Ricevo dall'amico Pippo Figari ed inoltro, pregandovi di fare altrettanto
Norma
-------- Messaggio Originale --------
Oggetto: vedere l'occupazione
Data: Fri, 23 Jan 2009 19:17:28 +0100
Da: Giuseppe Figari <figari@???>
Rispondi-a: Giuseppe Figari <figari@???>
A: figari@???
GENOVA E IL TIGULLIO CON IL POPOLO SAHRAWI
piazza Palermo 10b 16126 Genova
Cari amici, vi chiedo di leggere queste 10 righe e di innoltrarle a vostri conoscenti. Grazie
Da ALIAS del 19 gennaio 2009.
Alias è venduto tutti i sabati insieme a il manifesto e ospita da mesi un trafiletto dedicato ai territori occupati del Sahara Occidentale.
A Rabat, a dicembre, il tiranno ha detto: Le discriminazioni contro donne e disabili avranno fine. Garantisco rispetto per i diritti umani, in un paese economicamente solido e culturalmente avanzato.
La dichiarazione serve all'Europa a sigillo degli accordi politico-commerciali, privilegiati, appena concessi al Marocco. Alla Unione Europea bastano parole rassicuranti, utili agli uffici stampa, e discrezione sui delitti.
Intanto, in questi giorni, donne sahrawi continuano a scomparire in prigioni segrete, sono storpiate dai torturatori del re, perdono impiego e salario, non hanno diritto di parola. Che nulla trapeli per favore, chiedono Francia, Spagna e Italia. Che non si sappia dei torturatori marocchini prestati alla Mauritania, che non si sappia della banda di Aziz Annouch a Al Aayoun, ad esempio.
Città occupate e Marocco: la studentessa Enguia Elhawassi, più volte imprigionata, è stata sequestrata in strada e poi seviziata, a fine anno, su una spiaggia nelle vicinanze di Al Aayune da poliziotti del famigerato Gruppo del Moustage
Il video con la sua testimonianza è visibile su YouTube, insieme a dichiarazioni di numerose attiviste sahrawi, come Sultana Jhaia e Rabab Amidane, torturate dalle forze speciali marocchine.
Sul sito spagnolo
www.poemariosaharalibre.blog-spot.com compaiono aggiornamenti quotidiani sulla violazione dei diritti nel Sahara, così sul sito svizzero
www.arso.org
Le pagine web riguardanti le manifestazioni contro l'occupazione e la denuncia dei crimini contro i detenuti, sono sistematicamente oscurate da tecnici dei ministeri dell'informazione e degli interni di Rabat.