[Forumlucca] unità d'Italia: due note scritte da un anarchic…

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Auteur: laura picchi
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Sujet: [Forumlucca] unità d'Italia: due note scritte da un anarchico lucano su cui riflettere e da approfondire.....

Perchè l'Italia sia davvero una e indivisibile come scritto nella Costituzione del 1948 e gli italiani si sentano uniti come popolo da nord a sud, dal continente alle isole, superando campanilismi e razzismi, evitando di rivivere un neomedioevalismo di neosignorie e neocomuni o di ripiombare in un'epoca neonazifascista dove la propria nazione e razza sia considerata superiore alle altre e dunque le altre nazioni e popoli si pensa di avere il diritto di annientare, ci deve anche essere la verità sulla storia d'Italia di questi 150 anni che è una sola e quasi mai/mai è quella "scritta dai vincitori" : ecco perchè porto alla vostra attenzione queste due note di questo anarchico lucano, comunque da verificare punto per punto sulla documentazione da cui sono prese queste notizie. In queste due note l'autore non cita le sue fonti e dunque indipendentemente da chi scrive, dalla sua cultura e convinzioni politiche i contenuti vanno verificati punto per punto con studio e ricerca, quando non si è a conoscenza come la sottoscritta dei fatti storici in esse denunciati, studio e ricerca che non ho potuto fare e dunque vi prego di prendere con cautela quanto scritto in queste 2 note che porto alla vostra attenzione e se l'argomento vi interessa, come interessa a me potrete di certo approfondire voi stessi come farò io appena ne avrò il tempo quanto scritto in queste 2 note. laura picchi
1861-2011: Il Genocidio dei Terronipubblicata da Nico Guevara brigante lucano il giorno mercoledì 16 marzo 2011 alle ore 8.04Non tutti sanno che i piemontesi fecero al Sud quello che i nazisti fecero a Marzabotto. Ma tante volte, per anni. E cancellarono per sempre molti paesi, in operazioni “anti-terrorismo”, come i marines in Iraq. Non tutti sanno che, nelle rappresaglie, si concessero libertà di stupro sulle donne meridionali, come nei Balcani, durante il conflitto etnico; o come i marocchini delle truppe francesi, in Ciociaria, nell’invasione, da Sud, per redimere l’Italia dal fascismo (ogni volta che viene liberato, il Mezzogiorno ci rimette qualcosa). Non tutti sanno che, in nome dell’Unità nazionale, i fratelli d’Italia ebbero pure diritto di saccheggio delle città meridionali, come i Lanzichenecchi a Roma.E che praticarono la tortura, come i marines ad Abu Ghraib, i francesi in Algeria, Pinochet in Cile.In Parlamento, a Torino, un deputato ex garibaldino paragonò la ferocia e le stragi piemontesi al Sud a quelle di «Tamerlano, Gengis Khan e Attila». Non
tutti sanno che si incarcerarono i meridionali senza accusa, senza
processo e senza condanna, come è accaduto con gl’islamici a Guantánamo. Lì qualche centinaio, terroristi per definizione, perché musulmani; da noi centinaia di migliaia, briganti per definizione, perché meridionali. E, se bambini, briganti precoci; se donne, brigantesse o mogli, figlie, di briganti; o consanguinei di briganti (sino al terzo grado di parentela); o persino solo paesani o sospetti tali. Tutto a norma di legge, si capisce, come in Sudafrica, con l’apartheid. Grazie alla Legge Pica, promulgata dal governo Minghetti, una legge simile, grazie a Nazi-Cossiga, servì oltre un secolo dopo per sterminare i nuovi Briganti. Non tutti sanno che i briganti fossero guerriglieri per difendere il proprio paese invaso. Non tutti sanno che il paesaggio del Sud divenne come quello del Kosovo, con fucilazioni in massa, fosse comuni, paesi che bruciavano sulle colline e colonne di decine di migliaia di profughi in marcia. Non tutti sanno che i primi campi di concentramento e sterminio in Europa li istituirono gli italiani del Nord, per tormentare e farvi morire gli italiani del Sud, a migliaia, forse decine di migliaia (non si sa, perché li squagliavano nella calce). Non tutti sanno che il ministero degli Esteri dell’Italia unita cercò per anni «una landa desolata», fra Patagonia, Borneo, per deportarvi i meridionali e annientarli lontano da occhi indiscreti. Non tutti sanno che i fratelli d’Italia arrivati dal Nord svuotarono le ricche banche meridionali, regge, musei, case private (rubando persino le posate), per pagare i debiti del Piemonte e costituire immensi patrimoni privati. Non tutti sanno che i Mille fossero quasi tutti avanzi di galera. Non
tutti sanno che, a Italia così unificata, imposero una tassa aggiuntiva
ai meridionali, per pagare le spese della guerra di conquista del Sud,
fatta senza nemmeno dichiararla. Non tutti sanno che l’occupazione del Regno delle Due Sicilie fosse stata decisa, progettata, protetta da Inghilterra e Francia, e parzialmente finanziata dalla massoneria (detto da Garibaldi, sino al gran maestro Armando Corona, nel 1988). Non tutti sanno che il Regno delle Due Sicilie fosse, fino al momento dell’aggressione, uno dei paesi più industrializzati del mondo (terzo, dopo Inghilterra e Francia, prima di essere invaso).Non tutti sanno che l’Italia unita facesse pagare più tasse a chi stentava e moriva di malaria nelle caverne dei Sassi di Matera, rispetto ai proprietari delle ville sul lago di Como. Abbiamo sempre creduto ai libri di storia, alla leggenda di Garibaldi…la storia la scrive chi vince…

1861-2011:IL PRIMO LAGER AL MONDO, FENESTRELLE! Leggete questa storia,leggetela con attenzione e con una lacrima nel cuore.pubblicata da Nico Guevara Brigante Lucano il giorno giovedì 17 marzo 2011 alle ore 8.41Il primo campo di sterminio dell’era moderna era piemontese e vi morirono migliaia di soldati delle Due Sicilie.All’entrata le parole: “Ognuno vale non in quanto è, ma in quanto produce”.Gli storici continuano a voler ignorare una storia piena di dolore, disperazione e di morte
che da quasi 150 anni aspetta di essere scritta sui testi scolastici.
L’esempio piú emblematico di questa continua censura storica è il Lager
di Fenestrelle.Ma facciamo un piccolo passo indietro, cosa ha
comportato l’Unità d’Italia? Le cifre ufficiali, anche se molto
sottovalutate, sono terrificanti: 5212 condanne a morte, 6564 arresti, 54 paesi rasi al suolo, 1 milione di morti. Una vera e propria repressione consumata all’indomani dell’Unità d’Italia dai Savoia e forse la si può definire come la prima pulizia etnica dell’epoca moderna, operata sulle popolazioni meridionali, dettata dalla Legge Pica, promulgata dal governo Minghetti. Se
queste argomentazioni ci indignano, niente può farci venire il ribrezzo
piú delle vicende che hanno coinvolto il forte di Fenestrelle dal 1860
al 1870. In quel periodo si concretizzò il primo campo di sterminio della storia moderna, in esso trovarono la morte piú di 8.000 soldati del Regno delle Due Sicilie, ai quali va aggiunto un numero imprecisato di letterati, preti, briganti e miseri contadini.Ma tutto ciò continua ad essere ignorato dalle menti illustri della storiografia “ufficiale” italiana e
dai letterati; addirittura sul sito dell’Amministrazione Provinciale la
fortezza viene presentata come “Monumento simbolo della Provincia di
Torino“ (con tanto di foto in notturna per decantarne implicitamente la
bellezza), mentre sul sito ufficiale del Forte, si invita alla
devoluzione del 5 per mille! Sempre sul sito De Amicis scrive: «Uno
dei piú straordinari edifizi che possa aver mai immaginato un pittore
di paesaggi fantastici: una sorta di gradinata titanica, come una
cascata enorme di muraglie a scaglioni, un ammasso gigantesco e triste
di costruzioni, che offriva non so che aspetto misto di sacro e di
barbarico, come una necropoli guerresca o una rocca mostruosa, innalzata
per arrestare un’invasione di popoli, o per contener col terrore
milioni di ribelli. Una cosa strana, grande, bella davvero. Era la
fortezza di Fenestrelle». Si chiude con «Guardiano immobile e supremo della nostra indipendenza e del nostro onore».È la pura esaltazione dell’inferno! Ora immaginate se invece di Fenestrelle si parlasse di Auschwitz, e con in mente il nome del famoso lager nazista rileggete le parole di De Amicis appena sopra riportate!!Noi popolo meridionale abbiamo l’obbligo morale di dire tutte
le verità sulla cieca e razzista politica di aggressione che i Savoia e
i Piemontesi hanno fatto nelle nostre meravigliose regioni!Di seguito la vera storia, quella che non troverete mai nei testi scolastici dei vostri figli, leggetela con attenzione e con una lacrima nel cuore. Fenestrelle, storia di un lager sconosciuto “Ognuno vale non in quanto è, ma in quanto produce”. È
l’iscrizione che un visitatore legge oggi su un muro, entrando a
Fenestrelle, fortezza ubicata sulle montagne piemontesi dove, dal 1860
al 1870, furono deportati i migliaia di meridionali che si opposero
all’unità d’Italia e alla colonizzazione piemontese. Gli
internati erano soprattutto poveri contadini ed ex soldati borbonici,
gli stessi che sarebbero morti di stenti e vessazioni perpetrati da chi
si reputava un liberatore! Un insieme di forti protetti da
altissimi bastioni ed uniti da una scala di 4000 gradini scavata nella
roccia: ecco cos’era a quel tempo Fenestrelle, una gigantesca cortina
fortificata resa ancor piú spettrale dalla naturale asperità di quei
luoghi e dalla rigidità del clima. Assassini, sacerdoti, giovani,
vecchi, miseri popolani e uomini di cultura privi di luce e coperte,
senza neanche un pagliericcio lottavano tra la vita e la morte in
condizioni disumane; perfino i vetri e gli infissi venivano smontati per
rieducare con il freddo i segregati. Laceri
e poco nutriti passavano le giornate standosene appoggiati ai
muraglioni nel tentativo disperato di catturare i timidi raggi di sole
invernali, e chissà che in quei momenti non ricordassero con nostalgia
il calore di climi piú mediterranei. Pochissimi riuscirono a sopravvivere: le aspettative di vita in quelle condizioni non superavano i tre mesi e spesso i carcerati venivano uccisi anche solo per aver proferito ingiurie contro i Savoia. Nessuna spiegazione logica dunque alla base della loro misera prigionia, molti non erano nemmeno registrati, da qui la difficoltà di conoscere oggi il numero preciso dei morti, processati e non. E
proprio a Fenestrelle furono imprigionati la maggior parte di quei
soldati che, subito dopo la resa di Gaeta nel 1861, avrebbero dovuto
trovare la libertà. Dopo sei mesi di eroica resistenza dovettero,
invece, subire un trattamento infame: disarmati, derubati di tutto e
vigliaccamente insultati dalle truppe piemontesi, morirono di stenti. Poi,
il 22 agosto del 1861 arriva il tentativo di rivolta: uno sforzo
inutile, sventato per tempo dai piemontesi e che ebbe come risultato
l’inasprimento delle pene tra cui la costrizione di portare al piede
palle da 16 chili, ceppi e catene. L’unica liberazione possibile era dunque la morte,
delle piú atroci: i corpi venivano sciolti nella calce viva, collocata
in una grande vasca nel retro della chiesa all’ingresso del Forte. Una morte senza onore, senza tombe, senza lapidi e senza ricordo, affinché non restassero tracce dei misfatti compiuti. I NOSTRI MORTII
nostri morti, i quali per quasi un secolo e mezzo sono stati insultati e
poi dimenticati da ogni scuola ed istituzione del “nostro” Paese.ED
OGGI TUTTI PRONTI A FESTEGGIARE CON LE BANDIERINE MACCHIATE DAL SANGUE
DI MIGLIAIA DI MERIDIONALI! TUTTI PRONTI A FESTEGGIARE, SENZA NEMMENO
SAPERE COSA REALMENTE SI FESTEGGIA, IGNARI, COME TANTI “BALILLA”.