No Aldo non hai un unico lettore. La questione della lingua non è
affatto secondaria.
Se qualcuno ci credesse varrebbe la pena farci un discorso serio,
e potrebbe servire a qualcosa in termini di cambiamento politico.
Solo che quando faccio questi discorsi ho l'impressione di essere
presa per una intellettuale priva di senso pratico. Anche se la
definizione di
intellettuale non mi lusinga né mi offende, essendo semplicemente un
mestiere.
Dr.ssa Ilaria Sabbatini
cel. + 39 349 8733382
e-mail info@???
peregrinationes@???
http://www.medievista.it
http://www.paleografia.eu/
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Il terrore della tirannia finisce una volta cha ha
paralizzato
completamente la vita pubblica e trasformato tutti
i cittadini
in individui privati, spogliandoli di ogni
interesse e legame
con gli affari pubblici.
Hannah Arendt
Il giorno 23/lug/10, alle ore 18:19, Aldo Zanchetta ha scritto:
> A Franco Santi
>
>
>
> Caro Franco
>
>
>
> probabilmente sarai il mio unico lettore, ma è sufficiente per
> invogliarmi a confessare la grande rabbia che oggi ho in corpo. A 22
> anni ho passato due mesi in una acciaieria yugoslava, e da allora ho
> iniziato ad amare quel paese che era la Yugoslavia, amore che
> conservo oltre 50 anni dopo e che mi ha portato seguirne da vicino
> le dolorose vicende.
>
>
>
> Aldo
>
>
>
>
>
> KOSOVO : UNA GIGANTESCA MENZOGNA CREATA CON LA NEOLINGUA (E ALTRO)
>
>
>
> La Corte Internazionale de L'Aja ha dichiarato a grande maggioranza
> legittima la dichiarazione di indipendenza del Kosovo.
>
>
>
> Non mi nascondo la reale complessità del problema e le ragioni
> strumentali per cui paesi come la Russia o la Spagna assieme a molti
> altri stati (25 solo in Europa) non hanno riconosciuto il Kosovo
> come stato sovrano.
>
>
>
> Questa decisione della Corte apre una serie di possibili contenziosi
> la cui portata è prevedibile. Se il Kosovo si, perché no la
> Catalogna o i Paesi Baschi, la Cecenia o il Kurdistan turco e via
> dicendo? Temo che oggi si sia aperto un nuovo triste capitolo per
> l'Europa.
>
>
>
> Contenti ovviamente gli Stati Uniti che hanno fermamanente voluto
> questo "stato canaglia" come ulteriore elemento di "disturbo" in una
> zona delicata dell'Europa. Divide et impera.
>
>
>
> L'Italia fu coinvolta nella guerra "umanitaria" per il Kosovo grazie
> a un primo ministro già comunista poi trasformista, che abbiamo
> rischiato di avere come "ministro degli esteri" della comunità
> europea e che ancora "infetta" la presunta sinistra italiana. Grazie
> a lui la maggioranza continua a credere ad una presunta "guerra
> umanitaria". E i bombardieri "liberatori" partirono proprio dalle
> basi italiane.
>
>
>
> Invito il coraggioso lettore che non si è ancora scandalizzato a
> resistere ancora un po'.
>
>
>
> "Fabio Mini sa di che cosa parla: nel 2002-2003, è stato il
> comandante della Nato in Kosovo. E non ha molta stima della nuova
> dirigenza di Pristina: «Da lavarsi le mani, dopo avergliela stretta.
> Spero che la nuova generazione se ne liberi presto. L'anima nera è
> un signore di cui non le dico il nome, perché se lo scrive vengono
> lì e la ammazzano. È il mandante di almeno 28 assassinati del
> partito di Rugova. Uno che, come molti dei capi Uck, non ha mai
> spiegato la fine d'un migliaio di rom, serbi e albanesi accusati di
> collaborazionismo, desaparecidos negli anni del primo dopoguerra. A
> Pristina, si dice che se i pesci d'un certo lago potessero
> parlare...». Da Il generale Mini: il Kosovo indipendente, un porto
> franco per il denaro di Francesco Battistini - Corriere della Sera
> del 16/02/2008"
>
>
>
> Joze Pirjevec Le guerre jugoslave 1991-1999 Ed Einaudi 2001
> (Pirjevic all'epoca era professore di Storia dei paesi slavi
> all'Università di Trieste). ".Tutte queste notizie furono
> naturalmente sfruttate dalla macchina propagandista della NATO,
> essendo utili alla tesi -pervicacemente mantenuta in vita- secondo
> cui la guerra in corso era di carattere squisitamente umanitario.
> Per rafforzare tale convinzione nella coscienza dei telespettatori
> occidentali, furono mobilitati alcuni noti psicologi e manipolatori
> dell'opinione pubblica, fatti venire espressamente da Washington,
> Londra, Bonn, Parigi e Roma a Bruxelles, dove fu organizzato, dopo
> la prima settimana della campagna, un <<Centro Operativo Media>>
> (MOC) incaricato di informare i giornalisti accreditati presso la
> NATO nella maniera "giusta".
>
> <<L'unica battaglia che avremmo potuto perdere, -disse Alistair
> Campbell, il "Rasputin di Blair", che lo aveva inviato a dirigere
> tale postazione chiave,- era quella per i cuori e le menti. Le
> conseguenze sarebbero state la cessazione dei bombardamenti da parte
> della NATO e la sconfitta in guerra>>. (pag 617)
>
>
>
> La lettura dell'intero capitolo offre una serie di dichiarazioni di
> importanti uomini politici europei, da Joscha Fischer a Gerhard
> Schröder o al ricordato Blair. Roba da lavarsi gli occhi appena
> letto, parafrasando Mini. L'unicofra tutti questi "galantuomini" che
> tentò più volte di far interrompere i bombardamenti, incredibile
> dictu, fu Lamberto Dini.
>
>
>
> Nell'Introduzione al libro Menzogne di guerra. Le bugie della NATO e
> le loro vittime nel conflitto per il Kosovo, di Jürgen Elsässer, ed
> La Città del Sole, 2002, Andrea Catone, racconta come la
> Hill&Knowlton, <<ditta USA di <pubbliche relazioni>, specializzata
> nella creazione di immagini positive per le dittature di tutto il
> mondo>>, si fosse adoperata per diffondere l'immagine serbi=nazisti
> dopo che il New York Times del 23 agosto 1992 aveva pubblicato: <<I
> servizi di informazione USA hanno raddoppiato gli sforzi ma non
> hanno trovato alcuna prova di sistematici massacri dei prigionieri
> croati o musulmani nei campi serbi>>. Cita poi lo scrittore belga
> Michel Collon che in un libro di un anno prima dello scoppio del
> conflitto jugoslavo, Poker Menteur - Les grandes puissances, la
> Yugoslavie et les prochaines guerres, aveva smontato <<i falsi più
> marchiani>>. Scrive Collon, riferendosi a una foto pubblicata da
> molti giornali, fra cui la Repubblica,:
>
>
>
> Il giornalista tedesco Thomas Deichmann è andato a svolgere
> un'inchiesta sul posto. Ha constatato che questo campo non è mai
> stato circondato da filo spinato. Infatti questo è stato messo solo
> attorno al luogo in cui si trovavano i giornalisti internazionali
> venuti a filmare. Allo scopo di proteggere il loro materiale dai
> furti! Deichmann ha anche controllato l'insieme delle cassette
> girate da ITN. Le immagini confermano indiscutibilmente che le
> persone non erano rinchiuse. Ha anche interrogato parecchi testimoni
> secondo i quali, in quel campo, le persone erano venute a rifugiarsi
> per cercare protezione contro le aggressioni delle milizie locali.
> (ITN era l'autrice del documentario trasmesso nel 1992 da una rete
> televisiva inglese dal titolo "I serbi organizzano in Bosnia campi
> di sterminio", nota mia)
>
>
>
> Ma sempre Collon, citato da Catone, scrive parlando di un
> "concorrente" della Hill&Knowlton, la Ruder&Finn: "L'enorme impatto
> dei pretesi <<campi serbi di purificazione" è loro opera. Diffusa in
> agosto, la storia dei campi di concentramento galvanizzò l'opinione
> pubblica americana. Un sondaggio di Newsweek registrò un forte
> cambiamento: da 35% di sostegno ai bombardamenti aerei prima, al 53%
> dopo la storia.Ma come ha fatto Ruder&Finn a manipolare l'opinione
> pubblica su questi campi? Il suo direttore, James Harf, lo spiega al
> giornalista francese Merlino: <<Abbiamo convinto tre grandi
> organizzazioni ebraiche: B'nai Brith Anti-Difamation League,
> American Jewish Committee e American Jewish Congress. Abbiamo
> suggerito loro di pubblicare un trafiletto nel New York Times e di
> organizzare una manifestazione di protesta davanti alle Nazioni
> Unite. La cosa è andata in maniera formidabile: l'ingresso in gioco
> delle organizzazioni ebraiche a fianco dei bosniaci fu uno
> straordinario colpo a poker. Automaticamente abbiamo potuto far
> coincidere, nell'opinione pubblica, serbi e nazisti.>>
>
> Alla domanda di Merlino: "Vi rendete conto della vostra enorme
> responsabilità?" Harf risponde: "Noi siamo professionisti. Avevamo
> un lavoro da compiere e l'abbiamo fatto. Noi non siamo pagati per
> fare la morale". Più oltre Harf afferma: <<La rapidità è un elemento
> essenziale. Noi sappiamo perfettamente che è la prima affermazione
> che conta. Le smentite non hanno alcuna efficacia.>>
>
>
>
> In apertura del libro l'autore Jürgen Elsässer, redattore del
> mensile tedesco KONKRET, cita 1984 di Orwell "La guerra è pace, la
> libertà è schiavitù, l'ignoranza è forza." Non posso citare oltre,
> per mancanza di tempo. Ma spero di avere invitato a qualche
> riflessione. E' ovvio che alla mia età il mondo non si divide più
> fra buoni e cattivi, e non intendo angelicare i serbi. Ma almeno
> mettere qualche pulce nell'orecchio a chi ha nella testa un'altra
> versione dei fatti, si.
>
>
>
> Aldo Zanchetta 22
> _______________________________________________
> Forumlucca mailing list
> Forumlucca@???
> https://www.autistici.org/mailman/listinfo/forumlucca