[NuovoLab] AREE FS E VARIANTI - TURSI BRUNO E CAPPELLO: <Ma …

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Author: Antonio Bruno
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Subject: [NuovoLab] AREE FS E VARIANTI - TURSI BRUNO E CAPPELLO: <Ma che cosa ci guadagna la città?>
AREE FS E VARIANTI - TURSI BRUNO E CAPPELLO: <Ma che cosa ci guadagna la città?>


La domanda è semplice ma “pesante”: «Ma che cosa ci guadagna la città dalle
speculazioni sulle aree ferroviarie?». A farla sono i consiglieri comunali
Antonio Bruno, di Se-Rc, e Manuela Cappello, del gruppo misto, a proposito
delle varianti urbanistiche approvate dalla giunta comunale per cinque aree
delle Ferrovie non più utilizzate per usi ferroviari a Trasta, Fegino,
Pontedecimo, Mura degli Zingari e Nervi. La delibera con le varianti è già
stata discussa nella commissione consiliare Urbanistica ma non ancora votata in
consiglio comunale. «Già in commissione avevamo chiesto di convocare delle
assemblee pubbliche per  consultare il territorio sulla destinazione di queste
aree - ricordano i consiglieri - La risposta della Sindaco fu che il territorio
era informato e attendeva con ansia tali varianti, salvo poi essere
smentita dagli abitanti, dai commercianti, dal municipio Levante e dalle
associazioni di categoria». Ma l’aspetto più grave, secondo i consiglieri, «è
il fatto che si conceda alle Ferrovie la possibilità di valorizzare le loro
aree con varianti al Piano urbanistico comunale, rimandando ad un atto
successivo l’accordo di programma nel quale si specificano i vantaggi per la
città». La valorizzazione delle aree ferroviarie dismesse o in via di
dismissione costituirè, infatti, uno degli assi portanti dell’accordo di
programma che Comune, Ferrovie e Regione dovrebbero firmare l’anno prossimo,
mentre la giunta vuole far approvare le cinque varianti urbanistiche entro fine
anno. Il che, secondo i due consiglieri comunali, diminuisce il potere
contrattuale dell’amministrazione nei confronti delle Ferrovie. «Questa
contrattazione - sottolineano Bruno e Cappello - è ancora più importante oggi
in vista dei tagli dolorissimi al trasporto pubblico, perché sarebbe possibile
far entrare nella trattativa l’impegno ad un trasporto ferroviario
metropolitano decente con un cadenzamento dei treni adeguato alle esigenze dei
genovesi». Secondo i consiglieri, quindi, «le varianti potranno essere
approvate solo dopo assemblee pubbliche organizzate presso i municipi e solo a
condizione  che allegata alla delibera vi sia l’accordo di programma che
specifichi quali saranno gli impegni delle Ferrovie. La città tutta deve trarre
dei vantaggi dalle varianti ai piani urbanistici e ad oggi non pare così».
a.c.

corriere mercantile