la cosa che mi ha sempre lasciato molto perplesso è l'impunità di  
questi personaggi. Ricordiamo benissimo Cuccia che da anziano  
percorreva ogni giorno sempre alla stessa ora la strada che lo  
conduceva dall'abitazione alla sede lavorativa. Mai toccato, mai  
intervistato, mai sfiorato.
Sempre tranquillo nel suo percorso.
Stessa cosa per questi personaggi o per i contabili di questi  
personaggi.
Ogni tanto viene fuori un nome ma chi sono le persone e non le  
strutture che lavorano come contabili, responsabili di progetto in  
questo organizzazioni perchè ovviamente non sono due presidenti a fare  
la struttura ma una serie di impiegati che per cultura e formazione  
creano strategie e pianificano campagne economiche sapendo di generare  
dolore e sofferenza.
ecco è questo mondo di degenerati borghesi che mi piacerebbe  
conoscere ... un po come i torturatori argentini che tornavano a casa  
dopo essersi lavati le mani dal sangue questi bravi padri e madri di  
famiglia dopo aver messo sul lastrico milioni di persone tornano a  
casa con le mani profumate dal quel dozzinale sapone che hanno nei  
bagni degli uffici.
Ma chi sono? dove stanno? abitano tra di noi?
abbraccione
marcantonio
Il giorno 03/mag/10, alle ore 17:51, Aldo Zanchetta ha scritto:
> INDOVINA CHI C’ERA A CENA
>
> La notizia, non smentita, della cena tenuta alla Townhouse, una sala  
> riservata di uno dei più noti ristoranti di New York, sulla  63ª  
> strada di Manhattan, è stata data non da Il Manifesto o da Il  
> Vernacoliere ma dal Wall Steet Journal.
>
> Indovina chi c’era.  Gorge Soros, John Paulson e Steve Cohen,  
> rappresentanti dei tre più famosi hedge funds e vari altri signori  
> della finanza internazionale.
>
> Uno di quegli incontri definiti elegantemente “idea dinner”, nei  
> quali i più ricchi del pianeta scambiano idee e stendono strategie  
> per arricchirsi un pò di più.
>
> Di che hanno parlato? Le stesse fonti informano che le proposte sul  
> tappeto, vagliate una ad una, erano ben 23. In particolare ci si è  
> concentrati sull’attacco speculativo all’Euro: da dove cominciare e  
> come proseguirlo. Dove iniziarlo? Dalla Grecia, l’anello più debole  
> attualmente. Come proseguirlo? Colpendo altri anelli deboli:  
> Portogallo, Spagna, forse Italia. Per ciascuno di questi paesi si  
> sono valutate le varie strategie, con i loro pro e contro.
>
> Poi l’attacco è partito e vi stiamo assistendo in questi giorni.  
> Riuscirà? Proseguirà in altre direzioni? Certo è che di tanto in  
> tanto questi signori ci provano, e spesso riescono, come con la  
> sterlina e la lira all’epoca di Amato e Ciampi.
>
> Intanto i giornali e i vari “esperti” hanno dimenticato l’episodio  
> della cena, pubblicato, ripetiamo per i distratti, dal Wall Street  
> Journal e mai smentito, e hanno intonato la solita nenia:  
> irresponsabilità di un governo e di un paese cicala, senza ben  
> precisare che l’indebitamento fuori misura è stato opera del governo  
> conservatore che ha lasciato la patata bollente al nuovo governo “di  
> sinistra” (si fa per distinguere o per dire), con la collaborazione  
> della ora chiacchierata Goldman Sachs o delle banche tedesche, oggi  
> esposte per il 40% del debito estero greco, dopo avere nel frattempo  
> ampiamente lucrato sui prestiti.
>
> Anche questo “salmo”, intonato dai politici al capezzale del  
> paziente, è terminato col solito “gloria”: una bella tirata di  
> cinghia per il solito “Pantalone”, cioè il cittadino greco, che però  
> non sembra disposto a farlo senza contorcersi.
>
> Esistono però delle reali alternative? Anch’io ne ho parlato a cena.  
> Non con Soros, certo. Più semplicemente  con Eric Toussaint,  
> presidente del CADTM, il Comitato per l’Annullamento del Debito del  
> Terzo Mondo (www.cadtm.org, in tre lingue), in “ritiro” a Gragnano  
> per finire di scrivere un libro sui tre paesi dell’America latina  
> “critici” per le speranze suscitate: Venezuela, Ecuador, Bolivia, di  
> cui stasera avrò l’anteprima.
>
> Eric Toussaint è uomo squadrato come un armadio, di vasta esperienza  
> internazionale, poco incline ad accodarsi ai salmi corali. Mi  
> ricorda così di essere stato, appena due anni fa, membro del CAIC,  
> la Commissione Presidenziale per l’Audit Integrale sul Debito  
> dell’Ecuador, voluta dal Presidente Correa dopo la sua elezione. Al  
> termine dell’ “audit”, circa un terzo del debito ecuadoriano è  
> risultato “illegittimo” e in parte inesistente. Vi sorprenderete?  
> Avete letto le “Confessioni di un sicario dell’economia” di John  
> Perkins? Assolutamente vero, mi dice. O il più recente “Il club  
> Bilderberg” di Daniel Estulin?. Non pensate possibile che una grande  
> banca internazionale, magari “istituzionale”, possa decidere un  
> prestito a un paese in difficoltà con un governo non proprio  
> limpido, che questo prestito non venga di fatto mai erogato ma per  
> “errore” venga iscritto nel debito del paese? E debba poi essere  
> restituito? Certo, sto parlando di un caso estremo.
>
> Così, grazie al lavoro del CAIC, l’Ecuador ha potuto denunciare come  
> illegittimo un terzo del suo debito, rifiutandosi di pagarlo. E per  
> ora nessuno ha dichiarato guerra all’Ecuador.
>
> Ah, dimenticavo, un bel pezzo di questo debito illegittimo porta la  
> targa “Italia”. Ora, secondo Toussaint, il governo greco, di  
> sinistra, che si è trovato addossato un debito finora nascosto e  
> contratto da un governo di destra (che fanno i megafunzionari che a  
> Bruxelles vegliano sulla buona salute della moneta europea?) farebbe  
> bene a dare un’occhiata attenta a questi 300 miliardi di euro di  
> “debito sovrano” ereditato in circostanze non chiare. E’ una cosa  
> che ha suggerito ma su cui per ora non ha avuto risposta.
>
> E poi: perché il governo greco per salvarsi deve indebitarsi con  
> prestiti aventi tassi del 6% e oltre, mentre la Banca Europea  
> concede prestiti con tasso dell’1% per salvare le banche che hanno  
> creato il casino della crisi, e che ormai è noto, usano questi aiuti  
> per ricominciare a concedere prestiti esosi, magari allo stesso  
> governo greco. E’ tutta qui la solidarietà della Banca centrale  
> Europea verso un paese “fratello” (o quanto meno “confratello”) in  
> difficoltà?
>
> I misteri (?) dell’economia e della politica.
>
> AZ
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