Re: [Hackmeeting] wikileaks

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Autore: jaromil
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To: hackmeeting
Oggetto: Re: [Hackmeeting] wikileaks
On Wed, Dec 01, 2010 at 10:34:23PM +0100, Fabio Pietrosanti (naif) wrote:
> Mi domando... ora che succeder??
>
> Cio? un mandato di cattura internazionale ? una cosa spessa e prima
> o poi assange sar? preso o si costituir?,


il mandato e' per un'interrogatorio su un'imputazione personale che
non ha nulla a che fare con wikileaks. interrogatorio al quale lui
peraltro si e' offerto di partecipare, solo che pare all'avvocato
svedese piaccia stare sui giornali.

> non penso che scapper? in ecuador.


no, anche perche' il compagno presidente ha ritirato l'invito
http://news.yahoo.com/s/ap/20101201/ap_on_re_la_am_ca/lt_ecuador_wikileaks_founder

> Ma il problema non ? quello, ? come dare loro supporto e/o
> supportare il concetto stesso affinch? vi sia la comprensione del
> fenomeno e della non interrompibilit?.


credo quello sia chiaro gia' a tutti da tempo, che impedire la
pubblicazione su internet di fatti che stanno a cuore a molti sia
impossibile. che la liberta' di espressione nell'era dell'informazione
digitale e' diventata una liberta' naturale e che ogni tentativo di
combatterla avra' l'esito dell'oscurantismo ai tempi di Beccaria, o se
preferisci delle protezioni contro le copie pirata dei giochini.

> Sarebbe quasi da pensare a strumenti di supporto alternativi, tipo
> un qualche sistema di leak amplification basato su una banale
> attivit? di moderazione, interamente distribuito.


bhe. gli espedienti tecnici son buoni per amplificare, come ben
dici. ma quel che davvero importa e' che la tradizione del giornalismo
investigativo continui, che chi lo fa possa conservarsi obiettivo,
indipendente, fuori dalle logiche di mercato (sebbene retribuito, ed
e' li' il problema da risolvere) libero dalle tante pressioni che il
potere esercita e vivo. vivo, specifico, nel ricordo di morti
ammazzati come Peppino Impastato, Peppe Fava, Ilaria Alpi e tanti,
tanti altri, che in Italia di certo non ci mancano gli esempi,
preoccupa piuttosto aver bisogno di un Assange per ricordarceli.

nelle nostre societa', ancor presunte democratiche, la liberta' e' una
scusa per prevaricare i diritti del prossimo, laddove dovrebbe essere
lo spazio pubblico dove il potere si confronta con il popolo e la sua
percezione del contratto sociale vigente. wikileaks non e' nient'altro
che la convulsione di quel briciolo di illuminismo rimasto in eredita'
a noi hackers, le rape di Hakim, che nella la razionalita' di
quest'atto assoluto e planetario ci ritroviamo tutti, al di la' di
tante differenze, inclusi (ed e' questo il culmine della parabola)
coloro che nell'apparato del potere ci lavorano e non ne supportano
piu' il tanfo.

in quanto tale wikileaks e' un fenomeno interessante, e non come
un'episodio di per se innovativo, dato che la maggior parte delle
informazioni che certi documenti confermano le chiacchierano al bar
dello sport e sanno pure spiegarle meglio.


> Proprio un leak-portal semi-automatico che permetta all'individuo
> che ha deciso di fare il leak, ma ovviamente non ha la conoscenza
> delle dinamiche della societ? dell'informazione, ha paura a
> pubblicarlo, ha paura ad esporsi, di avere un punto di broadcasting.


personalmente non mi alletta la scomparsa della mediazione umana.

il web 2.0 non puo' sostituire il talento di un giornalista, le
statistiche non possono arrivare laddove l'investigazione di un umano
arriva e, soprattutto, la macchina arrivera' a compiere freddamente e
senza rimorsi molti piu' errori di quanti un umano, per quanto
stronzo, potra' mai compiere.

nevvero brigadie'?

ciao





jayzzus