di mobilità,
ormai da troppi anni in vita, sono caldamente invitati a partecipare.