[RSF] Clamori dalla Colombia

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Autore: Associazione nazionale Nuova Colombia
Data:  
To: forumroma
Oggetto: [RSF] Clamori dalla Colombia

         25/05 - LA DIFESA DI JOAQUÍN PÉREZ BECERRA RICHIEDE LA SUA
SCARCERAZIONE IN VIRTU’ DELLA RECENTE SENTENZA DELLA CORTE SUPREMA
DI GIUSTIZIA
<http://www.nuovacolombia.net/Joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=1443:2505-la-difesa-di-joaquin-perez-becerra-richiede-la-sua-scarcerazione-in-virtu-della-recente-sentenza-della-corte-suprema-di-giustizia&catid=8:accordo-umanitario&Itemid=19>


La difesa di Joaquín Pérez Becerra, direttore del portale ANNCOL
arrestato in Venezuela lo scorso 23 aprile ed illegalmente consegnato
da Chávez al regime colombiano, richiederà oggi (mercoledì) il suo
rilascio, posto che le presunte “prove” sulle quali si basava
l'impianto accusatorio sono state dichiarate inammissibili dalla
Corte Suprema di Giustizia colombiana.

Tale decisione potrebbe avere un effetto domino sui molti processi
orchestrati dal regime sulla

base di prove artefatte e manipolate; non a caso il presidente
“Jena” Santos si è affrettato a chiedere ai magistrati che
riconsiderino la loro decisione. Secondo la sentenza della Corte
Suprema, “nessuna autorità colombiana ha competenza o facoltà per
esercitare in territorio straniero ispezioni o raccogliere elementi al
di fuori dei meccanismi di cooperazione internazionale”; il
riferimento è all'invasione praticata dalle Forze Armate colombiane
in territorio ecuadoriano, previo bombardamento, nel corso della
quale avrebbero recuperato i computer (a prova di bombe?) del
Comandante Raúl Reyes, assassinato in quell'occasione unitamente ad
alcuni guerriglieri e, vale la pena ricordarlo, ad un gruppo di
studenti messicani in visita all'accampamento temporaneo delle FARC
per completare delle tesi di laurea.

Le macchinazioni del regime fascista colombiano, come sempre,
rivelano in breve tempo la loro inconsistenza, e Santos e i suoi
degni compari rischiano di restare con un pugno di mosche.

Joaquín Pérez Becerra dev’essere liberato subito, così come il
professor Miguel Angel Beltrán, la sindacalista Liliany Obando e
tutti i 7500 prigionieri politici rinchiusi arbitrariamente nelle
spaventose carceri del regime colombiano.

         23/05 - ASSASSINATO L'ENNESIMO MILITANTE DEL PARTITO COMUNISTA
COLOMBIANO DAL TERRORISMO DI STATO
<http://www.nuovacolombia.net/Joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=1397:2305-assassinato-lennesimo-militante-del-partito-comunista-colombiano-dal-terrorismo-di-stato&catid=8:accordo-umanitario&Itemid=19>


Argemiro Hernández, militante del Partito Comunista Colombiano, è
stato assassinato da un sicario sabato 14 maggio nella piazza del
mercato di Chaparral (dipartimento del Tolima).

Secondo il segretario politico della sezione regionale del partito,
il sicario, che ha sparato con una pistola con il silenziatore, era
un "professionista, di quelli prodotti dal regime per impedire i
cambiamenti democratici di cui il paese ha bisogno; non è un crimine
isolato, fa

parte delle migliaia di crimini ai danni dell'Unión Patriótica, il
Partito Comunista e le persone che maggiormente s’impegnano a
favore del popolo." Che questo sia un omicidio mirato voluto dal
terrorismo di Stato, è un dato evidente non solo per le modalità
dell'esecuzione e le caratteristiche della vittima, ma anche perché
la regione del sud del Tolima è capillarmente militarizzata, con una
grandissima concentrazione di truppe dell'Esercito.

Gli sproloqui di “Jena” Santos su presunte diminuzioni della
violenza contro sindacalisti, giornalisti, attivisti, militanti e
leader comunitari colombiani non hanno alcun valore, sono chiacchiere
che non modificano di un millimetro la realtà di questo martoriato
paese: gli oppositori al regime fascista rischiano ogni giorno di
cadere sotto gli attacchi di militari, paramilitari, sgherri del
governo e dell'oligarchia, e quanto più la loro attività viene
svolta alla luce del sole ed ottiene visibilità, tanto più
facilmente diventano obiettivi militari del terrorismo di Stato.

         21/05 - LA CORTE SUPREMA DI GIUSTIZIA DELLA COLOMBIA DICHIARA
ILLEGALI LE “PROVE" CONTENUTE NEI PC DEL COMANDANTE REYES
<http://www.nuovacolombia.net/Joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=1432:2105-la-corte-suprema-di-giustizia-della-colombia-dichiara-illegali-le-proveq-contenute-nei-pc-del-comandante-reyes&catid=8:accordo-umanitario&Itemid=19>


La Corte Suprema di Giustizia della Colombia ha qualificato come
"illegali" le presunte prove ottenute dai computer del Comandante
delle FARC Raúl Reyes, assassinato dalle Forze Armate colombiane e
dagli USA nel corso dell’illegale attacco militare
extraterritoriale compiuto in territorio ecuadoriano il 1 marzo 2008.

La storia di tali computer è sbalorditiva: dopo essere
“miracolosamente” scampati ad un

intenso bombardamento, sono stati manipolati per tre giorni dai
servizi segreti colombiani, senza ovviamente alcun controllo da parte
dell’autorità giudiziaria. Anche il capitano della polizia Ronald
Hayden Coy Ortiz ha poi ammesso, sotto giuramento, di averne
manipolato le informazioni. Ciononostante, da tre anni a questa parte
il regime fascista colombiano ha ordito centinaia di macchinazioni e
montature, sulla base di queste presunte “prove”, ai danni di
oppositori politici, leaders sociali ed attivisti internazionali.

Anche se con anni di ritardo, è finalmente arrivata una sentenza
-quella della Sala Penale della massima istituzione giudiziaria del
paese- che stabilisce una volta per tutte che non sono stati seguiti
i procedimenti previsti dai protocolli internazionali per questo tipo
di “prove”, e che, di conseguenza, tutti i processi imbastiti
sulla base delle stesse dovranno essere annullati.

Le macchinazioni di Uribe e Santos, palesemente strumentali alla
persecuzione degli oppositori ed alla fabbricazione ad hoc della
cosiddetta “FARC-politica” per distrarre l’opinione pubblica
dalla para-politica, perdono così qualunque supporto legale e si
trasformano nell’ennesimo boomerang che scredita ulteriormente il
narcogoverno colombiano.



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