Di seguito il comunicato del collettivo dei prigionieri e delle prigioniere basche in seguito alla manifestazione nazionale di solidarietà coi prigionieri politici dello scorso 7 gennaio a Bilbo.
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COMUNICATO DEL COLLETTIVO DELLE PRIGIONIERE E DEI PRIGIONIERI POLITICI BASCHI
EUSKAL PRESO POLITIKOEN KOLEKTIBOAREN AGIRIA
KOLOSALA IZAN DA
Oltrepassando ogni previsione, la gigantesca mobilitazione a favore dei diritti dei/delle prigionieri/e avvenuta a Bilbao è stata colossale. Vogliamo fare arrivare il nostro ringraziamento a tutti coloro che vi hanno partecipato e alle persone che hanno lavorato per ottenere questo successo. Siamo molto orgogliosi del nostro popolo. L'appoggio sociale e politico che abbiamo ricevuto ognuno di noi singolarmente e il Collettivo di Prigionieri/e Politici/Politiche Baschi/e è stato enorme.
Nell'ultimo comunicato affermavamo che Madrid e Parigi hanno tutto il popolo contro, e la manifestazione di Bilbao ne è stata una nuova dimostrazione.
Non siamo rimasti in attesa di una telefonata o di un quotidiano. Anche noi abbiamo partecipato a questa mobilitazione generale. Quelli che siamo reclusi in Francia, Spagna e altri paesi abbiamo realizzato una settimana di di mobilitazione dal 9 al 13 gennaio. In diversi luoghi insieme al nostro popolo abbiamo realizzato iniziative come: digiuni, scioperi dell'aria, striscioni... Da qui in avanti continueremo a mostrarci organizzati, mobilitandoci uniti/e fino a quando si materializzerà la nostra parola, la parola del popolo, dei diritti.
Coloro che hanno voluto rimanere fuori da questo processo sono rimasti
sbiaditi, arretrati e fuori luogo. Questo è stato, ancora una volta, l'atteggiamento del PNV (Partito Nazionalista Basco, ndt) che ha scelto una posizione politica comprensibile a pochi. Posizione vicina all'autismo e allineata coi colonizzatori che fino ad ora non si sono mossi. Il PNV ha perso una nuova opportunità e dovrà pagarne lo scotto.
Il governo spagnolo si sente sotto pressione, e ancora di più adesso che la necessità di cambiamento gli è arrivata nel più profondo, e i nuovi tempi hanno forzato la messa in discussione della politica penitenziaria. Sia al governo spagnolo così come a quello francese e a tutti i responsabili politici rilanciamo la necessità di smetterla con l'inganno. Quando pongono la soluzione sulle singole teste di ognuno di noi si sbagliano; non ci saranno soluzioni individuali senza affrontare/risolvere il problema politico, senza tenere in considerazione una visione generale e collettiva.
Tutte le misure d'eccezione che sono state imposte all'EPPK (Collettivo dei Prigionieri Politici Baschi, ndt) devono essere derogate. Il Collettivo è disposto, come ha dimostrato con le ultime iniziative, a fare passi in avanti per offrire un contributo positivo al processo democratico avviato in Euskal Herria. In questo percorso l'idea dell'amnistia, concetto aspro per i colonizzatori spagnoli e francesi, è per noi la soluzione democratica integrale.
A prescindere dalle parole e dalle leggi, l'esistenza del conflitto politico e la sua soluzione democratica in nuce ci portano a parlare di un processo democratico che porterà a casa tutti i prigionieri e gli esiliati politici baschi. Impedirlo sarebbe irresponsabile.
Infine vogliamo denunciare con tutta la nostra forza l'atteggiamento delle amministrazioni penitenziarie francese e spagnola che ad oggi si basano ancora sul ricatto e sulle pressioni più crudeli. Allo stesso modo denunciamo le intossicazioni dei mezzi di informazione attuate al fine di reggere il gioco a questo atteggiamento. Adesso è l'ora di cambiare attitudine e di fare passi avanti.
Euskal presoak Euskal Herrira!
Amnistia eta autodeterminazioa!
Prigionieri/e Baschi/e al Paese Basco!
Amnistia e Autodeterminazione!
Euskal Preso Politikoen Kolektiboa
(Collettivo delle e dei Prigionieri Politici Baschi)
13 gennaio 2012
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Traduzione dal castigliano a cura di Euskal Herriaren Lagunak Firenze e Bologna
www.ehlitalia.com