Autore: Antonio Bruno Data: To: forumsociale-ponge, fori-sociali CC: forumgenova, forumsege Oggetto: [NuovoLab] No all'ordinanza sul Divieto dell’esercizio della prostituzione e di comportamenti correlati in luogo pubblico
Premesso che il Comune di Genova ha avviato un procedimento amministrativo finalizzato all’adozione di un provvedimento sindacale avete come oggetto DIVIETO DELL’ESERCIZIO DELLA PROSTITUZIONE E DI COMPORTAMENTI CORRELATI IN LUOGO PUBBLICO, APERTO AL PUBBLICO O VISIBILE AL PUBBLICO (27 agosto 2010);
Tenuto conto che il precedente provvedimento di chiusura dei “bassi” con l’intento di scoraggiare la presenza di prostitute nel centro storico ha avuto un effetto controverso, in particolare nell’area della Maddalena. Infatti la chiusura dei bassi ha spostato il lavoro sessuale negli appartamenti ai piani più alti costringendo le “sex workers” ad esporsi sulla via per attirare i clienti ed a farlo in modo sempre meno contrattuale e più esplicito. Questo spostamento, inoltre, ha favorito lo sfruttamento, in quanto molte donne si sono trovate senza luogo in cui lavorare, gli affitti degli appartamenti sono lievitati immediatamente; è diventato più conveniente affittare un appartamento e metterci altre donne a lavorare chiedendo ad ognuna da 70 a 100 euro al giorno per portare i clienti nelle stanze all’uopo destinate;
Sottolineato come le scelte della Civica Amministrazione in materia di prostituzione appaiono quantomeno contraddittorie; da un lato vengono finanziati progetti di mediazione territoriale e emersione dello sfruttamento e contemporaneamente si decide di applicare misure che colpiscono le persone sfruttate, favorendo il traffico e lo sfruttamento;
In particolare, le associazioni che lavorano nel settore segnalano che le sex workers che esercitano liberamente e risiedono in città subiranno maggiormente gli effetti dell’ordinanza, rischiando di cadere a loro volta vittime dello sfruttamento o di cedere ulteriori porzioni di mercato a favore di trafficanti e sfruttatori. Il tutto mentre le vittime della tratta e dello sfruttamento, spesso sprovviste di documenti e di residenza, e che generalmente forniscono false generalità, non pagheranno le sanzioni, venendo successivamente trasferite in altre città e sostituite, nel caso ricevano un alto numero di sanzioni, incentivando inconsapevolmente l’attività di trafficanti e sfruttatori che usano la mobilità come strumento di controllo e ottimizzazione del guadagno.
Il rischio di questa ordinanza è che l’effetto sia quello di rendere più difficile il contatto delle vittime da parte dei progetti dedicati all’emersione e alla lotta alla tratta;
Sottolineato inoltre
che lo spostamento del lavoro sessuale al chiuso renderà le sex workers maggiormente esposte alla violenza sia da parte dei clienti sia da parte degli sfruttatori;
che la pressione economica e la maggiore vulnerabilità delle sex workers abbasserà il loro potere contrattuale e aumenterà la competitività portando inevitabilmente ad accettare prestazioni non protette e situazioni pericolose;
Ricordato come è molto probabile che i soggetti che presentino ricorso lo vincano come è accaduto in altre città che hanno emanato simili ordinanze. Proprio in questi giorni il Sindaco di Roma Alemanno ha dichiarato che l’ordinanza emessa nella capitale non ha raggiunto gli obiettivi prefissati;
interpella la S.V. per conoscere
se un provvedimento comunale che vieti l’esercizio della prostituzione non sia anticostituzionale perché non rispetta la gerarchia legislativa
(La legge 20 febbraio 1958, n° 75 “Abolizione della regolamentazione della prostituzione e lotta contro lo sfruttamento della prostituzione altrui” conosciuta come “legge Merlin” sancisce che la prostituzione non è un reato.) ;
se non sia opportuno impiegare le copiose risorse economiche e di personale piu’ fruttuosamente in progetti di contrasto alla tratta e allo sfruttamento e di sostegno a chi vuole abbandonare la prostituzione;
Chiede inoltre se sia stato interpellato l’Assessorato alle Politiche Socio-Sanitarie che da anni si occupa del fenomeno attraverso il Progetto Sunrise e, a partire dal dicembre 2009, in collaborazione con Le Graziose – CDCP (Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute), ha attivato un progetto di mediazione sociale nella zona della Maddalena.
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antonio bruno.
capogruppo Sinistra Europea - PRC Comune di Genova
00393666756779