07/08 – INVESTIGATORE DELLA POLIZIA COLOMBIANA AMMETTE MANIPOLAZIONI
DI PROVE GIUDIZIARIE
L’investigatore della Polizia colombiana Ronald Coy, testimone
dell’accusa nel processo contro la dirigente del sindacato
FENSUAGRO, Liliany Obando, per presunti vincoli con l’insorgenza
delle FARC-EP, ha ammesso di aver
manipolato le informazioni che si trovavano nel pc “recuperato”
dopo l’attacco perpetrato dall’Esercito colombiano in Ecuador, il
1 marzo del 2008. Alla domanda “…accedette alle informazioni e le
manipolò prima che le stesse fossero sottoposte ad accertamento
giuridico, senza che esistesse allora l’autorizzazione legale per
farlo?” La risposta è stata inequivocabile: “Sì signore”.
Il presunto contenuto del pc appartenete al Comandante Raúl Reyes,
assassinato a sangue freddo su ordine del neoeletto presidente Juan
Manuel Santos (allora Ministro della Difesa), è stato usato per
imbastire una campagna martellante di criminalizzazione orchestrata
dal governo Uribe e diretta contro tutti coloro che si sono adoperati
per facilitare una soluzione politica e pacifica della guerra in
corso.
La profonda corruzione in cui versa il sistema giuridico colombiano
non è che lo specchio della necrosi di una classe politica mafiosa,
espressione di un’oligarchia sanguinaria, che non riesce più a
reggere le contraddizioni generate dalla profonda diseguaglianza
sociale; e che deve ricorrere alla menzogna per permettere a una
cieca “comunità internazionale” di continuare a riconoscere
questa cricca di criminali, invece di processarli per crimini di lesa
umanità.
14/08 - UNASUR ESAMINERA’ PIANO DI PACE PER LA COLOMBIA
La senatrice colombiana Piedad Cordoba, in qualità di portavoce dei
“Colombiani per la Pace ”, ha annunciato che presenterà
ufficialmente nei prossimi giorni in Argentina una proposta di pace
che includa dialoghi con tutti
i soggetti armati del conflitto, tanto statali e parastatali come
guerriglieri, con l'appoggio e l'accompagnamento dei paesi di UNASUR.
L'iniziativa conta con l'appoggio del presidente di UNASUR ed ex
presidente argentino Nestor Kirchner, e sarà discussa nella prossima
riunione di tale organismo multilaterale. Specialmente i paesi
confinanti con la Colombia sono interessati al fatto che si possa
trovare una soluzione politica alla guerra civile che insanguina la
Colombia da oltre 60 anni, visto che l’escalation bellicista del
governo colombiano ha messo a rischio la sicurezza dell'intera
regione, e quasi tutti i paesi latinoamericani, pur con diversi
accenti, hanno condannato la massiccia presenza militare
nordamericana nel vicino paese e l'attacco criminale perpetrato in
Ecuador dall'esercito colombiano il 1 marzo 2008. Le sette basi
statunitensi sono infatti una diretta minaccia ai processi
progressisti e antimperialisti della regione, e la strategia bellica
del Pentagono, eseguita supinamente da Bogotá, mira ad estendere ed
internazionalizzare il conflitto colombiano al fine di destabilizzare
in modo particolare il Venezuela, sede della riserva petrolifera più
grande del mondo. Risulta fondamentale che dopo l'annuncio del
Comandante in Capo delle FARC-EP, Alfonso Cano, in merito alla
disponibilità della guerriglia a dialogare con il governo colombiano
per trovare una soluzione civilizzata alla guerra civile in corso, i
paesi latinoamericani danneggiati dalla corsa guerrafondaia
dell'oligarchia colombiana, e per questo legittimati a rifiutare tale
minaccia e ad intervenire diplomaticamente nella costruzione di un
dialogo tra le parti belligeranti, sappiano esercitare una adeguata
pressione nei confronti dell'unico soggetto regionale che ha
sistematicamente rifiutato ogni proposta di pace, il governo
colombiano sponsorizzato da Washington.
18/08 - BIMBO DI 11 ANNI ASSASSINATO DALL’ESERCITO, E LA
POPOLAZIONE INSORGE NEL SANTANDER
Gli abitanti del municipio di El Tarra, nel dipartimento di
Santander, si sono rivoltati contro l’Esercito dopo che lo stesso
aveva assassinato un bambino di soli undici anni, e ferito gravemente
altri tre minorenni. Di fianco al
cadavere del minore trucidato, i militari hanno “seminato” una
pistola al fine di giustificare “l’abbattimento di un pericoloso
sovversivo”. Affermazioni, queste, smentite dalla stessa
popolazione locale la cui rabbia si è tradotta in una forte
protesta. Negli scontri sono stati dati alle fiamme tre veicoli
militari pesanti e la sede locale della Banca Agraria, il Palazzo
municipale è stato bersagliato da ripetute sassaiole e i militari
sono stati assediati ed obbligati a rifugiarsi nella caserma del
battaglione fino a notte fonda.
Questo non è che l’ennesimo “falso positivo”; pur di
presentare risultati sul piano militare (ad onor del vero,
tutt’altro che esaltanti), l’Esercito colombiano non esita a
trucidare anche dei bambini pur di farli passare per guerriglieri e
incassare premi e benefici per questi “atti di eroismo”.
Il popolo, questa volta, non è stato a guardare con le mani in mano,
ed esigendo giustizia ha fatto sentire la propria voce agli assassini
in divisa. Una risposta decisa e senza paura all’ennesimo crimine
di Stato, la cui impunità può essere scongiurata esclusivamente
attraverso la lotta popolare, sistematica e tenace, contro il regime
fascista dell’illegittimo Juan Manuel Santos.
20/08 - MORALES E CHÁVEZ CRITICANO DURAMENTE LA PRESENZA MILITARE
STATUNITENSE IN COLOMBIA
Il 15 agosto, in occasione della chiusura del IV Forum Sociale delle
Americhe, il presidente boliviano Evo Morales ha dichiarato che
“dove esistono basi militari non si garantisce la dignità,
l'integrazione e lo sviluppo”, con
riferimento alle basi militari statunitensi in Colombia.
“L'imperialismo cerca di dominarci e sottometterci. Col pretesto
della lotta contro il terrorismo ed il narcotraffico, intende
impossessarsi delle nostre risorse naturali”, ha proseguito.
Il Forum, al quale hanno assistito circa 10.000 partecipanti
dall'America Latina e dall'Europa, si è concluso con un'esortazione
a movimenti, organizzazioni e reti sociali del continente a
raddoppiare gli sforzi nella lotta per la sovranità dei popoli della
regione.
Dal canto suo, il presidente venezuelano, Hugo Chávez, in
un'intervista telefonica rilasciata alla televisione di stato
venezuelana lunedì 17 agosto, ha avvertito che gli Stati Uniti hanno
la capacità di provocare un incidente alla frontiera fra Venezuela e
Colombia, con l'obiettivo di destabilizzare la regione, reiterando la
sua preoccupazione per le basi militari statunitensi in Colombia, e
indicando che esse rappresentano una minaccia costante:
“Rappresentano un pericolo permanente, a tutte le ore”, ha
chiarito il mandatario venezuelano. “Queste sette basi militari in
Colombia sono una vera minaccia”, ha ribadito, aggiungendo che
“deve essere molto cinico un politico che non lo riconosca, o molto
ignorante oppure molto ingenuo”.
Chávez ha inoltre evidenziato che in una recente riunione di Unasur
(Unione delle Nazioni Sudamericane) è stato ratificato il concetto
per il quale ogni paese è libero di fare accordi con altre nazioni,
purché questi non compromettano la sicurezza delle nazioni vicine.
L'accordo fra Colombia e USA, la cui legittimità è stata negata
dalla Corte Costituzionale colombiana negli ultimi giorni,
rappresenta un reale pericolo per i paesi vicini (Venezuela in
primis), poiché costituisce uno strumento fondamentale per un
intervento militare degli Stati Uniti nella regione.
Tale accordo si configura come una completa svendita della sovranità
nazionale, posto che, ad esempio, i velivoli nordamericani hanno
accesso libero al territorio colombiano ed è previsto l'uso di
infrastrutture della rete di telecomunicazioni “senza richiesta,
né concessione di licenza né costo alcuno”; il posizionamento di
stazioni di ricevimento di onde radio e televisive da satellite,
nonché l'ingresso di personale degli Stati Uniti in Colombia senza
passaporto.
Tali privilegi sono accordati a militari e civili statunitensi, ai
loro coniugi e figli, a contractors e personale vario. Come ciliegina
sulla torta, in un paese martoriato dal narcotraffico internazionale,
supportato da mafie, paramilitari e militari colombiani (e dal
narcogoverno di Uribe prima e di Santos poi), e noti gli innumerevoli
casi di militari yankee loro complici, l'accordo prevede l'immunità
giudiziaria per i nordamericani coinvolti in attività illecite e/o
crimini di guerra.
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