E' guardando a quello che Sandro Marcucci ci ha insegnato che si continua con Rna e gli altri amici su fb a informare sul caso Marcucci e Lorenzini le persone comuni e poi si discuterà come andare avanti come Associazione e con Mario Ciancarella a chiedere verità e giustizia per le vittime.
Nadia Furnari nel libro "I ragazzi di Paolo" scrive: (..)Una settimana prima di morire Sandro (Marcucci ndr) durante un incontro
tra amici si rivolse ad un sacerdote dicendogli: <<Padre, vorrei dire a
questi ragazzi, che il cammino sarà difficile e che più si prendono le
“botte” e più si trova la forza per rialzarsi perché il dolore si
trasformerà in energia>> e proseguiva:<< Padre, vorrei dire anche a
questi ragazzi, che con le nostre storie e con il nostro impegno e non con le
parole e i principi dobbiamo avvicinarci agli altri>>.
Ci ha insegnato Sandro Marcucci a non dimenticare mai che il cammino è difficile, dove si prendono le "botte" ma anche si può trovare la forza dentro noi stessi per rialzarsi e continuare ad impegnarsi come sempre con tutto di se stessi con i fatti nella quotidianità e ordinarietà della nostra vita.
Che dire? Grazie Sandro che nella tua Vita prima che barbaramente ti uccidessero ci hai lasciato un patrimonio di conoscenze e insegnamenti di inestimabile valore!
laura picchi
From: impossibilepentirsi@???
To: m.ciancarella@???; info@???; m.marcucci@???; marisa.pareto@???; rsensi@???; forumlucca@???; lucca@???; lucca@???; sensi99@???; alessiociacci@???; salahchfouka@???; gicavalli@???; giovanna.duranti@???; la.gurfata@???; lista123lm@???; luca.loffredo@???; ziobaffo59@???
Subject: caso Marcucci e lorenzini: come prevedevo il governo tiene il caso chiuso
Date: Wed, 4 May 2011 23:19:55 +0200
Non si può scrivere una nota alle 23 e oltre. Posso solo riportarvi la replica di Monai che ha solamente di buono che ha richiesto di farsi dare la documentazione che hanno trovato sul caso Marcucci e Lorenzini e farla consultare a tutti noi.
"Carlo MONAI (IdV), replicando, nel ringraziare il vice
ministro per la precisa e documentata risposta che, a
differenza di quanto avvenuto in passato in relazione ad altri
atti di sindacato ispettivo sul medesimo argomento, entra nel
merito della questione oggetto dell'interrogazione, chiede al
Governo che gli venga fornita una copia della documentazione
relativa all'inchiesta, al fine di permetterne la
consultazione anche alle associazioni e ai soggetti
interessati a tale vicenda."
Ecco la risposta del governo:
ALLEGATO 2
5-04106 Monai: Esiti della ricerca della
documentazione inerente all'incidente mortale occorso ad un ex
colonnello dell'Aeronautica militare in data 2 febbraio
1992.
TESTO INTEGRALE DELLA RISPOSTA
In seguito agli impegni assunti in data 27 ottobre 2010,
come peraltro ricordato dallo stesso interrogante, furono
immediatamente avviate le ricerche presso gli archivi del
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e dell'Ente
Nazionale per l'Aviazione Civile.
Presso gli archivi dell'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile
non si è riscontrato alcun elemento relativo
all'incidente mentre, negli archivi del Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti, si è rinvenuto il
rapporto di inchiesta tecnico-formale dell'incidente in parola
completo degli allegati, il decreto di nomina della
Commissione per lo svolgimento dell'inchiesta ed il rapporto
di inchiesta sommaria.
Dalla suddetta relazione d'inchiesta tecnico-formale emerge
che, al momento dell'incidente, l'aeromobile era nei imiti
consentiti per quanto riguarda l'efficienza della macchina e
del motore, la visibilità era ottima ed i venti
moderati. Inoltre risulta che i focolai d'incendio e la
differente insolazione dei costoni sorvolati dall'aeromobile
davano luogo a correnti discendenti e ascendenti ed il pilota
era in buone condizioni fisiche. Nella fase finale del volo
sarebbe venuto meno il rispetto della quota minima di
sicurezza come prescritto dalle regole generali del volo a
vista.
Come cause probabili dell'incidente viene riportato
testualmente: «La Commissione ritiene che la causa
determinante dell'incidente sia attribuita al mancato rispetto
delle quote minime di sicurezza che, unitamente ad una
sopravvalutazione delle prestazioni dell'aeromobile
nonché alla presenza di fenomeni di micrometeorologia,
che in quelle particolari condizioni possono portare alla
formazione di correnti discendenti di non trascurabile
intensità, hanno impedito al pilota di evitare
l'ostacolo.»
Le raccomandazioni finali dell'inchiesta hanno riguardato la
necessità del rispetto delle quote minime di
sicurezza, particolari cautele da osservare nel volo in
montagna e il consiglio di indossare in volo indumenti privi
di fibre sintetiche.
Il Ministero che rappresento ha interessato, come previsto dal
decreto legislativo n. 66/99, l'Agenzia Nazionale per la
Sicurezza del Volo per le proprie valutazioni anche in
relazione ad un eventuale riesame dell'incidente.
L'Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo ha evidenziato,
in data 3 maggio 2011, l'impossibilità di procedere ad
un riesame in quanto, anche volendo, non si potrebbe che
ripartire dalle evidenze acquisite dalla commissione di
inchiesta a suo tempo nominata e, quindi, da evidenze non
acquisite direttamente dall'Agenzia Nazionale per la Sicurezza
del Volo.
Eventuali criticità o carenze nell'inchiesta in
questione, quindi, non potrebbero essere sanate dall'azione
investigativa, tenuto anche conto che a distanza di quasi
vent'anni lo stato delle cose e dei luoghi risulterebbe
inevitabilmente diverso rispetto a quello riscontrato.
Fermo restando quanto rappresentato si evidenzia che la
normativa internazionale in materia di inchieste aeronautiche,
nello specifico la previsione 5.13 dell'Allegato 13 alla
Convenzione relativa all'aviazione civile internazionale,
precisa che l'eventuale riapertura di una inchiesta chiusa
possa avvenire soltanto in presenza di «nuove e
significative prove» che, nel caso in esame,
oggettivamente, non sembrerebbero essersi manifestate.