[RSF] Clamori dalla Colombia

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         07/02 - LA COLOMBIA CONTINUA AD ESSERE IL PAESE AL MONDO CON
PIU’ SINDACALISTI ASSASSINATI
<http://www.nuovacolombia.net/Joomla/clamoridallacolombia/2394-0702-la-colombia-continua-ad-essere-il-paese-al-mondo-con-piu-sindacalisti-assassinati.html>


Come abbiamo ripetutamente denunciato, e come confermato anche da
recenti rapporti di ong tutt’altro che collocate nello schieramento
rivoluzionario, come Human Rigths Watch (HRW), la Colombia continua ad
essere il paese dove vengono assassinati più sindacalisti che in
qualunque altra parte del mondo. I sindacalisti vittime del
terrorismo di Stato negli ultimi 3 anni sono stati 175, di cui 26
solo tra gennaio e metà novembre del 2011. Tale pratica terrorista
è parte

integrante di una violenza storica e sistematica che dal 1986 ha
mietuto 2900 vittime, una violenza che continua a godere di
un’impunità pressoché totale.

HRW denuncia infatti che a partire dal 2007, anno in cui è stata
creata una Procura speciale per indagare sui delitti contro i
sindacalisti, e fino a maggio del 2011, sono state proferite
solamente 6 condanne. I “buoni propositi” di facciata del
fascista “Jena” Santos, non sono altro che retorica con cui il
presidente dell’oligarchia colombiana mira a confondere e
mistificare la drammatica realtà del triste primato.

Il recente progetto di riforma costituzionale patrocinato proprio dal
presidente, incentrato sul famigerato fuero militar (tribunali
militari per “giudicare” i militari autori di crimini di lesa
umanità), favorirebbe l’impunità dei violatori dei diritti umani.

La mattanza di sindacalisti, difensori dei diritti umani, dirigenti
comunitari ed oppositori politici è pratica strutturale del
terrorismo di Stato. HRW, nel suo rapporto annuale, denuncia infatti
la preoccupante crescita delle “BACRIM” (bande criminali
emergenti) -eufemismo coniato per negare la continuità del
paramilitarismo di Stato- che, finanziate dal gran capitale e dal
narcotraffico, protette dall’istituzionalità e sostenute dalle
Forze Armate e da corrotti funzionari pubblici, non hanno mai cessato
di fare il lavoro sporco in funzione contro-insorgente ed
antipopolare. Il rapporto della ONG smaschera ancora una volta
l’impresentabile propaganda fascista del governo Santos. Chi non
vuol vedere è complice o è in mala fede.

         10/02 - EX CAPO PARAMILITARE ‘DON BERNA’: “AL MIO SERVIZIO
LA POLIZIA POLITICA DEL DAS”
<http://www.nuovacolombia.net/Joomla/clamoridallacolombia/2399-1002-ex-capo-paramilitare-don-berna-al-mio-servizio-la-polizia-politica-del-das.html>


L'ex capo paramilitare Diego Fernando Murillo Bejarano, alias “don
Berna”, nel contesto delle indagini per lo scandalo delle
intercettazioni illegali del DAS, effettuate ai danni di giornalisti,
attivisti dei diritti umani e oppositori del governo di Álvaro Uribe
Vélez, ha rilasciato delle esplosive dichiarazioni ai magistrati
della Corte Suprema di Giustizia.

Estradato negli USA nel 2008, “don Berna” ha dichiarato, sotto
giuramento, che Bernardo

Moreno, segretario generale della Presidenza della Repubblica durante
la narcopresidenza di Uribe, era a conoscenza del piano per infiltrare
nella Corte Suprema elementi del DAS legati alle bande paramilitari,
con l'obiettivo di screditare chi indagava sullo scandalo delle
“parapolitica”.

Nel quadro complessivo che si sta delineando in seguito a queste
dichiarazioni, si cita la cosiddetta riunione della “Casa de
Nari” (Palazzo presidenziale), incontro avvenuto nella sede del
governo al quale fu presente anche Antonio López, inviato di Don
Berna, che lo connota come “amico di César Mauricio Velásquez”,
all'epoca capo dell'Ufficio Stampa del governo.

I legami fra DAS e paramilitari iniziano però ben prima della
riunione citata, avvenuta nel 2008; “don Berna” ha dichiarato che
“quando fu scelto il dr. Jorge Noguera” (l'ex console colombiano a
Milano, dal 2002 a capo del DAS) “il comandante Jorge 40 commentò
la notizia spiegando ai comandanti che era arrivato al vertice del
DAS un uomo di sua assoluta fiducia”, e che i paramilitari
avrebbero potuto contare su di lui per tutto quello di cui avevano
bisogno.

“Don Berna” ha infine ammesso che il DAS era, a tutti gli
effetti, al suo servizio.

Di scandalo in scandalo, viene finalmente a conoscenza del grande
pubblico la gigantesca rete di appoggio e complicità istituzionale
di cui hanno goduto e godono i paramilitari in Colombia: dagli alti
ufficiali militari, ai politici della cricca di Uribe e Santos,
passando per magistrati compiacenti, amministratori locali, oltre,
ovviamente, ai funzionari e dirigenti del DAS, struttura del regime a
pieno servizio degli interessi dell'inestricabile intreccio fra
paramilitari, politici, oligarchia e multinazionali.

         17/02 - PLURINDAGATO URIBISTA LUIS CARLOS RESTREPO FUGGE
ALL’ESTERO IN CERCA DI ASILO.
<http://www.nuovacolombia.net/Joomla/clamoridallacolombia/2410-1702-plurindagato-uribista-luis-carlos-restrepo-fugge-allestero-in-cerca-di-asilo.html>


Durante il mandato di Uribe, narco-presidente dal 2002 al 2010, la
compenetrazione tra mafia ed istituzioni statali in Colombia ha
raggiunto livelli impressionanti persino per un paese dove la
corruzione è tratto caratteristico e fisiologico.

Mafia e paramilitarismo si sono impossessati dei settori chiave del
potere. I figli, i familiari e gli amici di Uribe si sono arricchiti
scandalosamente tramite corruzione, truffe e attività illegali di
vario tipo; nel frattempo, i

contadini sfollati forzosamente e spogliati delle loro terre sono
diventati 5 milioni, e le condizioni economiche dei colombiani sono
notevolmente peggiorate, diventando invivibili per ampi strati della
popolazione.

Si sono imposti la menzogna e l'inganno, la barbarie, la corruzione e
la sottomissione abietta agli Stati Uniti, per cospirare contro la
possibilità di cambiamento in America Latina. Oppositori e critici
del sistema sono stati perseguitati, calunniati, spiati, imprigionati
e assassinati.

La rete criminale ordita da Uribe, una volta che questi ha perso una
parte dei privilegi di immunità ottenuti all’epoca in qualità di
(illegale e illegittimo) presidente, perde sempre più pezzi. Sono
decine e decine i personaggi incarcerati legati a questo
narcotrafficante in doppiopetto: ministri, capi della polizia
politica, congressisti, alti papaveri militari, diplomatici. Molti di
più sono indagati e sotto processo, e presto si arriverà ad Uribe
stesso, non più utile all’oligarchia tradizionale capeggiata da
Santos ed all’imperialismo.

Ora è il turno di Luis Carlos Restrepo, che è stato Alto Delegato
per la Pace del governo Uribe, l'uomo che ha ordito la farsa della
falsa smobilitazione del paramilitarismo, e della falsa
smobilitazione di un inesistente fronte delle FARC, gigantesco spot
propagandistico per Uribe e messinscena elaborata per rivendicare
inesistenti successi militari.

Colpito da un mandato di cattura, l'intrepido servitore di Uribe è
fuggito dal paese, accusato di peculato, associazione a delinquere,
frode, traffico e fabbricazione di armi.

Finalmente affonda la nave uribista, e i topi continuano
disperatamente a cercare fogne in cui nascondersi.


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