Re: [cm-Roma] quando lo scontro verbale aiuta a capirsi

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Autor: Marco Pierfranceschi
Data:  
Para: 7rob@libero.it, critical mass Roma
Asunto: Re: [cm-Roma] quando lo scontro verbale aiuta a capirsi
Il 16 marzo 2009 11.20, 7rob@??? <7rob@???> ha scritto:
> Le tante mail stanno a dimostrare che il tema antifascismo e affini è
> particolarmente sentito, per quanto mi riguarda sono contento che sia uscito e
> i tempi erano maturi perché questo accadesse.


Ciao Rob
Mi scuso in anticipo per la prolissità del messaggio, ma come molti
sanno ho problemi con la sintesi.
Sono stato tentato, giorni fa, di disiscrivermi dalla lista, non l'ho
ancora fatto ma potrebbe accadere a breve.
Ti rispondo da "corpo estraneo", che è quello che da una settimana o
poco più mi sento di essere.
Intanto registro che l'allegria e l'entusiasmo che si vivevano di
questi tempi, circa un anno fa, sono molto lontani.
Il "collettivo proCiemmona" (non mi viene in mente una definizione
migliore) si era arricchito di persone di provenienza diversa, talenti
ed esperienze, entusiasmo e voglia di fare.
Ora la mia percezione è che su questa ricchezza e diversità si voglia
operare un "giro di vite", riportando l'esperienza "Critical Mass"
indietro di anni.
Se questa è la scelta collettiva e condivisa, ne prendo atto ed agisco
di conseguenza.

Secondo me non è necessario applicare etichette di sorta ad un
qualcosa che, prima ancora di "rappresentare", _è_.
La Critical mass non ha bisogno di essere "definita, etichettata ed
identificata" come antifascista, perché è all'esatto opposto della
logica fascista (tranne in certi momenti più "virulenti", in cui si
risponde alle provocazioni con lo scontro fisico anziché col sorriso
ed il dialogo, quindi adottando implicitamente lo stesso "linguaggio"
dell'aggressore e mutuandone l'implicito "fascismo").
Partecipare alla critical mass è fare un'esperienza reale
dell'anarchia, e per me se un fascista ci finisce dentro la cosa non
può che fargli bene, perché rischia di mettere in crisi molte delle
sue "certezze".
Tanto per dire, per un "maschio" è difficile rimanere "sessista"
quando una ragazza ti sorpassa in salita: è una "lezione di vita", la
dimostrazione plateale di quanto siamo dominati dai pregiudizi, non ha
bisogno di ulteriori "elaborazioni".

Tutto quello che questa polemica sta ottenendo è di disaffezionare
diverse persone ad un progetto in cui hanno fin qui creduto.

E' che di fondo a me non piace per principio indossare casacche, siano
quelle dell'antifascismo o altre ancora, e se insistete a volermi
"incasellare" io me ne tiro fuori, semplicemente.
Come feci vent'anni fa con Legambiente, come ho fatto tre anni fa con
Ruotalibera e la Fiab.
Il che non fa di me né un "fascista" né un "moderato", ma solo una
persona che pretende di essere accettata come persona, e di non
doversi "omologare".

A me sembra, anzi, che tutta questa "agitazione" sui temi
dell'antifascismo, dell'antisessismo e chi più ne ha più ne metta, sia
solo un voler mettere "il cappello" su un'esperienza che negli ultimi
anni ha rappresentato quanto di più realmente libero mi sia capitato
di vivere.
Ragionate bene su quello che sta accadendo, che state facendo
accadere, perché questa "normalizzazione" non sarà priva di
conseguenze, e gli "esclusi" se ne ricorderanno.

Ciao

--
Marco Pierfranceschi
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"Tutti pensano a cambiare il mondo,
ma nessuno pensa a cambiar se stesso"
L. Tolstoj