Re: [Hackmeeting] Come demonizzare Tor con titoli terroristi…

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Autore: caparossa
Data:  
To: hackmeeting
Oggetto: Re: [Hackmeeting] Come demonizzare Tor con titoli terroristici: Sesso, droga e armi la faccia cattiva del web
Il 11/04/12, alle ore 13 Arturo Di Corinto dice:

> Capa--
> sono veramente lusingato dell'interesse e del tempo che mi dedichi.
> Come è andato il libro? MI hanno detto che è stato un successone.
> E il lavoro? So che hai contribuito al bene dell'umanità ultimamente.
> Beato te. Che piacere ritrovarsi tra amici...


Amici?

> Per evitarti la fatica di copiaincollare le cose che scrivo in altre
> liste. Ti riporto il commento successivo che ho scritto su Nexa:
>
> [...]L'articolo di Riccardo era ampio, preciso e informativo.
> A leggerlo tutto c'è un concetto di fondo: le tecnologie possono
> essere usate per fare del bene oppure per fare del male.


Accidenti, meno male che è venuto a dircelo Riccardo, che altrimenti non
lo sapevamo!

> Inoltre la funzione del giornalista è quella di raccontare e Riccardo
> l'ha fatto non avendo nè intenzione di scrivere un trattato di
> crittografia ad uso di qualche centinaio di persone in italia, nè di
> scrivere un libro per ovvi motivi di spazio e leggibilità.
> Il titolo non era forse il massimo, ma se uno non è cretino legge
> nell'articolo che "la faccia cattiva del web" non è né Tor nè la
> darknet/darkweb, ma siti come SilkRoad e simili (e sono tanti)
> ed è giusto che la gente (3 milioni di utenti medi giornalieri x
> Repubblica) lo sappia. Inoltre a Tor e alla crittografia sono stati
> dati i giusti crediti sia come progetto che come uso "libertario".


Eh, come no! Soprattutto con passaggi - d'apertura - come questo:

«È stato un amico, che frequenta un giro di hacker, a darmi la dritta
giusta: "Lo sai che esiste un'altra Internet?". Il pensiero è andato
subito alle recenti rivoluzioni in Egitto e in Tunisia e al 2009 della
rivolta degli iraniani sedata nel sangue: [...] "No, non parlo di quelle
cose lì. Parlo del paradiso del commercio di droga. Di tutte le droghe
che esistono. E della pornografia infantile, purtroppo. Roba forte,
immagini terribili di bambini, meglio se non le vedi. Fidati di me. Ma
se proprio vuoi andarci, almeno apriti una e-mail finta e ti spiego come
fare".
Farsi una e-mail finta è il minimo. La vera cosa da fare per navigare
l'altra Internet è installare sul proprio computer Tor: un software
gratuito che consente l'accesso a una rete parallela, impossibile da
sorvegliare. Inizialmente fu sviluppato, a partire dal 1995, come un
progetto della Marina degli Stati Uniti per impedire che le
conversazioni governative fossero intercettate dal nemico. Con questa
protezione nessuno può sapere chi sta parlando con chi. Le reti di
questo tipo si chiamano "reti a cipolla", onion routing, infatti il
simbolo di Tor è una cipolla. E molti siti di questo universo parallelo
invece di finire con il suffisso punto it o punto com, hanno il punto
onion».

E taac!, un bell'esempio di Giornalismo.

Dopo di ché puoi anche dire che Tor lo usa gesucristo e
madreteresadicalcutta o il porcoddio, ma tanto il là che hai dato
all'articolo è belle che fatto (non bisogna essere laureati in scienze
della comunicazione per saperle, 'ste cose).

Anche perché dopo BEN 7 RIGHE in cui si spiega cos'è Tor si passa a
tutto il resto dell'articolo a parlare di merce rubata, droga, sesso, e
tutta quella bella roba in cui si rotola godereccia Repubblica - e il
suo pubblico, la classe dirigente della Seconda Repubblica, non a caso -
praticamente da sempre.

Ma è finita? Naaaa, che scherziamo!!?!?!

Ce n'è anche per Bitcoin:

«Tutto il mercato non funziona in dollari o in euro, naturalmente:
funziona in bitcoin: una delle più note monete alternative nate sul web.
Vengono prodotti automaticamente da una rete di computer volontari in
base a un algoritmo ideato nel 2009 da un misterioso giapponese poi
sparito nel nulla, Satoshi Nakamoto. Da allora, con alti e bassi, i
bitcoin sono diventati una vera valuta per transazioni online: oggi ce
ne sono in circolazione circa otto milioni con un cambio ufficiale: un
bitcoin vale circa 3,8 euro. Ecco, la seconda cosa da fare per stare su
Silk Road, dopo aver installato Tor, è aprirsi un conto in bitcoin in
uno dei tanti siti web che li distribuiscono. I vantaggi sono numerosi:
in testa l'anonimato delle transazioni. Chi li gestisce ha sostenuto che
in realtà la polizia se volesse potrebbe risalire a chi ha comprato e
venduto visto che tutti gli spostamenti di questa moneta alternativa
sono tracciati da un server. A loro volta da Silk Road hanno ribattuto
che ogni volta che i loro clienti concludono un affare, i server mandano
così tante operazioni fasulle contemporanee che risalire ai veri
protagonisti è virtualmente impossibile»

> Il resto è riflesso condizionato ideologico come facevamo noi un tempo
> dicendo che su Internet tutto è buono. Ma non lo è. E con questa cosa
> ci dobbiamo fare pace.


Meno male che ci sei tu e il tuo amico Riccardo a spiegarci queste cose,
con tanta classe giornalistica - e non - e un sacco di umiltà, siamo
proprio fortunati!

-- 
"un carabiniere mi disse: lottate lottate, che poi se vincete,
a noi ci mettono una stella rossa sopra il cappello
e vi picchiamo lo stesso".                          Roma, 1971
                          Guglielmo "Billi" Bilancioni