secolo xix
Caso amianto, all'Ilva bloccate 300 pensioni
le proteste
Inail ha scritto agli operai, quasi tutti in cassa integrazione:«Accertamenti in corso». Lunedì manifestazione in centro
LA BOMBA a orologeria sembrava disinnescata. Ma la tranquillità non è durata molto. A pochi mesi dall'approvazione dell'emendamento che salvava i vitalizi di centinaia di pensionati - sospesi dall'Inps per via della maxi-inchiesta della procura di Genova sulle certificazioni di esposizione all'amianto - scoppia un altro caso pensioni: 300 lavoratori dell'Ilva (quasi tutti in cassa integrazione) che hanno maturato il diritto ad andare in pensione, si sono visti bloccare la pratica.
La motivazione data dall'Inps è che sono in corso delle indagini dell'Inail sui benefici dovuti all'esposizione all'amianto. Fino ad allora, tutto rimarrà fermo. Dopo mesi di attesa, i dipendenti dell'acciaieria di Cornigliano hanno indetto per lunedì mattina alle 8.30 una manifestazione di protesta davanti alla sede dell'Inail, in via D'Annunzio.
La doccia fredda è arrivata tra luglio e agosto con centinaia di lettere spedite dall'Inail. «Si comunica che è stato avviato un procedimento, nell'ambito di una ricognizione riguardante l'accertamento e la certificazione dell'esposizione ad amianto a fini pensionistici - si legge nell'intestazione - L'efficacia dei provvedimenti certificativi viene sospesa fino alla conclusione del procedimento di riesame».
«Alcune di queste persone potrebbero essere in pensione da mesi - denuncia Armando Palombo, della Fiom-Cgil - Invece vivono nel panico perché viene messo in discussione un loro diritto sacrosanto, senza una spiegazione». Una situazione doppiamente drammatica, dal momento che la maggioranza degli operai al centro della vicenda sono in cassa integrazione.
Le pratiche hanno cominciato a ingolfarsi alcuni mesi fa. «Molti di loro sono stati esposti all'amianto fino al 1992 - continua Palombo - Alcuni hanno ricevuto queste lettere nonostante l'esposizione alla fibra cancerogena dell'asbesto sia stata certificata da sentenze di tribunale».
Ma c'è una seconda beffa. «Un altro gruppo ha diritto ai benefici dell'amianto perché rientra nella proroga estesa al 2003 - precisa il sindacalista - Si tratta di una legge approvata nel 2008, che viene applicata all'Ilva di Taranto e ignorata a Genova».
Ad aprile il caso delle pensioni all'amianto sembrava risolto e i tagli erano stati sospesi. Il Parlamento aveva obbligato l'Inps a bloccare le erogazioni solo in caso di condanna. L'Inail, a sua volta, aveva annunciato che gli accertamenti sulle certificazioni truffaldine sarebbero continuati.
I sindacati sospettano che la cautela dell'Inps sia legata proprio al procedere delle indagini. L'Inail sostiene che l'accertamento dovrebbe chiudersi entro novanta giorni dal ricevimento delle lettere. Ma nessuno si fida: «Finora abbiamo ricevuto solo generiche rassicurazioni - dice Palombo - Per questo lunedì ci sarà questa mobilitazione».
Il paradosso è che le pensioni sospese preventivamente, sono state sbloccate da Roma ma adesso i problemi li ha chi deve ancora andare in pensione e non ha risposte chiare.
Marco Grasso
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