INDOVINA CHI C’ERA A CENA
La notizia, non smentita, della cena tenuta alla Townhouse, una sala riservata di uno dei più noti ristoranti di New York, sulla 63ª strada di Manhattan, è stata data non da Il Manifesto o da Il Vernacoliere ma dal Wall Steet Journal.
Indovina chi c’era. Gorge Soros, John Paulson e Steve Cohen, rappresentanti dei tre più famosi hedge funds e vari altri signori della finanza internazionale.
Uno di quegli incontri definiti elegantemente “idea dinner”, nei quali i più ricchi del pianeta scambiano idee e stendono strategie per arricchirsi un pò di più.
Di che hanno parlato? Le stesse fonti informano che le proposte sul tappeto, vagliate una ad una, erano ben 23. In particolare ci si è concentrati sull’attacco speculativo all’Euro: da dove cominciare e come proseguirlo. Dove iniziarlo? Dalla Grecia, l’anello più debole attualmente. Come proseguirlo? Colpendo altri anelli deboli: Portogallo, Spagna, forse Italia. Per ciascuno di questi paesi si sono valutate le varie strategie, con i loro pro e contro.
Poi l’attacco è partito e vi stiamo assistendo in questi giorni. Riuscirà? Proseguirà in altre direzioni? Certo è che di tanto in tanto questi signori ci provano, e spesso riescono, come con la sterlina e la lira all’epoca di Amato e Ciampi.
Intanto i giornali e i vari “esperti” hanno dimenticato l’episodio della cena, pubblicato, ripetiamo per i distratti, dal Wall Street Journal e mai smentito, e hanno intonato la solita nenia: irresponsabilità di un governo e di un paese cicala, senza ben precisare che l’indebitamento fuori misura è stato opera del governo conservatore che ha lasciato la patata bollente al nuovo governo “di sinistra” (si fa per distinguere o per dire), con la collaborazione della ora chiacchierata Goldman Sachs o delle banche tedesche, oggi esposte per il 40% del debito estero greco, dopo avere nel frattempo ampiamente lucrato sui prestiti.
Anche questo “salmo”, intonato dai politici al capezzale del paziente, è terminato col solito “gloria”: una bella tirata di cinghia per il solito “Pantalone”, cioè il cittadino greco, che però non sembra disposto a farlo senza contorcersi.
Esistono però delle reali alternative? Anch’io ne ho parlato a cena. Non con Soros, certo. Più semplicemente con Eric Toussaint, presidente del CADTM, il Comitato per l’Annullamento del Debito del Terzo Mondo (
www.cadtm.org, in tre lingue), in “ritiro” a Gragnano per finire di scrivere un libro sui tre paesi dell’America latina “critici” per le speranze suscitate: Venezuela, Ecuador, Bolivia, di cui stasera avrò l’anteprima.
Eric Toussaint è uomo squadrato come un armadio, di vasta esperienza internazionale, poco incline ad accodarsi ai salmi corali. Mi ricorda così di essere stato, appena due anni fa, membro del CAIC, la Commissione Presidenziale per l’Audit Integrale sul Debito dell’Ecuador, voluta dal Presidente Correa dopo la sua elezione. Al termine dell’ “audit”, circa un terzo del debito ecuadoriano è risultato “illegittimo” e in parte inesistente. Vi sorprenderete? Avete letto le “Confessioni di un sicario dell’economia” di John Perkins? Assolutamente vero, mi dice. O il più recente “Il club Bilderberg” di Daniel Estulin?. Non pensate possibile che una grande banca internazionale, magari “istituzionale”, possa decidere un prestito a un paese in difficoltà con un governo non proprio limpido, che questo prestito non venga di fatto mai erogato ma per “errore” venga iscritto nel debito del paese? E debba poi essere restituito? Certo, sto parlando di un caso estremo.
Così, grazie al lavoro del CAIC, l’Ecuador ha potuto denunciare come illegittimo un terzo del suo debito, rifiutandosi di pagarlo. E per ora nessuno ha dichiarato guerra all’Ecuador.
Ah, dimenticavo, un bel pezzo di questo debito illegittimo porta la targa “Italia”. Ora, secondo Toussaint, il governo greco, di sinistra, che si è trovato addossato un debito finora nascosto e contratto da un governo di destra (che fanno i megafunzionari che a Bruxelles vegliano sulla buona salute della moneta europea?) farebbe bene a dare un’occhiata attenta a questi 300 miliardi di euro di “debito sovrano” ereditato in circostanze non chiare. E’ una cosa che ha suggerito ma su cui per ora non ha avuto risposta.
E poi: perché il governo greco per salvarsi deve indebitarsi con prestiti aventi tassi del 6% e oltre, mentre la Banca Europea concede prestiti con tasso dell’1% per salvare le banche che hanno creato il casino della crisi, e che ormai è noto, usano questi aiuti per ricominciare a concedere prestiti esosi, magari allo stesso governo greco. E’ tutta qui la solidarietà della Banca centrale Europea verso un paese “fratello” (o quanto meno “confratello”) in difficoltà?
I misteri (?) dell’economia e della politica.
AZ