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25/09/2012 14:07 | ECONOMIA - ITALIA | Autore: i.b.
I dati sui consumi sono tragici. Ferrero: "E' necessario un piano pubblico: creare occupazione, mettere un tetto agli stipendi dei parlamentari"
Nel nostro paese oggi i consumi alimentari sono come 33 anni fa. E addirittura la crisi ci riporta al dopoguerra. Argomento scottante più volte affrontato per necessità. Vien da dire che a poco è valsa la manifestazione del 18 settembre contro il carovita: oggi solo 2 famiglie su 3 riescono ad arrivare a fine mese e attuando consistenti tagli alla spesa, compresa quella del settore alimentare.
"I dati sui consumi sono tragici". A dichiararlo è il Codacons valutando i dati di Confcommercio. "Il fatto che solo il discount regga in termini di fatturato reale del 2011 - dichiara l'associazione - significa che ormai gli italiani fanno la fame e, persino per il cibo, sono costretti ad abbandonare i brand leader della produzione alimentare italiana che in passato hanno fatto da traino all'economia, per passare a prodotti più economici".
"Questo crollo sui consumi - spiega Paolo Ferrero, Segretario di Rifondazione Comunista - dimostra come il governo “tecnico” stia, coi suoi provvedimenti e le sue manovre, alimentando e creando la recessione più pesante di tutti i tempi. Monti e i suoi ministri - aggiunge Ferrero - si comportano come medici medioevali, sostengono di curare la malattia mentre in realtà uccidono il paziente. Per uscire dalla crisi e rilanciare i consumi - conclude il segretario - è necessario anzi tutto un piano pubblico per creare occupazione, mettendo un tetto agli stipendi dei parlamentari, alle super pensioni e una tassa sui grandi patrimoni".
Ma a quando risale il crollo dei consumi alimentari? "Il crollo risale al 2007 - spiega il Codacons. - Da allora la discesa è stata inarrestabile. Ecco perché il Governo dovrebbe capire che la crisi attuale è in primo luogo una crisi di consumi e che fino a che le famiglie resteranno stritolate tra il blocco delle pensioni e degli stipendi dei dipendenti pubblici e l'aumento dell'inflazione conseguente all'aumento dell'Iva e delle accise sulla benzina, non si uscirà dalla bassa crescita che attanaglia l'Italia dal 2002, ossia da quando il costo della vita, con l'arrivo dell'euro, ha iniziato a raddoppiare e le famiglie hanno cominciato a stringere la cinghia".
La vergogna è sapere che in questo panorama vengono richiesti indietro i soldi della quattordicesima ai pensionati quando dovrebbe essere l'Inps a verificare di volta in volta la fondatezza dei requisiti presentati nella domanda.
Il Codacons proprio per questo chiede al Governo di intervenire per impedire questa nefandezza e attuando una seria spending review sui costi della politica.