Autore: l.marinelli Data: To: redditoxtutti Oggetto: [Redditoxtutti] NOI NON CI STIAMO - 3 DICEMBRE ASSEMBLEA NAZIONALE
DEL SINDACALISMO CONFLITTUALE
NOI NON CI STIAMO
3 DICEMBRE ASSEMBLEA NAZIONALE DEL SINDACALISMO CONFLITTUALE
NO ai diktat dell'Unione Europea. NO al Governo Monti
Roma, Teatro Ambra Jovinelli, via Guglielmo Pepe 43, ore 09.00 14.00
L'Unione Sindacale di Base, insieme a Cib-Unicobas, SlaiCobas, USI e
Snater, chiama i lavoratori, i delegati sindacali, gli studenti e tutti
coloro che stanno subendo le conseguenze della crisi, delle misure
dell'Unione Europea, del governo Berlusconi e di quello Monti, a discutere e
confrontarsi in un'Assemblea nazionale che si terrà il 3 dicembre a Roma,
presso il teatro Ambra Jovinelli, in via Guglielmo Pepe 43, dalle ore 9.00
alle 14.00.
Se è comprensibile il senso di liberazione che gran parte degli italiani
sta dimostrando rispetto alla fine della compagine berlusconiana, il
consenso quasi unanime delle forze politiche e della stampa al nuovo Governo
non trova assolutamente d'accordo le forze sindacali conflittuali, spiega,
per lEsecutivo nazionale USB, Fabrizio Tomaselli.
Monti non è un salvatore della patria evidenzia Tomaselli - e non
riusciamo a vedere il suo ruolo distinto dalle banche, dalla finanza e dai
poteri forti internazionali. Noi non ci stiamo a far pagare la crisi ed il
debito a chi da anni vede ridursi lo stipendio, la pensione, il lavoro ed i
diritti, mentre poche centinaia di soggetti a livello internazionale vedono
aumentare spropositatamente i loro profitti. Non ci stiamo a delegare alla
BCE e ad un governo mai eletto dal popolo il futuro di milioni di donne e
uomini di questo paese; non ci stiamo a delegare a Cgil, Cisl e Uil, insieme
a Passera e altri ex banchieri, il diritto, il salario e l'occupazione sui
posti di lavoro.
Conclude il dirigente USB: Il 3 dicembre ci riuniremo dunque in Assemblea,
per costruire l'opposizione sindacale e sociale al governo delle banche e
dell'Unione Europea, contro ogni patto con padroni e governo, per la
democrazia e il pluralismo sui posti di lavoro, per costruire sin dai giorni
successivi il percorso che, a partire dai territori e dai posti di lavoro
porterà ad un grande sciopero generale.