Re: [Hackmeeting] Fwd: [rms@gnu.org: Ubuntu merits special c…

Delete this message

Reply to this message
Autore: caparossa
Data:  
To: hackmeeting
Oggetto: Re: [Hackmeeting] Fwd: [rms@gnu.org: Ubuntu merits special condemnation]
Il 24/10/12, alle ore 11 Jaromil dice:

> On Wed, 24 Oct 2012, caparossa wrote:
>
>> Il 24/10/12, alle ore 10 Jaromil dice:
>>
>>> On Wed, 24 Oct 2012, caparossa wrote:
>>>> ubuntu ha permesso lo sviluppo di una marea di piccole
>>>> distribuzioni - alcune delle quali poi sono entrate nella grande
>>>> famiglia, come lubuntu, che ha permesso il successo di lxde.
>>> mi permetto di aggiungere che anche questo e' un grosso errore.
>>>
>>> Ubuntu e' nata con il capitale enorme di un "filantropo" che e'
>>> praticamente uscito dal nulla e con la sua bacchetta magica di
>>> diamanti dal sud africa ha creato una multinazionale che ha coperto
>>> immediatamente tutto un mercato che fino ad allora cresceva
>>> lentamente, ma in modo organico e con molti piu' contatti alle
>>> istanze locali.
>>
>> allora, lo stesso hanno fatto e fanno redhat e suse; non a caso redhat
>> si vanta, ancora oggi, di fatturare più di ubuntu a livello business
>> alto.
>
> no mi spiace contraddirti ma RedHat e Suse sono nate come aziende di
> servizi con la policy di contribuire codice libero per la comunita'
> (come hanno fatto largamente su progetti fondamentali, per esemio GCC).
>
> sono nate e cresciute come aziende e ben diverse da Ubuntu, che e'
> partita ripeto dai soldi di un filantropo e dal lavoro di Debian.
>
> io lo trovo ben diverso, ma posso capire che ad altri paiono
> sottigliezze. cmq ad oggi e' evidente che Ubuntu ha contribuito ben poco
> alla comunita' se comparato a RedHat o Suse, al contrario ci sono
> svariati episodi in cui ha fatto l'asso piglia tutto in stile
> franchising multinazionale.


Io vedo tre aziende - redhat, suse e ubuntu - che si confrontano sul
"mercato" dell'opensource (non del software libero) cercando di farsi le
scarpe a vicenda. Per ora convivono, per questioni di target e di
localizzazione geografica. Hanno praticamente fuori tutte le altre.
Ognuna di loro ha contribuito alla comunità in modi diversi: attraverso
il codice, in primis; ma non è l'unico strumento di crescita della
comunità. Ubuntu ha fatto crescere la quantità di utenti in maniera
esponenziale, rispetto a prima, e pure questo è un contributo.

>> lo stesso voleva fare mandrake/mandriva - che NON era una comunity di
>> volontari ma una società, nata di conseguenza per fare business. Sono
>> stati sconfitti da ubuntu in una classica lotta di mercato - mi spiace
>> enormemente per i lavoratori che hanno perso il posto e lo stipendio -
>> ma a debian non è e non sarebbe successo ... Sarà un caso?
>
> non e' stata una classica lotta di mercato. stai mischiando tutto
> assieme per di piu' se parli di debian. ripeto che soldi filantropici
> di un bianco del Sud Africa che fan nascere qualcosa tutto d'un colpo
> nel 2004 non li chiamo "classica lotta di mercato" pur condividendo con
> te le tante critiche che potremmo fare al concetto di mercato, per
> carita'.


Mandrake era un'azienda privata nata per fare business; ubuntu l'ha fottuta.
Ripeto: mi spiace per i lavoratori disoccupati vittime di questa
situazione, ma non vedo differenze tra le due aziende - nate, tra
l'altro, con lo stesso scopo: rendere linux "facile".

>> ubuntu rimane una distribuzione linux, quindi libera e liberamente
>> utilizzabile, da cui sono derivate tante distro nate per tanti scopi
>> diversi (tra cui, per dirne una, la distro tanto apprezzata qui Back
>> Track Linux che, come si legge sul loro sito "è una distribuzione
>> GNU/Linux basata su Ubuntu 10.04 LTS (Lucid Lynx) nata per supportare i
>> professionisti della sicurezza IT" http://www.backtrack.it/).
>
> Backtrack all'inizio era "from scratch" mi pare, poi basata su Debian e
> solo recentemente su Ubuntu. Si puo' tranquillamente dire che Backtrack
> non esisterebbe senza Debian, ma non quel che scrivi qui.


ogni distribuzioni deve essere grata a chi l'ha preceduta per qualcosa
(suse non esisterebbe senza redhat; debian senza slack; e così via).

>> Quanto al cambiamento delle condizioni di lavoro dello sviluppatore
>> oggi, cambiamento in peggio, ovviamente, come in tutti gli alti
>> settori, è sicuramente un discorso interessantissimo che sarebbe bello
>> affrontare qui - sarebbe proprio cosa da farsi, ma non si riesce a
>> fare - e complesso.
>
> basta saper ascoltare. a me pare che thread passati sono stati molto
> interessanti anche se sempre fatti con toni un po' polemici.
>
> tu stesso hai contribuito tanto e ci hai insegnato a sviluppare discorsi
> come questi in vari interventi dell'hackmeeting. spero ora tu legga il
> mio scambio come un contributo da un punto di vista diverso.


certo.

-- 
"un carabiniere mi disse: lottate lottate, che poi se vincete,
a noi ci mettono una stella rossa sopra il cappello
e vi picchiamo lo stesso".                          Roma, 1971
                          Guglielmo "Billi" Bilancioni