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DUE CORPI, DUE STATI
Klaus Mondrian

In Germania la leader delle prostitute sepolta tra le donne che si sono distinte per meriti civili, in Italia la prostituta della villetta sull'Appia sepolta dalla diffamazione e dall'ignoranza della procura.


Due stili di trattare il corpo e le politiche sui corpi. Due approcci opposti intorno alla sessualità e alle libertà.  Due stati.   La Germania, che ad Amburgo tributa un funerale affollatissimo e persino felice stile New Orleans alla sua prostituta più famosa che si è battuta per i diritti delle sex workers,  l'Italia, i Carabinieri  e la Procura di Velletri, in cui si diffonde un sinistro comunicato 'ai fini della tutela della salute pubblica' per invitare i frequentatori di una villetta a luci rosse chiusa di forza ad ottobre a sottoporsi ora ad accertamenti sanitari poiché una delle intrattenitrici della villa  'sarebbe' risultata sieropositiva.
Le considerazioni e le implicazioni che si impongono su questo caso sono molte e non vanno trascurate poiché il fatto ha avuto in questi giorni  un notevole impatto, anche emotivo, sull'opinione pubblica tornata indietro al terrore mediatico in uso su questi argomenti alla fine degli anni ottanta.
Elementi  detti della notizia: una villetta del piacere vicino Roma chiusa con un blitz, un sito internet che adescava clienti promettendo orge e festini promiscui, il terrore del contagio.   Elementi non detti della notizia:  terrore generalizzato tra i clienti, sospetto di sieropositività gettato sulle animatrici della villetta, l'idea che il virus si trasmetta per immoralità e non per contatto diretto.
Quello che ci chiediamo in primis è se la diffusione di una tale notizia sia innanzitutto lecita sul piano legale.
Qui siamo di fronte a persone che, seppure incorse nelle maglie della giustizia, continuano per la legge a mantenere il loro diritto alla riservatezza delle informazioni riguardanti la loro salute.  
L'intrattenitrice che abbia permesso rapporti non protetti e ovviamente il cliente che lo ha voluto fare sono entrambi responsabili  (o irresponsabili) della propria salute a meno che uno dei due ne sia stato costretto, e non è questo il caso.
Perciò non si può esser certi che sia stata la prostituta a contagiare il cliente o il contrario.
Né ovviamente pensare che il monopolio dell'hiv appartenga solo alle prostitute e non sia diffuso anche tra la gente normale, tra le pareti domestiche più tranquille in apparenza.
Chi non usa precauzioni non lo fa nella villetta di Roma, non lo fa nel Grand Hotel, non lo fa nel parco pubblico, non lo fa  nel seminterrato, non lo fa nel suo attico lussuoso al centro.   Non lo fa perché, per ignoranza,  per gusto del rischio  ma anche, accade a molte donne, per non esser percepite come prostitute dal partner, non vuole farlo.
Dire poi che una delle entreneuse 'sarebbe' sieropositiva è una di quelle notizie all'italiana per cui si vuole diffondere un sospetto grave su una persona o su un gruppo ma al tempo stesso non si vuole incorrere nell'illecito e nella denuncia di diffamazione.    E allora si sceglie la formula del 'sarebbe' che può andar bene per un telegiornale scandalistico ma non va bene per una procura che deve diffondere notizie certe non notizie condizionali e panico.
E poiché non c'è nessuna certezza che la donna possa aver contagiato i clienti e non viceversa, la notizia semplicemente non andava diffusa in questi termini perché la salute pubblica si difende quando qualcuno inconsapevolmente si sottopone al rischio di  un contagio (pensiamo alla meningite).    Quando invece la persona sia consapevole (e non si può non esserlo) delle conseguenze dei suo atti, è lui stesso che decide di mettersi a rischio, non c'è bisogno del richiamo  via etere dei carabinieri che può avere  invece un effetto perverso proprio sulla stessa salute pubblica.  Indurre cioè molti amanti del sesso senza profilattico a credere ingenuamente che vi sia pericolo di contagio solo quando vi sia un comunicato dei carabinieri o lo dica il telegiornale.  In tutti gli altri casi si può stare  sicuri. E ovviamente così non è. 
Perché, paradossalmente, se la procura diffonde questo comunicato domani dovrebbe poter diffondere anche uno del tipo:  un ricco imprenditore romano noto frequentatore di prostitute nelle ville sull'Appia sarebbe risultato  sieropositivo, si invitano le prostitute che lo hanno incontrato  a sottoporsi a controlli sanitari urgenti.  Par condicio, no?


Non sarebbe allora meglio promuovere campagne informative sulle malattie connesse alla sessualità e diffondere capillarmente e gratuitamente l'uso del condom che oggi in Italia è costosissimo e scoraggia l'acquisto soprattutto tra i giovanissimi?
Non solo. In passato alcuni locali che promuovono la libertà sessuale (senza necessariamente dover essere accusati di prostituzione come spesso accade) sono stati indagati perché distribuivano gratuitamente profilattici ai frequentatori (cosa ad esempio in Germania in uso ad opera del Ministero della Salute). La conseguenza è stata che molti di questi club hanno smesso di distribuire profilattici con tutte le conseguenze del caso.
Se quindi non si esce dall'ambito moralistico non si va da nessuna parte.
Una politica sulla prevenzione e sul profilattico gratis va attuata soprattutto nei luoghi dove si incontra gente che può consumare sesso casuale: scuole, strade, discoteche, club erotici, locali notturni.
Ma in Italia non lo si vuole fare perché, all'ombra del Vaticano, ciò verrebbe visto come un favoreggiamento della sessualità libera e quindi un affossamento della famiglia e dei valori di fedeltà.
Dunque siamo il paese in cui non si legifera in materia di prostituzione e di sessualità pur di non urtare la sensibilità cattolica.
Con la conseguenza che questa benedetta sensibilità cattolica di fatto permette una diffusione maggiore dell'aids e delle altre malattie sessuali.
I governi non si pronunciano chiaramente su queste cose, le procure o i sindaci sceriffi suppliscono goffamente anche contro il diritto, la chiesa tuona come può e gli italiani pagano le conseguenze di un silenzio colpevole.
Domenica Niehoff, di origine italiana, donna che aveva combattuto negli anni settanta per i diritti civili delle prostitute, sarà sepolta in una parte del cimitero di Amburgo riservata alle donne che si sono distinte per meriti civili. Che lezione di stile!
La nostra prostituta della villetta romana invece sarà sepolta dal fango dell'infamia come strega appestata. Che caduta di stile per il diritto, per le libertà e persino per la falsa pietas cattolica!