Autore: Alessio Ciacci Data: To: forumlucca Oggetto: [Forumlucca] Capannori a Npoli e Art di oggi sul Manifesto
CAPANNORI PARTECIPA AL ‘FORUM DEI COMUNI PER I BENI COMUNI’ IN PROGRAMMA
SABATO 28 GENNAIO A NAPOLI
Capannori è stata chiamata dal sindaco De Magistris a partecipare al ‘Forum
dei Comuni per i Beni Comuni’, che si svolgerà domani, sabato 28 gennaio, a
Napoli.
Un invito che giunge dopo la visita a Capannori del vice sindaco Tommaso
Sodano lo scorso ottobre in occasione delle giornate sui rifiuti zero.
L’amministrazione comunale, che sarà rappresentata dall’assessore
all’ambiente, Alessio Ciacci, parteciperà dunque attivamente alla
costruzione del Forum dei Comuni per i Beni Comuni, che si svolgerà al
Teatro Politeama e al Maschio Angioino, assieme a Nichi Vendola (Presidente
della Regione Puglia), Massimo Zedda (Sindaco di Cagliari), Giuliano
Pisapia (Sindaco di Milano), Michele Emiliano (Sindaco di Bari), Giorgio
Orsoni (Sindaco di Venezia), Virginio Merola (Sindaco di Bologna), Nicola
Zingaretti (presidente della Provincia di Roma) e naturalmente al sindaco
Luigi De Magistris che ha organizzato l’evento insieme all’assessore ai
Beni Comuni Alberto Lucarelli. Un evento che si prospetta davvero
importante per la difesa dei beni comuni, fondamento irrinunciabile dei
diritti, ma anche pilastro della democrazia partecipativa.
**
Beni comuni, ci vediamo a Napoli- ARTICOLO DI DE MAGISTRIS oggi su Il
Manifesto
Luigi De Magistris
27.01.2012
«Vedo la vita solo da un occhio, l'altro è di vetro. Se da questo unico
occhio vedo molte cose, ne vedo molte più dall'altro. Perché l'occhio sano
mi serve a vedere, quello *cieco a sognare*». Questa poesia di Sevak, poeta
armeno, rispecchia al meglio, secondo me, lo spirito con il quale dovremmo
disporci al *Forum dei comuni per i beni comuni* che si svolgerà sabato a
Napoli. Le associazioni, i movimenti, le cittadine e i cittadini, gli
amministratori che ne prenderanno parte, infatti, dovranno dimostrare al
governo e all'Europa che esiste *un'altra strada* per rispondere alla crisi
economica e istituzionale in atto.
Una strada alternativa alla risposta solo tecnocratica, alla contrazione
dei diritti del lavoro, alle liberalizzazioni-privatizzazioni dei servizi
pubblici, al *taglio* verso gli enti locali. Dovranno dimostrare, più in
generale, di saper sintetizzare concretezza e utopia, avanzando *proposte
reali* che sappiano tradurre in pratica, anche amministrativa, il sogno di
una società più giusta e libera. Un modo per farlo, credo, è quello di
partire dalla difesa dei beni comuni (acqua, internet, ambiente, saperi,
solo per fare qualche esempio) e dalla promozione di una democrazia
partecipativa.
È quello che ci hanno indicato, del resto, gli oltre *27 milioni* di
cittadine e cittadini che a giugno, in occasione del referendum, si sono
espressi in modo chiaro e netto, "costringendo" la politica e le
istituzioni ad una riflessione sul senso di una crisi della rappresentanza
che da tempo appesantisce il paese. Una riflessione che oggi diviene ancora
più urgente e pressante a causa della *crisi economica*, quella generata
dal liberismo forzato e dal mercato incontrollato, rispetto alla quale le
cittadine e i cittadini vogliono avanzare la loro proposta e la loro
ricetta di superamento.
Dunque a Napoli potremmo iniziare un percorso di* semina
politica*collettiva molto importante, piantando i bulbi dei diritti
comuni e della
partecipazione, perchè *appare indispensabile*, in questo preciso momento
storico, vigilare e prender parte. Contrastare la privatizzazione dei
servizi pubblici che garantiscono i diritti di tutte e tutti (dal trasporto
ai rifiuti) perchè restino nell'ambito del pubblico senza ambiguità (il che
non vuol dire demonizzare il ruolo che pure il privato può avere ma in
altri settori); contrastare l'aggressione ai diritti del lavoro e la
*marginalizzazione
del sindacato*, soprattutto la sua esclusione dai luoghi di occupazione
quando non ratifica gli accordi che ledono la Costituzione (vedi il caso
Fiom); contrastare la *dittatura del patto di stabilità* che rappresenta un
vincolo inaccettabile per le autonomie locali.
Promuovere, invece, la *ripubblicizzazione dei servizi essenziali *per
difenderli dai monopoli privati che non aiutano l'efficienza e
l'economicità degli stessi, favorendo l'istituzione delle *aziende
speciali*di diritto pubblico, che vedano anche la partecipazione delle
cittadine e
dei cittadini; una *razionalizzazione* delle società partecipate diminuendo
numero e stipendi dei membri dei loro cda; politiche inclusive sul piano
della rappresentanza, aprendo i consigli alla *partecipazione dei migranti*;
nuovi laboratori politici che realizzino una democrazia diretta e
partecipativa, con consulte tematiche che esprimano pareri e osservazioni
da sottoporre all'attenzione delle giunte e dei consigli per *migliorare la
prassi amministrativa*, oppure con referendum locali.
A Napoli stiamo cercando di attuare queste "piccole" misure che sono
espressione, però, di una *"grande" rivoluzione* politico-sociale, la
stessa che ha spinto gli italiani a scrivere una pagina preziosa e
bellissima in occasione dell'ultimo referendum, la stessa che ci porterà
sabato, a Napoli, a scriverne un'altra. E sarà anch'essa *preziosa e
bellissima*, grazie al contributo di tutti coloro che vi prenderanno parte,
dagli amministratori ai movimenti, dalle associazioni ai comitati. Una
nuova pagina che avrà il volto dei beni comuni come fondamento di una
*democrazia
partecipativa*. Il volto del futuro che in tantissime e tantissimi vogliamo
realizzare a partire da oggi.