[RSF] Clamori dalla Colombia

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15/10 - CONDANNATO COLONNELLO DELL'ESERCITO COLOMBIANO PER IL MASSACRO
DI TRUJILLO

Dopo 18 anni di impunità, il Quarto Tribunale Specializzato di
Bogotá ha emesso la prima condanna per il Massacro di Trujillo.

Fra il 1990 e il 1992, nei municipi di Trujillo, Riofrío e
Bolívar, appartenenti al dipartimento del Valle del Cauca, centinaia
di persone sono state torturate e uccise da paramilitari, militari e
poliziotti; dei cadaveri ritrovati, molti presentavano amputazioni
effettuate con motoseghe. I contadini massacrati, accusati di

sostenere l’insorgenza, erano stati depredati dei loro terreni.
Nella sentenza, resa nota il 12 ottobre scorso, il giudice ha
condannato a 44 anni di prigione l'ex comandante del Battaglione
Palacé de Buga dell'Esercito, il colonnello Alirio Antonio Urueña
Jaramillo, per omicidio aggravato; secondo il tribunale, l'ufficiale
ha partecipato all'uccisione e alla sparizione di oltre 200 persone,
gettate nel fiume Cauca fra il 1990 ed il 1992.

Le indagini della magistratura hanno acclarato che diversi militari
hanno portato a termine “esecuzioni extragiudiziali e arbitrarie di
persone presuntamente vincolate a gruppi guerriglieri”, contando
sull'appoggio di paramilitari e narcotrafficanti fra i quali Diego
León Montoya Sánchez, detto “Don Diego” e Henry Loaiza
Ceballos, detto “El Alacrán”.

Finalmente un tribunale mette nero su bianco un fatto noto a tutti, e
cioè che dietro i massacri come quello di Trujillo si nasconde
l'inestricabile intreccio di narcotrafficanti, paramilitari e
militari, con l'occulta regia dei veri mandanti di questi crimini
spaventosi, l'oligarchia e le imprese multinazionali, dei quali il
governo colombiano è la perfetta espressione.

17/10 - COMMISSIONE D'INCHIESTA DELLA CAMERA COLOMBIANA APRE
UN'INDAGINE SU URIBE

La Commissione d'inchiesta della Camera colombiana ha aperto una
indagine formale contro il narco-expresidente Alvaro Uribe, per lo
scandalo delle intercettazioni illegali; tale indagine si propone di
determinare le sue responsabilità circa l’operato del suo ex
segretario generale della presidenza, Bernardo Moreno.

Quest'ultimo, come dichiarato dall'ex direttore della sezione
d’intelligence del DAS, Fernando

Alonso Tabares, aveva manifestato l'interesse di Uribe affinché tale
polizia politica (alle dirette dipendenze del presidente) lo
“mantenesse informato” su alcune personalità colombiane, fra cui
la senatrice Piedad Córdoba. Benché l'inchiesta formale inizialmente
non fosse stata aperta contro Uribe, dopo lo scoppiare dello scandalo
e le destituzioni ordinate dalla Procura Generale, la Commissione è
stata costretta ad ordinare una indagine preliminare d'ufficio.

Tale commissione è formata da 15 membri, i quali fanno parte della
compagine di governo; e attualmente esistono più di 200 processi
aperti in cui è coinvolto il narco-expresidente (e oltre 50
procedimenti -che la Procura e la Magistratura hanno inviato alla
Commissione- riguardanti il presidente Juan Manuel Santos, per le sue
responsabilità quando era ministro della Difesa).

Benché sia molto importante, anche a livello simbolico, l'apertura
di questa inchiesta, c'è purtroppo ben poco da sperare sulla
credibilità di tale commissione, che farà il possibile per
insabbiare l'inchiesta ed escludere le gravi responsabilità
personali di Uribe, vero mandante delle intercettazioni illegali.

19/10 - ELARGITI A MODELLE E POLITICANTI COLOMBIANI I SUSSIDI
DESTINATI AI CONTADINI POVERI

Nuovo scandalo nello scandalo. Ci riferiamo al programma AgroIngreso
Seguro (AIS), che nella propaganda ufficiale dell’ultimo governo
Uribe avrebbe dovuto elargire sussidi statali ai contadini al fine di
"ridurre la diseguaglianza nel settore agricolo" e favorire il ritorno
dei contadini poveri alle terre coltivabili, usurpate dal
paramilitarismo di Stato.

L'AIS, fortemente voluto dal pluri-inquisito ex ministro
dell'agricoltura Felipe Arias (che

recentemente ha dovuto rifiutare la carica di ambasciatore in Italia
proprio perché indagato in proposito), aveva già conquistato la
ribalta della cronaca alcuni mesi or sono per aver assegnato sussidi
per centinaia di migliaia di dollari ad alcuni capi paramilitari
uribisti, mafiosi e narcotrafficanti; ora si scopre che fra i
beneficiari dei sussidi, alla voce “irrigazione e drenaggio
campi”, risultano miss Colombia 2005, Valerie Domínguez (306
milioni di pesos a fondo perduto, pari a circa 120.000 euro) e Ana
María Dávila, vincitrice di un altro concorso del 1999, (cui sono
toccati circa 175.000 euro). Queste “novelle agricoltrici” sono,
rispettivamente, la fidanzata e la sorella di Juan Manuel Dávila
Fernández de Soto, rampollo di una ricca e potente famiglia di
Algarrobo (comune del dipartimento del Magdalena) beneficiaria di una
cifra pari ad ulteriori 350.000 euro. Dubitiamo che anche solo uno di
questi squallidi personaggi abbia mai preso una zappa in mano.

Fra gli altri beneficiari risulta, ad esempio, Luis Eduardo Vives
Lacouture, eletto al Congresso per la legislatura 2006-2010,
condannato nel 2008 per “parapolitica” ed attualmente in regime
di libertà condizionata, la cui famiglia -grande sostenitrice e
finanziatrice della campagna elettorale di Uribe- ha ricevuto un
sussidio pari ad oltre 2 milioni di euro.

Il narcogoverno colombiano, primo fautore degli sfollamenti forzati
dei contadini, non ha nessuna intenzione di “ridurre le
disuguaglianze” strutturali dell'economia agroindustriale, perché
ciò implicherebbe approntare una indispensabile riforma agraria
integrale ed eliminare così i privilegi di oligarchia e
multinazionali; ma anche gli stessi strumenti sbagliati che sforna,
come l'AIS, si trasformano immediatamente in truffe colossali pagate
da tutti i contribuenti a vantaggio degli amici personali dei Santos
e degli Uribe.

22/10 - DESTITUITI 10 MILITARI PER TORTURE NELL'ESERCITO

La magistratura colombiana ha destituito due ufficiali, sette
sottufficiali ed un soldato professionale del battaglione Las
Piedras, di stanza a Honda (dipartimento del Tolima) per torture ed
abusi sessuali su tre reclute che ricevevano un addestramento in
tattiche di controguerriglia.

I fatti contestati, avvenuti nel gennaio del 2006 nel Centro di
Addestramento della V Divisione dell'Esercito,

hanno portato alle dimissioni dell'allora comandante dell'esercito,
il generale Reynaldo Castellanos.

Il Pubblico Ministero, nella sua ricostruzione, ha chiarito che
queste pratiche erano previste addirittura nel Manuale EJC300-7,
approvato nel 2003 dall'allora comandante dell'Esercito, il generale
Carlos Alberto Ospina.

Due anni fa un giudice di Ibagué aveva già condannato 13
sottufficiali dello stesso battaglione a pene fra i 15 e i 16 anni di
carcere per i crimini di tortura aggravata, lesioni personali e, nel
caso di due di questi militari, per abusi sessuali.

La corruzione e la tortura nell'Esercito colombiano sono un dato
strutturale e inconfutabile; basti considerare lo scandalo dei
cosiddetti “falsi positivi”, eufemismo creato dal neo presidente
“Jena” Santos per descrivere i sequestri, effettuati con
l’inganno o con la forza, di giovani colombiani dei quartieri più
poveri che poi vengono assassinati, vestiti con uniformi militari e
presentati alla stampa ed all’opinione pubblica come guerriglieri
“abbattuti in combattimento”, per ottenere premi e licenze.

L'evidenza dimostra che non si tratta di episodi isolati, ma di un
intero sistema che coinvolge i militari a partire dai soldati
professionisti, ma che prende le mosse dalle più alte gerarchie
militari, come dimostra anche l'approvazione del manuale sopra
descritto.



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