Mercoledì 27 giugno dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale di
genova, 526° ora in silenzio per la pace.
Incollo ilvolantino che verrà distribuito.
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*_Le mani degli Usa sull’Africa_*
*Il Washington Post presenta il panorama del network militare segreto
USA nel continente africano*//
/Non c’è molto di nuovo nell’ultimo pezzo investigativo del Washington
Post sulla presenza militare USA in Africa, ma rappresenta un’efficace
sintesi di un fenomeno per lo più ignorato./
*CHI COLONIZZA MEGLIO?**-*Mentre da Washington s’accusa la Cina di voler
colonizzare l’Africa perché conclude grandi accordi commerciali con
tutti i paesi africani, gli USA si preoccupano di rafforzare i legami
con le elite militari di alcuni paesi africani, spesso ingerendo
pesantemente nel destino di quei paesi, a differenza dei presunti
colonizzatori cinesi che hanno il fulcro della loro politica estera e
degli investimenti nel totale disinteresse per gli equilibri politici
locali.
*CON DISCREZIONE**–*Gli Stati Uniti però si devono muovere con prudenza
e moderazione, perché il fulcro della politica inter-africana, nella
quale si riconosce ufficialmente anche l’Unione Africana è il rifiuto di
basi militari straniere sul continente, simbolo di una colonizzazione
che tutti i paesi africani ripudiano e temono. Passando dalle
dichiarazioni di principio alla realtà però si notano alcune eccezioni,
per lo più modeste istallazioni francesi a guardia della “stabilità”
nelle ex-colonie, spesso a protezione di feroci dittatori. Proprio da
una base francese è nata la prima vera e propria base Usa sul
continente, a Gibuti, ma non ci sono altre grosse basi militari in Africa.
*NUOVI SVILUPPI**-*La situazione potrebbe cambiare ora che gli Stati
Uniti sembrano molto interessati a impegnare il loro straordinario
dispositivo militare proprio in Africa, dove la presenza di qualche
banda di fanatici più o meno ispirati dall’islamismo radicale sta
offrendo a Washington il pretesto per intervenire nel quadro della /War
On Terror/, dichiarata finita, ma ancora idealmente utile a giustificare
qualsiasi cosa.
*LE BASI **-*Così gli americani «hanno fatto germogliare una rete di
piccole basi»,per lo più ospitate negli aeroporti, dalle quali operano
estese operazioni di sorveglianza su tutto il continente, con tutta
probabilità interessandosi molto di più dei beduini terroristi o di
qualche feroce fanatico islamico. La rete può contare sull’impiego degli
ormai ubiqui droni, ma soprattutto su una flotta di piccoli aerei da
turismo spesso senza insegne, ma sempre imbottiti di sensori e di
apparati per la sorveglianza. Si tratta di «Pilatus C-12», un aereo
civile prodotto in Svizzera, che ormai è diventato il marchio di
riconoscimento delle missioni “segrete” nel continente
*DATEGLI UN DITO…**-*Si comincia con una piccola missione d’aiuto o
d’assistenza o con l’invio di alcuni consulenti militari o come nel caso
del Burkina Faso con un punto d’appoggio per il soccorso sanitario e
l’assistenza logistica alle operazioni umanitarie e poi si finisce con
qualche decina di statunitensi che vanno e vengono in totale autonomia.
Oltre ai paesi già citati succede ed è successo anche in Kenya, Etiopia,
Somalia, Uganda, Sud Sudan, Mauritania e persino alle Seychelles.
Mauro Armanino, missionario in Africa
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