[NuovoLab] 353° ora in silenzio per la pace

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Rete controg8
per la globalizzazione dei diritti

Mercoledì 4 marzo dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale di
genova, 353° ora in silenzio per la pace.
Incollo di seguito il volantino che verrà distribuito
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Amnesty: embargo alle armi per Israele
Fermare la vendita internazionale di armamenti ad Israele e, allo stesso
tempo, interrompere anche il traffico delle parti necessarie per
assemblare i razzi di Hamas. Solo con l’embargo si possono impedire
attacchi contro i civili compiuti dalle due parti. Ad invocare questa
misura di eccezionale significato è Amnesty International
Con una lettera inviata al ministro degli esteri Frattini, la sezione
italiana di Amnesty e la Rete per il disarmo hanno chiesto che il
governo Berlusconi interrompa le autorizzazioni all’esportazione di armi
verso Israele e sospenda i trasferimenti già autorizzati
Da parte sua Malcolm Smart, direttore del programma Medio Oriente e
Africa del Nord di Amnesty, ha messo in luce che, in quanto principali
fornitori di armi a Israele, «gli Usa hanno l’obbligo di fermare ogni
trasferimento che contribuisca a gravi violazioni delle leggi di guerra
e dei diritti umani». L’amministrazione Obama, ha aggiunto Smart,
dovrebbe immediatamente sospendere gli aiuti militari a Israele Amnesty
afferma che da molti anni Washington è il principale fornitore di armi
convenzionali a Israele e l’accordo decennale in vigore fino al 2017
prevede il rifornimento di aiuti militari per un valore di 30 miliardi
di dollari, con un aumento del 25% rispetto al periodo precedente
l’Amministrazione di George Bush.
Tra i paesi che tra il 2004 e il 2007 hanno esportato armi verso Israele
si segnalano la Francia (per 59 milioni di euro), la Romania (20 milioni
di euro), la Gran Bretagna (10 milioni di sterline), la Serbia (15
milion di dollari) e la Germania (1,5 milioni di dollari).
Israele ha respinto seccamente le accuse di Amnesty. «Il rapporto
presenta una versione tendenziosa dei fatti, ha commentato Mark Regev,
il portavoce del ministero degli esteri, negando che Israele abbia
colpito intenzionalmente obiettivi civili. Rispondendo ad Amnesty, Hamas
ha parlato di diritto all’« autodifesa» contro l’aggressione israeliana