genova repubblica
Debito Amt, un macigno da 500 milioni
Pissarello attacca ancora gli autisti: "Così affossano la città"
"Il disagio è reale, lo sappiamo, e per questo chiediamo a Transdev di fare cose concrete"
DONATELLA ALFONSO
DAL 1983 ad oggi, il deficit di Amt pesa sulle spalle dei genovesi per 505 milioni di euro, di cui quasi 450 solo per sanare le spese di gestione. Di fronte a questo macigno che rischia di trascinare a fondo le finanze comunali, il vicesindaco Pissarello lancia l´allarme e attacca le proteste selvagge: «Torniamo nelle regole, non ha alcun senso abbattere la città nei momenti in cui si presenta alla ribalta, dalla Notte Bianca al Salone Nautico. Discutiamo, ma non mettete più in difficoltà i cittadini». Tra le scelte su cui Amt sta lavorando, anche l´esternalizzazione di alcuni servizi, come le linee collinari alla sera: una sorta di "Amt2", anche da realizzarsi con un servizio taxi. In giunta domani, infine, il piano della logistica e le linee guida del piano industriale.
Pissarello, come risponde agli autisti "ribelli"?
«Quello che è accaduto sabato notte era solo un´imboscata a quei poveri cristi che alle tre di notte erano seduti sui marciapiedi ad aspettare i bus, E´ una cosa contro una città che fa una manifestazione importante, così come sarebbe lo stesso contro il Salone Nautico. mentre tutta la città deve lavorare per crescere. Sapendo che interessa a tutti, anche agli autisti che magari sono figli di altri autisti; se abbattiamo la città, potrà esserci altro futuro?
Parole dure, le sue: ma il disagio è reale.
«Lo sappiamo, ma chiediamo a Transdev di fare cose concrete, che garantiscano servizi di standard europeo come una società del genere sa fare. Il Comune, la sua parte la sta facendo, è da Transdev e Amt che pretendiamo di più».
E´ stato il Comune a sollecitare la possibile nascita di una società "low cost", che si assuma alcuni servizi?
«La legge regionale prevede che si possano esternalizzare attività fino al 15% del totale. Stiamo lavorando per realizzare, insieme ad Artp, un servizio che potrebbe interessare le linee collinari e di confine, specialmente alla sera. vede, io abito a Bavari, e quando rientro al sera con il bus, ci siamo in pochissimi. Peraltro, il 685 passa una volta all´ora. Io penso che un servizio di taxi a chiamata o con un percorso definito o a chiamata, magari ogni venti minuti o mezz´ora, avrebbe minori costi e maggiore efficienza. Può valere per tutte le linee del genere; una strada già percorsa da Roma con le linee notturne e quelle del Giubileo, e da la Spezia, insieme con Parma e Piacenza per i percorsi tra le province. Peraltro, Aggio e Creto si raggiungono già con le linee Atp, perché non Acquasanta o, appunto, Bavari? Gli autisti potrebbero essere dirottati sulle linee principali. Non mancherebbero né lavoro, né servizio».
Resta un fatto: mancano i soldi.
«Mancano sì, perché a parte i finanziamenti e i fondi per investimento che non bastano, quello che ci affonda sono i mutui che sono stati contratti per sanare il deficit. vede? Erano lire, sono diventati euro; dal 1983 ad oggi siamo a 505,117 milioni di euro. Da questi, se ne possono togliere 110 per Ami e circa 46 per investimenti; resta il fatto che ne dobbiamo pagare 450 di debito sul puro esercizio, quasi 38 milioni l´anno di mutui. Avete un´idea cosa potremmo fare per il trasporto pubblico, se avessimo quei soldi?».
Resta il fatto che il Comune deve dare risposte.
«E lo stiamo facendo, esaminando con attenzione quanto ci propone Amt. A partire dal piano della logistica e dalle linee del piano industriale che valuteremo domani, giovedì, in giunta».
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