Ho aspettato oggi che si riunisce la Commissione Trasporti a rendere pubblica la lettera di Mario Ciancarella all'onorevole Monai, aspettiamo le decisioni di questo Parlamentare e andiamo avanti su fb a tenere i riflettori accesi sulla vicenda. Un "importantissimo riflettore" è stato spento quel 2 febbraio 1992(un "altro riflettore potentissimo" per illuminare la verità su Ustica è stato spento il 30 marzo 1987, si chiamava Mario Alberto Dettori) prima che illuminasse il cielo al momento della strage di Ustica e facesse vedere al magistrato con nitidezza chi, come e perchè aveva commesso ed era il mandante della Strage di Ustica a tutti i livelli nazionale ed internazionale. Ognuno di noi però ha il dovere come cittadino sovrano di prendere la sua piccola luce(la determinazione, la volontà e l'impegno nel quotidiano), unirla agli cittadini sovrani per riprodurre la luce di quei "riflettori potentissimi" per illuminare la verità su Ustica spenti per sempre. Noi è quello che intendiamo facendo fino in fondo il nostro dovere. Laura Picchi associazione antimafie Rita Atria
NOTA ALL'ATTENZIONE DELL'ON MONAI
Gentile onorevole,
Con la presente desidero ringraziarLa per la attivita' politica
finora svolta sul caso Marcucci Lorenzini, integrando e aiutando cosi'
l'impegno impagabile di Laura Picchi per ottenere la riapertura del
caso.
Vorrei tuttavia segnalarLe il pericolo che, vista la risposta del
Governo alle Sue interrogazioni, si torni a giudicare la
improcedibilita' della riapertura di indagini sulla base dei soli esiti
della perizia tecnica che vent'anni fa fu redatta dalla Dott.ssa
Italia. Ebbene proprio quelle conclusioni sono state da noi
sistematicamente contestate sulla base di "prove nuove e certamente
evidenti" (come vorrebbe il Governo, perche' la novita' non puo' essere
temporale ma solo su aspetti non valutati ne' indagati che
vengano tuttavia presentati), quali le foto dei resti di Marcucci
all'interno dei rottami e le valutazioni delle contraddizioni tra la
perizia e le risultanze testimoniali e tecniche agli atti.
A partire da quello strano pezzo di cruscotto che fu rinvenuto
nella conchiglia in cui venne deposto il corpo di Marcucci e che risulta
in tutta evidenza (si veda intervista pubblicata da Il Tirreno)
consegnato dal tecnico dell'obitorio ai Carabinieri
ma di cui in perizia non c'e' traccia alcuna; per arrivare alle evidenze
del trauma cranico per asportazione subito da Sandro Marcucci ed alle
relative dichiarazioni del medico Piegaia Minutoli alla Commissione di
inchiesta su richiesta dei loro membri ma di
cui non v'e' traccia negli esiti peritali e che furono riferite allo
scrivente dallo stesso dottore alla presenza del fratello Marco di
Sandro Marcucci; alla natura delle ustioni visibili (sempre dalle foto
da noi prodotte e mai acquisite agli atti dell'inchiesta)
sul suo corpo e di quelle rilevate sul corpo di Lorenzini, per finire ai
grossolani errori di interpretazione dello scenario della
precipitazione e del contesto operativo compiuti dalla frettolosa e
scandalosa inchiesta, assunta del tutto passivamente dal Giudice
Puzone. Per non dire della vergognosa alterazione delle date sui vari
documenti della Magistratura in ordine al dissequestro dei rottami del
velivolo, con cui si sperava forse di far tramontare per sempre la
possibilita' di una seria indagine investigativa,
e di cui solo tardivamente veniva data notizia ai familiari, impedendone
ogni richiesta di ulteriore analisi tecnica.
La nostra documentazione accerta che nessuno fenomeno di
micrometeorologia (come lo ha definito la perizia) poteva essersi
verificato in assenza di vento (come diversi testimoni e la relazione
dei Carabinieri certificano senza ombra di dubbio) e che, con
la particolare esposizione del costone, avrebbe semmai potuto
determinare, a causa della insolazione, una corrente esclusivamente
ascendente, comunque minimale e certamemente tale da non poter incidere
sulla condotta di guida del velivolo.
Ne' la perizia prende in considerazione l'avvenuto primo schianto
del velivolo sul carrello sinistro (evidenziato nella foto dallo
schiacciamento in avanti della relativa gamba del carrello), con
successivo rimbalzo e rovesciamento del velivolo (che ben
potrebbe aver determinato la eiezione del corpo di Lorenzini, che la
perizia invece sussume infondatamente - come testimonia indubitabilmente
la posizione dello schienale del sediolino del passeggero incastrato
sotto il corpo di Sandro Marcucci - come determinato
dall'autonomo trascinarsi all'esterno del Lorenzini dopo l'impatto
finale al suolo) prima dello schianto definitivo.
Noi crediamo di aver prodotto una "controindagine puntuale e
documentata" che il Governo con evidenza non ha intenzione di prendere
in considerazione.
Ora non ci resta che sperare in una Sua "non-passivita'" a fronte
della documentazione offerta dal Governo, denunciando che e' la stessa
documentazione che e' stata da noi criticata con ampia facolta' di
prova, e che solo dalla disposizione di una riesumazione
del cadavere di Marcucci e dalla relativa autopsia potrebbe essere
eventualmente smentita, determinando una decisione di riapertura delle
indagini che tenga conto delle risultanze della nostra "controinchiesta"
e della relativa documentazione fotografica ed
analisi critica della perizia.
Rimane comunque il nostro impegno perche' sia possibile comunque,
un giorno, fare Verita' per dare Giustizia a Sandro Marcucci e Silvio
Lorenzini, per l'omicidio scellerato con cui si e' ritenuto di eliminare
un pericolosissimo testimone per la vicenda
di Ustica (Sandro) ed un potenziale testimone anch'egli pericolosissimo
sullle reali dinamiche dell'incidente del Piper pilotato da Sandro
Marcucci.
Crediamo che ogni Cittadino ed i familiari delle vittime anzitutto
abbiano diritto all'accertamento veritiero sulle cause di un decesso
violento di qualsiasi persona, e vogliamo sperare che Lei - come noi e
sulla base della documentazione che Le abbiamo
fornito e che Lei avra' certamente analizzato attentamente prima di
procedere alla interrogazione - voglia dimostrare di non consentire che
le menzogne di Stato siano nuovamente spacciate con spudoratezza e
pretesa di insindacabilita'.