04/01 - ESECUTIVO CANCELLA LEGGE CHE PERMETTEVA ZONE
SMILITARIZZATE
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Il Ministro dell’Interno colombiano, Germán Vargas Lleras, ha
reso noto che verrà abolita la legge 1421, che prevedeva zone
smilitarizzate nel paese allo scopo di intavolare dialoghi con i
gruppi considerati “al margine della legge”.
Anche grazie a questa normativa l’ex presidente Andrés Pastrana
aveva potuto aprire i dialoghi di pace con l’insorgenza delle FARC
nel 1999, peraltro rotti unilateralmente dal governo di Bogotá nel
momento in cui si trattava di concretizzare i buoni propositi
espressi a tavolino.
La stessa legge permise anche all’ex presidente Álvaro Uribe di
stabilire la “zona speciale” in Santa Fe de Ralito, nel
Dipartimento di Córdoba, per “smobilitare” i gruppi paramilitari
delle AUC (Autodefensas Unidas de Colombia) di Salvatore Mancuso, e
“reinserirli nella vita civile”.
Quindi la legge, una volta utilizzata per salvare e riciclare i
paramilitari, stretti alleati del narco ex-presidente Uribe e del suo
delfino Santos, viene buttata via, insieme ad un altro degli strumenti
utili a conseguire la costruzione di dialoghi per giungere ad una pace
duratura con giustizia sociale.
Nonostante l’appello dell’insorgenza per trovare una soluzione
politica al grave conflitto che vive il paese da oltre 50 anni,
appello condiviso dalla maggioranza del popolo colombiano, il governo
presieduto da Santos continua ad insistere su una politica
guerrafondaia e sull’ostracismo più reazionario al fine di
garantire alla casta oligarchica i suoi meschini privilegi, frutto
del saccheggio e della rapina ai danni delle masse popolari.
02/01 - URIBE PROGETTO’ DI ATTACCARE IL VENEZUELA
<http://www.nuovacolombia.net/Joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=873:0201-uribe-progetto-di-attaccare-il-venezuela&catid=8:accordo-umanitario&Itemid=19>
La diplomazia statunitense a Bogotá inviò alla fine del 2008 a
Washington un rapporto, diffuso di recente da Wikileaks, contenente
informazioni sui progetti che Uribe aveva in serbo per attaccare il
Venezuela bolivariano.
Il rapporto fu redatto in seguito ad una riunione tra lo stesso Uribe
ed il Capo di Stato Maggiore degli USA in Colombia, Mike Mullen.
Secondo quanto si legge nella nota diplomatica, il narco
ex-presidente Uribe si trovava in difficoltà per il rifiuto del
Venezuela di considerare la guerriglia colombiana come
“terrorista”. L'interlocutore nordamericano di Uribe riferì che
l'allora capo dello Stato colombiano chiedeva a Washington di
impegnarsi in una “campagna pubblica contro il Venezuela”,
coinvolgendo i governi di destra del continente, tra i quali vengono
citati quelli di Messico, Honduras, Belice, Panamá e Costa Rica. Fu
in tale occasione che il guerrafondaio Uribe disse esplicitamente che
era pronto ad “autorizzare l'esercito ad entrare in Venezuela”,
con la scusa di combattere presunti guerriglieri situati in aree di
frontiera, come quando ordinò di bombardare l'accampamento
diplomatico delle FARC-EP in Ecuador il 1 marzo 2008, al fine di far
fallire le trattative per uno scambio di prigionieri tra lo Stato e
la guerriglia, e di uccidere il Comandante Raúl Reyes che ne era a
capo.
Lafollia guerrafondaia uribista non conosceva limiti e gli USA
l'hanno utilizzata come elemento di costante destabilizzazione nei
confronti dei paesi dell'ALBA. Non si può dimenticare che la stessa
oligarchia che ha svenduto la sovranità colombiana agli Stati Uniti
e che ha sostenuto il narco-paramilitare Uribe, ha voluto J.M.Santos
come suo successore e continuatore. Sarebbe una pericolosissima
illusione pensare che dietro al linguaggio meno paranoico -ma
altrettanto mellifluo- di Santos, ex ministro della difesa di Uribe
ed inventore dei “falsi positivi”, non stia covando la stessa
minaccia.
29/12 - RITROVATI NEL META I RESTI DI ALTRE 66 VITTIME DEL
TERRORISMO DI STATO
<http://www.nuovacolombia.net/Joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=866:2912-ritrovati-nel-meta-i-resti-di-altre-66-vittime-del-terrorismo-di-stato&catid=8:accordo-umanitario&Itemid=19>
Le autorità giudiziarie colombiane hanno ritrovato i resti di altre
66 persone non identificate nella fossa comune di Granada
(dipartimento del Meta), nella quale erano già stati rinvenuti altri
412 cadaveri; lo ha reso noto Iván Cepeda, portavoce del MOVICE
(Movimento delle Vittime dei Crimini di Stato),
organizzazione sorta nel 2003 allo scopo di raggruppare i familiari
delle vittime dei crimini di lesa umanità, commessi dal terrorismo
di Stato, ed organizzazioni che lavorano per i diritti umani.
Questo recente rinvenimento eleva a 478 il numero di persone sepolte
e non identificate; i corpi di 25 di queste 66 appartenevano a
minorenni. Secondo Cepeda, deputato e figlio del senatore
dell’Unione Patriottica Manuel Cepeda, trucidato dal regime nel
1994, i minorenni seppelliti sono stati presumibilmente massacrati da
bombardamenti delle Forze Armate su zone abitate da civili.
Cepeda ha inoltre sottolineato che tali ritrovamenti dimostrano
l'attendibilità delle denunce presentate dalle ong per i diritti
umani e dalla Banca Dati del CINEP (Centro di Ricerca ed Educazione
Popolare).
Fra le vittime di quest’ennesima carneficina, civili innocenti che
hanno subito sparizioni forzate, o che sono stati assassinati e
successivamente presentati dai militari come guerriglieri morti in
combattimento.
Come costantemente denunciato con tenacia dalle associazioni che si
battono per i diritti umani, il terrorismo di Stato colombiano, al
fine di difendere i privilegi di latifondisti, oligarchia e
multinazionali straniere e di sbandierare inesistenti “vittorie sul
campo” contro l'insorgenza, massacra migliaia di persone per mezzo
di militari e paramilitari, per poi gettarne i resti in fosse comuni
che presto o tardi vengono inevitabilmente a galla; questa è una
delle conseguenze della politica della cosiddetta “Sicurezza
Democratica” di Uribe e Santos, il cui regime ha causato negli
ultimi anni più morti civili e desaparecidos di qualunque altra
dittatura in America Latina.
26/12 - DENUNCIATO ALLA GIUSTIZIA BELGA IL DAS COLOMBIANO
<http://www.nuovacolombia.net/Joomla/index.php?option=com_content&view=article&id=860:2612-denunciato-alla-giustizia-belga-il-das-colombiano&catid=8:accordo-umanitario&Itemid=19>
In una conferenza stampa tenutasi di recente a Bruxelles, un team di
avvocati belgi ha reso noti i fatti e le basi giuridiche a sostegno
della denuncia presentata contro il DAS, la polizia politica
colombiana, il 19 ottobre scorso di fronte al Giudice Istruttorio del
Tribunale di Prima Istanza della capitale belga.
Le indagini portate avanti in Colombia hanno dimostrato che il DAS,
col sostegno e su mandato del narco ex-presidente Uribe e del governo
colombiano, hanno organizzato operazioni illegali di spionaggio su
grande scala sia in Colombia, sia in Europa; gli obiettivi dei
pedinamenti, delle intercettazioni telefoniche e dei diversi abusi
perpetrati dal DAS si trovano sul territorio colombiano ma anche in
Europa: si tratta di persone fisiche, cittadini belgi o colombiani, e
di organizzazioni, in genere ong per la difesa dei diritti umani o di
cooperazione allo sviluppo che hanno progetti in Colombia.
Inoltre, gli archivi del DAS hanno rivelato che un funzionario di
questo organismo, Germán Villalba, venne inviato dai suoi superiori
in Europa allo scopo di insediare, in sette capitali europee, uffici
e gruppi incaricati di realizzare i pedinamenti e le operazioni di
spionaggio ai danni di rifugiati colombiani e ong che portano avanti
il lavoro di denuncia e solidarietà col popolo colombiano.
Nell'ambito della cosiddetta “Operación Europa” il governo
colombiano, con il contributo di una rete di delatori, ha lavorato
alacremente ed illegalmente per screditare, intercettare
telefonicamente ed ambientalmente e pedinare anche diversi
europarlamentari critici del governo colombiano, e persino la
Sottocommissione per i Diritti Umani del Parlamento Europeo.
A causa di queste politiche mafiose e arroganti, in diversi paesi del
mondo si moltiplicano le iniziative giudiziarie contro il paramilitare
ex-presidente Uribe, che, pur godendo di una rete di complicità della
destra internazionale che intende accreditarlo come “statista”, sa
bene che non potrà esimersi eternamente dal rendere conto dei propri
crimini.
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