Autor: Antonella Mangia Datum: To: casadelledonnelecce, retedonnelecce CC: CSSF, lecce social forum Betreff: [Lecce-sf] ATTENZIONE SGOMBERO CAMPO ROM - LECCE
Comunicato stampa
È di ieri l'ingiunzione
di sgombero (priva della firma del Sindaco), da effettuarsi entro 30
giorni, pervenuta ad alcuni nuclei familiari residenti nel campo
sosta Panareo dai vigili urbani su iniziativa del dirigente del
settore Urbanistica del comune di Lecce arch. Luigi Maniglio.
Nell’ingiunzione si ordina, a seguito di un’ispezione del nucleo
di vigilanza edilizia presso il Campo Sosta Panareo avvenuta in data
16/11/2010, di abbattere (a spese degli occupanti) entro 30 giorni le
“Campine” nelle quali ad oggi ancora abitano una ventina di
nuclei familiari.
Con questa autonoma
iniziativa, il settore Urbanistica del comune di Lecce, ignorando il
lavoro di concertazione che da anni oramai è portato avanti dalle
associazioni del terzo settore, dai rappresentati del Campo Rom e dai
Servizi Sociali Comunali nel tentativo di far fronte ai numerosi
problemi e ostacoli che questo gruppo di cittadini quotidianamente
incontra nello svolgimento della propria vita, dimostra ancora una
volta l’approccio demagogico con cui ci si affrontano le
problematiche sociali e la totale mancanza di una prospettiva volta
all’inclusione dei cittadini rom presenti sul territorio leccese.
Questa iniziativa
inoltre, mette in luce la completa mancanza di coordinamento tra i
diversi settori amministrativi dello stesso Comune di Lecce. Con
questa ingiunzione infatti il settore urbanistica dimostra di
ignorare le stesse procedura amministrative, visto che la gestione
del campo sosta e la concertazione delle iniziative riguardanti lo
stesso spetta, secondo il vigente regolamento comunale, ad un
comitato interistituzionale. Proprio all’interno di questo
comitato, tra l’altro, si erano decise le linee programmatiche di
gestione per il campo rom in accordo con i legittimi rappresentanti
di quest ultimo, sviluppando un indirizzo che andava in tutt’altra
direzione, ovvero quella di prevedere la bonifica della parte del
campo ad oggi ancora esclusa dal recente progetto di rifacimento, con
il quale il Comune di Lecce ha provveduto alla costruzione nel campo
di 16 nuovi nuclei abitativi.
Il suddetto progetto,
realizzato dal settore lavori pubblici del Comune, oltre a risultare
inadeguato alla capienza degli abitanti del campo (tanto che si era
convenuto di lasciare alcune “Campine” integre per permettere
alle 14 famiglie e ai 6 single, escluse dal progetto, di
conservare un alloggio) è risultato deficitario da un punto di vista
tecnico; l’impianto fognario presenta infatti una pendenza
sbagliata tanto che i liquami anziché finire nel depuratore,
finiscono nelle case localizzate nella parte opposta al depuratore
stesso e da lì fuoriescono, inquinando la zona circostante con tutto
quello che ne consegue da un punto di vista sanitario.
Proprio per proporre
soluzioni a questa incresciosa situazione si stava portando avanti un
lavoro di concertazione finalizzato alla bonifica ambientale e
sanitaria al fine di garantire condizioni di abitabilità accettabili
della zona. Lavoro che questa ingiunzione di sgombero rischia di
vanificare andando a peggiorare sensibilmente le già difficili
condizioni di vita delle famiglie dei cittadini rom giunti in Italia,
è bene ricordarlo, più di 25 anni fa, per sfuggire alle guerre che
hanno insanguinato la ex-Jugoslavia.
Di fronte ai diversi
problemi strutturali che presenta il campo, più volte denunciati
dagli stessi residenti, anziché attrezzarsi politicamente per
ricercare soluzioni capaci di garantire un’effettiva inclusione
sociale si emettono ingiunzioni di sgombero senza proporre alcuna
prospettiva praticabile, creando panico all’interno del campo e
ignorando le iniziative intraprese in questi anni per cercare di
proporre soluzioni praticabili o quantomeno in grado di attenuare le
precarie condizioni di esistenza nel campo in attesa di una soluzione
politica che abbandoni la logica segregante e discriminatoria dei
campi e che trovi, attraverso il coinvolgimento delle Istituzioni
preposte per legge a far ciò (in primis la Prefettura – con i
“Consigli Territoriali” – così come da tempo richiesto,
insieme a sindacati, associazioni e ufficio Servizi Sociali del
Comune dei Lecce), soluzioni che vadano nella direzione di una reale
inclusione sociale dei cittadini rom e nella programmazione di forme
condivise per rispondere alle richieste sociali (lavoro,
scolarizzazione, abitazione) avanzate dagli interessati.
Attendiamo una risposta
ufficiale del Comune di Lecce e dalla Prefettura di Lecce che
chiarisca la posizione dell’ente in relazione all’iniziativa
dell’arch. Maniglio, manifestando nel frattempo tutto il nostro
stupore e sgomento in riferimento alla stessa.
Benfik Toska,
Rappresentante del Campo Sosta Panareo
Comitato per la Difesa
dei Diritti degli Immigrati
Spazio Sociale Zei
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Native e Migranti
Rete Antirazzista
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