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Il leghista Bruzzone attacca il vicepresidente del consiglio comunale che aveva difeso la moschea. Cassinelli lo invita a farsi da parte
E Forza Italia scarica Gagliardi "Posizioni personali, si dimetta"

L´ex parlamentare "Ma non avete visto che Berlusconi è andato a chiedere scusa a Gheddafi?"
Il segretario leghista: "Con personaggi come lui, alleati non più credibili"


«Per sfortuna Enrico Mattei non riuscì a trovare il petrolio nella pianura padana. Così chiunque ha un´auto è costretto a usare il petrolio islamico! E voi che vi scaldate tanto, l´avete visto che Berlusconi è andato a chiedere scusa a Gheddafi? La moschea non solo è una scelta di civiltà: è anche un affare... «.
Alberto Gagliardi, vicepresidente del consiglio comunale in quota Forza Italia, sa che il suo gusto per il paradosso lo porta spesso allo scontro. Ma lui, delfino di Baget Bozzo negli anni Sessanta con la rivista Renovatio, fedelissimo di Bruno Orsini, poi animatore della Balena Bianca democristiana e uomo d´impresa, arrivato alla Camera con Forza Italia e al governo con un incarico da sottosegretario nei giorni caldi del G8, non se ne cura. E infatti, dopo aver apertamente difeso il progetto della moschea, sostenuto dagli applausi della sinistra e incalzato dai "venduto! venduto!" sugli spalti, si trova a fronteggiare un allarme rosso in casa Pdl. Francesco Bruzzone, segretario regionale leghista, ad ascoltare Gagliardi che invita anche i suoi amici di partito a cambiare idea, prende cappello. E corre a telefonare a Michele Scandroglio, coordinatore regionale forzista: «Non possiamo considerare Fi un interlocutore credibile come alleato se continua ad avere al suo interno personaggi come Gagliardi». Un aut aut in piena regola: «Il nostro atteggiamento dovrà cambiare, se non sarà fatta chiarezza sulle posizioni dei nostri alleati Gagliardi può avere le sue idee a proposito della moschea, ma non può attaccare la Lega» insiste Bruzzone. Passa mezz´ora, anche meno, e arriva una noterella firmata da Roberto Cassinelli, coordinatore cittadino degli azzurri. «Il consigliere Gagliardi ha espresso proprie posizioni personali che non corrispondono alla linea condivisa dal Partito con il Gruppo consiliare - scrive - Tutto ciò appare difficilmente conciliabile con il ruolo dell´onorevole Gagliardi di vicepresidente del Consiglio comunale in rappresentanza di Forza Italia, e della sua appartenenza al Gruppo medesimo. Immaginiamo quindi che Gagliardi vorrà comportarsi di conseguenza».
Insomma, si tolga di mezzo, visto che parla per sé e non rappresenta noi. Apriti cielo: «Non mi dimetterò né dal partito, né dal gruppo consigliare del Comune di Genova» ribatte Gagliardi, mentre in aula ancora risuonano le urla dei leghisti e degli altri contestatori. E mentre gli arriva anche un invito a dimettersi "per coerenza" dalla capogruppo Raffaella Della Bianca, peraltro assente ieri in aula, Alberto il testardo resta sulla sua posizione: «Non esiste in Forza Italia una posizione definita sulla costruzione delle moschee e i rapporti con l´Islam - ribatte - Fini e Berlusconi ci illuminino su quale deve essere la strada sui rapporti con l´Islam, io ho espresso il mio pensiero senza offendere nessuno». Peraltro, non è stato l´unico: prima di lui altri due forzisti, Guido Grillo ed Emanuele Basso, in maniera diversa, avevano espresso il sì alla moschea. Grillo valutando la possibilità di ospitarla in una chiesa sconsacrata; Basso legandola alla necessità di avere un luogo di culto per una comunità sempre più vasta e anche per gli scambi culturali, turistici ed economici di Genova con il Mediterraneo».
(d. al.)

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Musso: "Sui princìpi non si discute, sono d´accordo con lui"



ENRICO Musso, ex sfidante della Vincenzi per Tursi e consigliere del gruppo misto, è al Senato quando apprende che Gagliardi, attaccato dalla Lega per la sua posizione sulla moschea, è stato messo in discussione anche da Forza Italia che parla di "posizione personale". E Musso, che sulla moschea è sempre stato disponibile, si conferma vicino a Gagliardi confermando il suo netto raffreddamento nei confronti della coalizione, già espresso nei giorni scorsi, rivendicando una posizione personale. «Io non so esattamente se il luogo sia quello adatto, alcuni mi dicono che è un´area degradata, che avrebbe bisogno piuttosto di maggior arredo urbano - commenta il senatore - nel mio programma avevo ipotizzato, dopo una consultazione con la comunità islamica, di realizzare una moschea galleggiante. Però sui princìpi, credo che francamente non si possa transigere. E io sono sostanzialmente d´accordo con Gagliardi sui princìpi, e credo che la libertà di costruire un luogo di culto per qualunque religione vada garantito e questo sia tra i principi fondanti della Pdl». Peraltro, sottolinea ancora Musso, «hanno confermato una posizione del genere in aula anche l´avvocato Basso e Guido Grillo, entrambi forzisti».

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