L’onda di Milano e Napoli
LE PRIME PROIEZIONI (ore 16 di lunedì 30) dicono non solo che Giuliano Pisapia a Milano e Luigi De Magistris a Napoli hanno vinto, ma che le loro percentuali sono eccezionali: 55 per cento il primo, addirittura 63 per cento il secondo. Dunque, due candidati «irregolari», sì del centrosinistra ma non scelti dal Partito democratico, hanno convinto un elettorato disilluso a tornare alle urne, specie a Milano, dopo la percentuale dei votanti al secondo turno non è stata di molto inferiore al primo. E’ un atto di fiducia.
Per cosa? Napoli ha problemi giganteschi, a cominciare dai rifiuti (e poi la disoccupazione e la òovertà, l’illegalità endemica, il disordine urbanistico…): De Magistris in campagna elettorale ha annunciato di voler cominciare subito la raccolta differenziata porta a porta, in modo da raggiungere, «entro sei mesi», la percentuale del 70 per cento. Finalmente si apre, si spera, una possibilità diversa, la sola ragionevole, dopo un quindicennio di ecoballe e di inceneritori, di discariche imposte con la forza e di magie (fallite) di Berlusconi.
Pisapia ha da parte sua detto, nell’ultimo appello al voto, che le migliaia di osservazioni al Piano territoriale del comune – l’urbanistica, cuore di ogni affare – saranno tutte riprese in considerazione, dopo che la sindaca Moratti le aveva cestinate. Quelle osservazioni sono il frutto di un lavoro lungo di consultazione e di studio da parte di associazioni e quartieri. A Milano il grande affare si chiama Expo. Da come si comporterà il nuovo sindaco si capirà se l’onda che lo ha portato a Palazzo Marino ha colpito nel segno.
In tutti e due i casi, decisivo sarà il metodo. A candidati «irregolari» dovrebbero necessariamente corrispondere rapporti permanenti con la società civile, forme nuove di decisione decentrata, partecipazione dei cittadini alle scelte dei neosindaci e delle loro giunte.
Intanto, quel che è certo è che Berlusconi ha perso in modo disastroso nella sua capitale, Milano, e nella capitale del sud, Napoli. E noi tutti possiamo tirare un sospiro di sollievo.
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Milano e Napoli un futuro da costruire
Ora si dirà che è una batosta senza appello per Berlusconi e il berlusconismo, ed è talmente vero che il coordinatore del Pdl Sandro Bondi ha rassegnato le dimissioni un minuto dopo aver intuito l'entità della catastrofe. Si sosterrà che è una bocciatura sonora delle capacità amministrative della destra, magari anche per sminuire il significato politico del voto che ha incoronato Pisapia a Milano, De Magistris a Napoli, Zedda a Cagliari. E anche questa è una parte della verità. Si scriverà che l'alternativa vince su tutto il fronte, che c'è il gran ritorno della sinistra radicale e che il popolo “gauchiste” vuole unità delle forze e rinnovamento della classe dirigente.
Noi proviamo, a botta calda, a fare un passo avanti e a chiederci cosa c'è da aspettarsi da questa nuova ondata di sindaci progressisti, non seconda a quella del '93. Almeno nelle due città più importanti. Pisapia ha detto al manifesto che vuole rendere Milano come Berlino. Dunque una città europea, aperta, accogliente, inclusiva, vivace. De Magistris deve vincere la sfida della legalità, ha promesso un assessorato ai beni comuni che sarebbe il primo in Italia, e vuole risolvere l'emergenza monnezza applicando in maniera radicale le elaborazioni dei teorici dei “rifiuti zero”. Sarà l'esperimento politico da osservare con più attenzione di tutte, nella città più piena di contraddizioni del continente. Poi dovrà rimettere al centro la Napoli del melting pot musicale, culturale, artistico, teatrale. Se così sarà, avremo due giunte “rosse” protagoniste del rinascimento di due capitali: una europea, l'altra del Mediterraneo. Aspettando che anche a Roma finalmente si riapra una breccia.
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antonio bruno.
capogruppo Sinistra Europea - PRC Comune di Genova
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