[Forumlucca] "caso moro: le verità nascoste" di Stefania Lim…

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Auteur: laura picchi
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À: m.ciancarella, info, marco marcucci, marisa.pareto, roberto sensi, mrseye, forumlucca, lucca, lucca, giulio sensi, alessio ciacci, salah chfouka, gicavalli, giovanna duranti, la gurfata, lista123lm
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Sujet: [Forumlucca] "caso moro: le verità nascoste" di Stefania Limiti

http://www.cadoinpiedi.it/2011/03/12/caso_moro_le_verita_nascoste.html
Caso Moro: le verità nascoste




di Stefania Limiti - 12 Marzo 2011












Il racconto di un ex carabiniere che
sorvegliava via Montalcini. I movimenti delle Br seguiti costantemente.
Ma senza intervento.

































Dal tunnel del caso Moro continuano ad uscire pezzetti di verità: dopo 
oltre trent'anni da quella pagina nera, spunta un altro testimone. Non 
vuole rivelarsi e dunque lo chiameremo signor Mario, ma crediamo che le 
sue parole vadano prese sul serio, soprattutto dopo che anche la procura
 di Roma ha giudicato opportuno ascoltarlo.
Il signor Mario era un giovane militare di leva nel marzo del 1978 ed 
ebbe una esperienza che non ha mai voluto raccontare perché così gli 
dissero, forse poco teneramente, di fare. Mi ha chiamata dopo aver letto
 l'Anello della Repubblica, scegliendo di confidarmi una storia che non vuole più lasciare solo in un angolo della sua memoria.    



D. Che cosa ha da raccontarmi?

R. Ho fatto parte di un gruppo di dieci uomini scelti per tenere sotto
osservazione via Montalcini. Era il 23 aprile del 1978. Ci dissero dove
stavamo e cosa dovevamo fare solo una volta arrivati: eravamo partiti da
Napoli e non sapevamo cosa ci aspettasse.



D. E cosa vi dissero di fare?

R. Ci dissero di sorvegliare l'appartamento dove era sequestrato l'on.
Moro. Il nostro compito principale era controllare tutti i movimenti
provenienti da quell'appartamento. Avevamo una postazione di controllo:
sulla strada era situato un lampione per l'illuminazione stradale che fu
smontato pezzo per pezzo da falsi tecnici dell'Enel, portato in una
caserma dei Carabinieri dove fu installata una micro telecamera
all'interno della lampadina: serviva per vedere gli spostamenti
all'interno dell'appartamento. Dovevamo poi sorvegliare i movimenti
intorno al palazzo e tenere sotto osservazione i bidoni della
spazzatura. Moro era tenuto, ci dissero, nell'appartamento del piano
rialzato, quello con il giardinetto. In quello del primo piano erano
stati messi microfoni ad alta ricezione, in grado di captare anche i più
piccoli rumori. Roba sofisticata per l'epoca, forniti, infatti, da
agenti stranieri. Ricordo di aver visto la Renault 4 rossa parcheggiata
nel cortile che dava ai garage e un'altra auto, una Rover con targa
straniera e con una o forse più multe poste sul parabrezza. Un giorno fu
portata via e fu piuttosto sconcertato quando la rividi nello spiazzo
della caserma di via Aurelia.



D. Quanto durò questa missione?

R. Fino all'8 di maggio, un giorno prima dell'epilogo tragico del
sequestro. Ci dissero che il nostro compito era finito e che ci
avrebbero rispedito alle nostre destinazioni. Rientrai ad Avellino e poi
ho avuto il foglio di trasferimento per Battipaglia (Salerno). Mi è
stato esplicitamente detto di dimenticare quello che avevo visto e fatto
a Roma.



D. Perché altrimenti?

R. Ci dissero che avremmo avuto conseguenze. Io sempre avuto paura e non
ho mai voluto raccontare questa mia esperienza. Ora con tutte le
cautele ho deciso di farlo, magari può essere utile, non so.



D. Che fine hanno fatto i suoi compagni?

R. Di loro non ho avuto più notizie. Forse ci mandarono in caserme molto
distanti, proprio per evitare che ci incontrassimo di nuovo. Chissà, in
fondo non è certo questo il mistero della storia..



L'esperienza del signor Mario può suggerire tante cose ma tutte
andrebbero verificate. E' certo che lascia di stucco: durante i 55
giorni del sequestro di Aldo Moro nessuno sapeva dell'esistenza di un
covo-prigione in via Montalcini. Il generale Dalla Chiesa suggerì una
sua ipotesi durante un'audizione in parlamento: cioè che da via
Montalcini fosse uscita una Renault 4 quella mattina, ma vuota. Ciò che
Moro non fosse lì. Comunque, qualcuno sapeva che in quell'appartamento
non c'era solo una normale coppia di giovani sposi. Così come era sotto
osservazione, da lontano, il covo di via Gradoli: lo ha detto un uomo
dell'Anello, spiegando che fu impedito un blitz per liberare Moro.
L'impressione, quasi certezza a questo punto, è che durante il sequestro
del presidente della Dc, i movimenti delle Brigate Rosse furono seguiti
costantemente ma con grande, grande discrezione.














Aldo Moro, Brigate Rosse, Democrazia Cristiana, l'Anello della Repubblica, Montalcini, Stefania Limiti


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Subject: RE: PRESIDIO PERMANENTE MARCUCCI E LORENZINI: RICORDO UCCISIONE SCORTA ALDO MORO E SUO RAPIMENTO
Date: Wed, 16 Mar 2011 10:44:23 +0100








Oggi è il 16 marzo 2011, si ricorda l'uccisione degli uomini della scorta di
Aldo Moro e il suo rapimento come oggi nel 1978. Ricordo che questo lavoro mio su scribd http://www.scribd.com/doc/50523981/Studio-Sul-Rapimento-e-Omicidio-Moro-Di-Laura-Picchi

come al solito si può liberamente leggere e pubblicare SE LO SI VUOLE su siti e blog, ricordo che le fonti di questo lavoro sono i testi delle sedute dei 55 giorni di rapimento Moro e materiale in rete sui processi del caso Moro. Grazie per l'attenzione! Vorremmo che anche Aldo Moro e i suoi uomini di scrta avessero verità e giustizia al più presto! Vorremmo capire perchè furono uccisi Moro e la scorta, vorremmo capire il perchè anche della strage dell'Italicus sul quale Aldo Moro doveva salire e all'ultimo momento poi fu richiamato per firmare dei documenti. laura
picchi